Alleanza Verdi Sinistra, che sostiene la candidatura a sindaco di Ivan Bracco, in una nota analizza la situazione di alcune opere pubbliche realizzate a Imperia e le indagini della magistratura sulle presunte mazzette.
“Scajola ha smesso i panni dell’amministratore presenzialista per assumere queelli dell’amministratore inconsapevole”
Scrive Alleanza Verdi Sinistra: “Un profilo inconfondibile, a volte anche ostentato, dell’amministrazione Scajola è stato il controllo diretto e maniacale del sindaco sulle opere pubbliche realizzate.
Più volte abbiamo assistito ai sopralluoghi del sindaco sui cantieri, tutti meticolosamente pubblicizzati dal suo staff della comunicazione, alcuni anche oltre ad ogni limite del ridicolo, come quando Scajola si è fatto fotografare mentre dava indicazioni a due operai fradici di sudore impegnati nella costruzione della scala di accesso del comune.
Ricordiamo ancora la puntigliosa descrizione che il sindaco ha fatto sulla piantumazione del verde effettuata nel tratto della ciclabile verso San Lorenzo, dove, a suo dire, si sarebbe realizzato una sorta di orto botanico e che è invece risultato, alla prova dei fatti, una maldestra sistemazione di piante da “giardiniere della domenica”.
Lo scarto tra l’enfasi degli annunci e l’effettiva qualità delle opere pubbliche realizzate, alla luce di quanto è emerso dalle recenti indagini sui fenomeni di corruzione, meritano una valutazione più articolata e seria rispetto a quella data da Scajola che si è fatto scudo dalla circostanza di non essere stato indagato dalla procura.
Premettendo che essendo di cultura garantista, sul piano penale ci rimettiamo alle valutazioni degli organi preposti, le vicende emerse dalle indagini impongono una riflessione di natura politica. Come da abitudine quando le cose si mettono male, con la rapidità di un trasformista, Scajola ha smesso i panni del sindaco presenzialista sui cantieri per assumere quelli dell’amministratore inconsapevole già sperimentato in occasione della vicenda della casa vista Colosseo o del porto turistico, quando minacciava querele a chi diceva che era stato lui a portare Caltagirone a Imperia.
Sarebbe invece servita una valutazione autocritica che partisse in primo luogo dal fatto che dalle indagini è emerso, come spesso accade, che il prezzo dei fenomeni corruttivi è stato pagato dalla collettività con opere non realizzate a opera d’arte. Un prezzo che si paga doppio perché scarica sulla collettività immediatamente il danno economico della mazzetta ricavata da soldi pubblici e poi, nel tempo, gli effetti di opere mal realizzate e quindi poco funzionali o precocemente degradate.
Applicando questo ragionamento sulla vicenda del ripascimento della spiaggia del Prino, in cui è emerso che benché il capitolato delle opere prevedesse l’utilizzo di materiali coerenti e compatibili con quelli naturali già presenti, è stato realizzato con materiale evidentemente inadatto, di bassa qualità e costo, nonché di tipologia e colore totalmente diversi dalla spiaggia naturale esistente, un problema di trasparenza è evidente.
Come è possibile che di fronte a tale evidente incongruenza tra il capitolato dell’opera e l’intervento realizzato, che appare a tutti un evidente scempio, Scajola non sollevi neanche qualche dubbio o scrupolo a tutela dell’interesse pubblico e si ostini a difendere l’indifendibile intervento realizzato?
Non sarebbe invece necessario domandarsi e dare spiegazioni sulla corrispondenza del valore del materiale utilizzato rispetto a quello previsto nel capitolato d’appalto che ne prevedeva di una tipologia compatibile con l’ambiente naturale, quindi evidentemente diverso da quello utilizzato?
Perché anche in assenza di fenomeni corruttivi, il mancato rispetto della qualità realizzativa di un’opera pubblica, se non verificata e corretta, rappresenta una cattiva gestione dei soldi dei cittadini ed un danno per la più scadente qualità dell’opera.
Un buon amministratore deve dimostrare competenza, trasparenza ed attenzione a garanzia della qualità delle opere realizzate ed essere anche argine ai fenomeni corruttivi per i quali l’azione della magistratura spesso può svolgere solo una attività di contenimento.
Non ci pare che Scajola, sia nella versione di presenzialista sui cantieri sia in quella di amministratore inconsapevole, abbia dimostrato di essere all’altezza di tale ruolo”.