Sala gremita di studenti questa mattina in biblioteca a Imperia, per l’incontro con il ricercatore Matteo Guidotti, sul tema del lungo impatto sulla salute e sull’ambiente dei conflitti armati.
Nelle guerre moderne, la conduzione delle operazioni militari non solo arreca danni devastanti alla popolazione civile, ma lascia anche un impatto profondo e duraturo sull’ambiente e sulla salubrità delle aree dove avvengono i combattimenti.
Imperia: “La guerra senza fine”, il ricercatore Matteo Guidotti incontra gli studenti delle scuole
Nel corso della conferenza, Guidotti percorrerà le guerre dell’ultimo secolo, dalla Prima Guerra Mondiale alle recenti cronache dei combattimenti in Ucraina. Gli appuntamenti sono stati organizzati dall’associazione culturale ApertaMente Imperia .
L’incontro di questa mattina, riservato agli studenti del triennio chimico dell’ITI Galilei e del Ruffini (sezione Geometri e Agraria), verrà riproposto anche nel pomeriggio di oggi, alle 16.30 e sarà aperto a tutta la cittadinanza.
L’intervista al ricercatore Matteo Guidotti
“Quando parliamo di guerre pensiamo all’impatto tragico e devastante rispetto al tessuto sociale, rispetto alle popolazioni. Ma tutte le guerre, soprattutto quelle combattute dal ventesimo secolo in poi, stanno lasciando e hanno lasciato una eredità, un impronta e un impatto ambientale notevolissimo che può durare per decenni e decenni.
L’uso di armamenti contenenti metalli pesanti, questo già nella prima guerra mondiale, l’uso, agli inizi del ‘900, di armi chimiche, l’uso di tecniche assolutamente non convenzionali per mandare le aggressioni e i conflitti armati, pensiamo al Vietnam, dell’uso dell’Uranio impoverito nei Balcani, nell’Iraq e della guerra del Golfo, stanno lasciando ancora ora delle tracce.
Ricercatori e scienziati stanno studiando solamente in questi anni, dopo 20, 30, sino a 50 anni dopo il loro rilascio e dispersione nell’ambiente.
Anche il recente conflitto in Ucraina sta impattando sull’ambiente?
“Si, per ora è difficile ancora dire quanto e con quali entità. Ci renderemo contro dei disastri nei confronti dell’ecosistema, dell’ambiente, delle falde acquifere, del suolo e dell’aria, probabilmente solo nei prossimi decenni quando sarà possibile accedere a quelle zone e fare della analisi in loco, per capite l’entità del danno”.
Chi è Matteo Guidotti?
Laureato in chimica industriale, autore di 130 pubblicazioni su riviste e libri nazionali e internazionali. Primo ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta” del CNR, Milano, nel 2013 è stato eletto nel Consiglio Consultivo Scientifico dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, organismo internazionale con sede a L’Aia e insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2013, che si prefigge lo scopo di garantire l’applicazione della Convenzione sulle Armi Chimiche del 1993 e di perseguire la visione di un mondo in cui la chimica sia rivolta alla pace, al progresso e alla prosperità del genere umano.
A cura di Alessandro Moschi