21 Dicembre 2024 19:55

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Imperia: “Dopo incidente in motorino, mia figlia ha atteso 13 ore al Pronto Soccorso”. L’amarezza di un papà

In breve: La segnalazione di un padre imperiese.

Mia figlia, dopo un incidente in motorino, ha aspettato 13 ore in pronto soccorso per essere visitata. È possibile una cosa del genere?“. Queste le parole di un padre imperiese amareggiato per l’esperienza vissuta ieri all’Ospedale di Imperia. Una problematica, quella della lunga attesa al pronto soccorso, già sollevata da molti utenti.

Imperia: “Dopo incidente in motorino, mia figlia ha atteso 13 ore al Pronto Soccorso”. L’amarezza di un papà

“Ieri mattina mia figlia, appena 18enne, ha avuto un incidente in motorino. Si è scontrata con un altro scooter in via Nazionale, all’incrocio con Santa Maria Maggiore. Fortunatamente nessuno dei due coinvolti ha riportato gravi ferite. Mentre il conducente dell’altro motorino è stato trasportato in ambulanza, mia figlia in quel momento non aveva particolari problemi, a parte la botta, e così è andata a scuola. Verso le 10.30, però, il suo ginocchio era molto gonfio e dolorante, così siamo andati a prenderla e l’abbiamo portata al Pronto Soccorso. Lì le è stato assegnato il codice verde.

Il problema è che per la visita vera e propria abbiamo dovuto aspettare fino all’una di notte. È possibile una cosa del genere? Ovviamente non mi riferisco al fatto che hanno avuto la precedenza i codici più gravi, giustamente. Mi sembra assurdo, però, dover aspettare così tanto per una visita, specialmente dopo un incidente stradale.

Stando lì, abbiamo notato che qualcuno, con il nostro stesso codice verde, è passato prima di noi nonostante fosse arrivato dopo. La nostra impressione è stata che chi si lamentava con gli infermieri, probabilmente oberati di lavoro, veniva fatto passare prima.

È davvero amareggiante l’esperienza che abbiamo avuto. Per fortuna alla fine non era niente di grave, però il nostro intento è quello di sensibilizzare chi di dovere a fare in modo che questa situazione venga risolta”.

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