Il Comune di Imperia ha pubblicato sull’albo pretorio l’atto con il quale ha revocato l’appalto per la gestione del servizio sharing dei monopattini alla Bit Mobility (che nel frattempo ha ottenuto dallo stesso Comune un servizio temporaneo, sino al 30 settembre). L’appalto, da 1 milione di euro, affidato all’azienda veronese nell’ottobre 2022 e mai entrato a regime, è stato oggetto di un approfondimento giornalistico del nostro quotidiano.
Imperia: monopattini, ecco l’atto di revoca dell’appalto “fantasma”
Per un quadro più chiaro dell’intera vicenda occorre ricordare che il 24 febbraio scorso, quando l’appalto in capo alla Bit Mobility era ancora in essere, il consiglio comunale, su proposta dell’assessore Laura Gandolfo, ha dato mandato agli uffici di predisporre un nuovo appalto per il servizio sharing di monopattini e bici elettriche. Obiettivo del Comune aumentare l’offerta, non limitandola ai soli monopattini, ma estendendola al bike sharing.
Nel dettaglio, il consiglio ha approvato “l’istituzione del servizio pubblico di noleggio monopattini e biciclette condivise, bike sharing, allo scopo di favorire tale mobilità sia in ottica di integrazione del servizio di trasporto pubblico – come possibile soluzione al problema dell’ultimo chilometro, cioè quel tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico alla destinazione finale dell’utente – sia a scopo turistico ricreativo, vista anche la costruzione della nuova pista ciclopedonale”.
Da quanto si apprende dai documenti, il Comune di Imperia, che ha affidato all’avvocato Cuocolo, per un importo pari a 14 mila euro, l’incarico di affiancare l’ente nella procedura di revoca dell’appalto alla Bit Mobility, ha revocato l’appalto all’azienda veronese sulla base di due motivazioni, lette le quali è difficile non sollevare alcune perplessità.
Il primo motivo cui fa riferimento l’atto di revoca, datato 15 aprile, è il seguente: “considerati i sopravvenuti motivi di pubblico interesse con modifica della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento di aggiudicazione della gara”.
Quale sarebbe la situazione non prevedibile al momento dell’aggiudicazione, ovvero l’ottobre scorso? La pista ciclabile, il cui taglio del nastro è avvenuto nel giugno 2020?
Il secondo motivo cui fa riferimento l’atto di revoca è che: “entro 10 gg dal ricevimento dell’avvio del procedimento, tramite pec, la ditta non ha fatto pervenire memorie, documenti e/o osservazioni”. Un’assenza di controversie con l’azienda aggiudicatrice, la Bit Mobility, che stona, e non poco, con l’intervista rilasciata al nostro giornale lo scorso 1 marzo dal direttore operativo dell’azienda veneta, Michele Francione, che si era detto “esterrefatto dal comportamento del Comune”, annunciando di aver presentato al Comune varie proposte di integrazione del servizio, tutte rispedite al mittente.
Per questo, ancora una volta chiediamo al Comune di Imperia (in particolar modo all’assessore competente, Laura Gandolfo) una maggiore chiarezza, in termini di comunicazione e trasparenza, su una procedura a evidenza pubblica che lascia molti dubbi. Quanto ha speso il Comune per la revoca dell’appalto? Come si è ricucito lo strappo con l’azienda? Perché si è deciso di indire una nuova gara, invece di integrare un servizio che poteva già essere operativo dall’ottobre scorso? Non c’erano soluzioni alternative?