“Nel primo dibattito pubblico dei candidati a sindaco di Imperia, il tema dei rischi di infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale locale e negli appalti pubblici non è stato colpevolmente inserito nelle domande rivolte ai candidati. Si tratta di un argomento che, alla luce delle inchieste della magistratura sulle organizzazioni presenti nel ponente ligure ed in costa azzurra, impone una valutazione chiara e un impegno a constrastarlo da parte di tutti i candidati sindaco e che, nel caso di Ivan Bracco, è stato inserito nel programma”. Questo il contenuto della nota stampa di Lucio Sardi, candidato della lista Alleanza Verdi Sinistra, nell’ambito della coalizione di centrosinistra a sostegno del candidato sindaco Ivan Bracco.
Elezioni Imperia: la nota di Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra)
“Su questo punto sarebbe stato opportuno prendere una posizione chiara proprio da parte di Scajola, sul quale pende una condanna in primo grado per il favoreggiamento della latitanza di un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
Purtroppo nel concitato finale del dibattito, Scajola, rispondendo alle critiche sugli scarsi spazi previsti per la cantieristica nel nuovo progetto del porto turistico, si è invece accalorato per denunciare “la mafietta” (parole sue) dei cantieri navali che a suo dire imperversa in città.
Dopo pochi minuti da quella “perla” di garantismo, Scajola, per rispondere a chi ha osato invocare un maggiore impegno per la trasparenza amministrativa, ha alzato la voce accusando gli avversari di alimentare la cultura del sospetto a cui lui contrappone quella “del fare”.
Tralasciamo la schizofrenia del ragionamento di Scajola che, ha distanza di pochi minuti, ha etichettato come “mafiosetti” un gruppo di imprenditori locali e poi accusato gli avversari di essere pericolosi giustizialisti nei suoi confronti per essersi permessi di parlare di attenzione al rispetto delle regole.
Considerando quello che è emerso dalle recenti inchieste sulla corruzione nelle opere pubbliche, invece di gridare allo scandalo per chi invoca attenzione alla legalità, Scajola dovrebbe riflettere e fare autocritica per i suoi ex fedelissimi finiti nelle inchieste.
Ci interessa però di più ragionare sul fatto che per Scajola evidentemente il problema della presenza delle organizzazioni mafiose nel nostro territorio non esiste, dato che non ne parla mai e che non lo imbarazza il sostegno pubblico ricevuto da Alessio Saso, che è ancora sotto processo per aver cercato e ottenuto da appartenenti alle locali famiglie di ‘ndrangheta i voti per diventare consigliere regionale.
Fino all’ultima esternazione pensavamo che la strategia di Scajola contro le infiltrazioni mafiose fosse quella del silenzio, tanto da aver provato fastidio e snobbato il procuratore antimafia Gratteri quando venne a Imperia a presentare un suo libro su queste tematiche.
Ora abbiamo capito che la mafia per Scajola esiste solo quando gli torna utile per insultare chi non gli sta a genio e si permette di disturbare l’unico potere legittimo, il suo.
Cambiare si può, la scelta è nelle mani dei cittadini imperiesi che invitiamo ad esprimersi il 14 e 15 maggio”.