28 Novembre 2024 02:29

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28 Novembre 2024 02:29

Morte Martina Rossi: si pentono davanti ai genitori i due giovani accusati di false dichiarazioni

In breve: Il processo si è chiuso.

Si sono pentiti davanti ai genitori di Martina Rossi Federico Basetti ed Enrico D’Antonio. Si chiude così il processo ai due giovani accusati di false dichiarazioni durante le indagini. Lo rende noto l’Ansa.

Bruno Rossi e Franca Murialdo, genitori di Martina Rossi, la ragazza imperiese morta a soli 20 anni il 3 agosto 2011 cadendo dal sesto piano di un hotel di Palma di Maiorca mentre si trovava in vacanza con le amiche, hanno incontrato i due aretini al Tribunale di Genova.

Si tratta di un processo costola nato a margine del procedimento principale, che vede sul banco degli imputati Basetti e D’Antonio accusati di false dichiarazioni e favoreggiamento.

Nel processo principale, lo ricordiamo, sono stati condannati in via definitiva i due aretini Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni con l’accusa di tentata violenza sessuale di gruppo.

Morte Martina Rossi, i genitori incontreranno i due ragazzi a processo per favoreggiamento e false dichiarazioni

I genitori di Martina, attraverso i loro legali (gli avvocati Stefano Savi e Luca Fanfani), desideravano guardare negli occhi i due giovani aretini, Federico Basetti ed Enrico D’Antonio per cogliere nella voce e nella presenza le loro scuse, già pervenute in forma scritta l’anno scorso tramite una lettera.

“Vorremmo che sapeste – scrissero fa i due aretini nella missiva per i genitori di Martina – che anche per noi questa tragedia è stata ed è un macigno del quale non ci libereremo mai, nonostante sia solo un sassolino rispetto a quello che grava sui vostri cuori

Siamo ben consapevoli dell’impotenza di queste nostre parole e di tutte quelle che potremmo dire di fronte alla morte di una figlia che niente e nessuno potrà restituirvi”.

I due, nell’agosto del 2011, amici di Vanneschi e Albertoni, erano in vacanza nello stesso hotel dove sono avvenuti i fatti e, la notte della tragedia, si trovavano in compagnia delle due amiche di Martina, nella camera delle ragazze.

Dopo il tragico evento, secondo la Procura Basetti e D’Antonio avrebbero cercato di coprire gli amici Albertoni e Vanneschi, rilasciando dichiarazioni non veritiere agli inquirenti di Genova quando furono sentiti come persone informati sui fatti.

Difesi dagli avvocati Alessandro Serafini e Massimo Scaioli, D’Antonio e Basetti hanno portato a termine 260 ore di volontariato, il primo presso l’associazione “Centro come noi Sandro Pertini” di Torino e il secondo alla Croce Rossa di Arezzo, oltre all’offerta da versare alla neonata associazione Martina Rossi impegnata contro la violenza sulle donne.

Ieri i due in aula si sono alzati e letto una lettera: “Siamo finiti in una cosa più grande di noi e siamo pentiti se abbiamo arrecato dolore ai familiari di Martina. In questi anni abbiamo a lungo pensato a quel che accadde e non abbiamo più nulla a che fare con le persone coinvolte nella tragedia”.

Critico il papà di Martina, Bruno Rossi. “La nostra è una giustizia di classe. Solo chi ha i soldi non finisce in galera. È stata un’udienza tragica ma anche commovente. I due ragazzi continuavano a leggere le loro scuse che avevano già scritto la volta prima. Ma io dopo un po’ ho detto loro di andare oltre, di parlare senza leggere. E allora hanno chiesto davvero scusa. Ma la freddezza da parte nostra è stata totale. Anche gli altri due dopo 11 anni continuano a dirsi innocenti. Sono solo desiderosi di non scontare la pena”.

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