Lavoro, sviluppo, sanità, trasporti. Questi alcuni dei temi affrontati questa mattina presso la sala multimediale della Camera di Commercio di Imperia nell’ambito del confronto elettorale organizzato dalle Segreterie Territoriali di Cgil Cisl e Uil con i 5 candidati sindaco del Comune di Imperia: Claudio Scajola, Ivan Bracco, Enrico Lauretti, Stefano Semeria e Luciano Zarbano.
A condurre il dibattito: Antonietta Pistocco, segretaria Cisl Imperia, Fulvio Fellegara, segretario Cgil Imperia e Milena Speranza segretaria Uil Imperia.
Elezioni Imperia: sindacati incontrano i 5 candidati Sindaco
Qual è la vostra idea di sviluppo della città di Imperia?
Claudio Scajola
“A lungo il territorio imperiese nel suo complesso è stato molto indeciso sul suo futuro. A Imperia c’era una realtà industriale significativa e solo le realtà che vedevano più in là nel tempo hanno capito che dovevano spostarsi. Le Ferriere hanno lavorato dagli ultimi anni dell’800 fino a dopo la seconda guerra mondiale, poi hanno chiuso perché hanno capito che non era più il luogo adatto. La ciminiera, che è stata demolita perchè pericolante, è stata in funzione per soli 6 anni. I grandi gruppi hanno capito che dovevano spostarsi. L’Agnesi era la prima fabbrica in Europa di pasta. La storia olearia industriale di Imperia ha avuto nei primi anni le prime 3 più importanti industrie di olio. I nostri porti erano pieni di navi per il trasporto delle merci. Quella storia lì nel tempo si è modificata, per scelte industriali diverse o perché non c’è stata più una continuità nella conduzione familiare, e ora è finita, bisogna accettarlo e guardare al futuro. Oggi solo 8-10 porti in Italia vengono classificati come porti necessari per lo sviluppo commerciale. A Imperia ci è voluto un po’ per rendersene conto. Oggi lo sviluppo è sui mari e monti, dal porto turistico alla pesca, fino al valore turistico commerciale e agroalimentare. Abbiamo tante piccole industrie. Il momento più importante che ha avuto l’olio a Imperia dava una ricchezza inferiore rispetto a quella che danno le centinaia di piccole imprese oggi”.
Ivan Bracco
“La storia industriale di Imperia è molto importante. Per quanto riguarda l’Agnesi, quando è stato il momento, la politica locale non è intervenuta, anzi ha dato una spinta per portare via il marchio da Imperia. È questa la realtà storica. Colussi aveva presentato una richiesta per fare un nuovo stabilimento fuori dal centro di Imperia, ma Regione e politica locale hanno fatto orecchie da mercante, altrimenti ci sarebbe stato ancora lavoro garantito e tutelato. In quegli anni le amministrazioni erano quasi sempre gestite dall’attuale sindaco o da suoi rappresentanti. Se ne devono prendere le responsabilità. La città oggi non ha più un’anima, nè turistica nè commerciale nè industriale. Non può essere solo turistica,. Abbiamo la possibilità di diversificare, potenziando l’aspetto turistico, ad esempio con la pista ciclabile, che è l’inizio di un progetto più ampio da collegare con gli ex comuni e andare oltre collegandoci con il Piemonte. Porteremo Imperia ad avere vocazione internazionale. Il porto c’è, poteva essere fatto in maniera più reale, ma ora c’è è bisogna sfruttarlo. Bisogna dare più possibilità di dare lavoro vero, ampliare gli spazi per una cantieristica moderna. Abbiamo in mente la creazione di una Scuola Europea per creare mastri d’ascia per diventare un punto di riferimento e portare qui facoltà universitarie legate al mare. Servono più posti letto e modellare il Puc. Bisogna mantenere il porto commerciale di Oneglia. Possono convivere traffici commerciali puliti e traffici turistici, più settori produttivi per garantire sicurezza del lavoro”.
Enrico Lauretti
“Il lavoro è un valore sacro, dà sostentamento alle persone. Come amministrazione dovremmo porci come obiettivo principale che Imperia dia lavoro e occupazione, un settore in difficoltà come nel resto del nord Italia. Il compito di un sindaco è quello di adoperarsi in ogni modo per trovare nuove occasioni di sviluppo e di crescita. Credo sia bene non avere un’unica direzione sul turismo, dato che le contingenze internazionali sono tante. Bisogna avere una mentalità aperta, facilitare, dare fiducia a chi vuole fare qualcosa.
Bisogna completare le infrastrutture, completare il raddoppio della ferrovia, l’Aurelia bis, l’Armo Cantarana. È fondamentale puntare molto sulla cultura che a volte è impalpabile ma è importantissima per creare sviluppo“.
Stefano Semeria
“Il settore più in sviluppo in Italia è l’enogastronomia, sempre in crescita anche nonostante il covid. Le aziende del nostro territorio hanno continuato a mandare in giro olio e vino anche durante la pandemia. Il nostro clima è fantastico, tutti gli inverni tantissimi piemontesi e lombardi scendono nell’imperiese, ma non a Imperia, a Sanremo o Diano Marina, che ci credono di più. Il turismo enogastronomico in Liguria è ancora in sordina, qui sono nati vini da vitigni non autoctoni ma tradizionali. Puntare su questo settore è importante. Tutti i produttori da Savona a Ventimiglia lavorano fuori da Imperia, molti creano cantine e ristoranti. Il problema sta a monte, al Governo incoraggiano l’uso dei voucher. Sì, possiamo creare corsi per specializzazione, ma non abbiamo poi l’opportunità per dare alle persone specializzate il lavoro qualificato. Imperia può avere una vocazione turistica e commerciale. La cultura muove tanto solo se è promossa. Purtroppo il problema è il personale, ci sono sempre meno assunti. Le potenzialità sono tante, bisogna essere resilienti per capire verso quale settore orientarsi”.
Luciano Zarbano
“Ho più visioni della città di Imperia. Una è quella dell’Imperia del passato quando aveva una vocazione prettamente industriale, una è quella dell’Imperia del secondo dopoguerra quando era dedicata alla ricostruzione, una è quella dell’Imperia attuale in cui periodicamente chiudono attività commerciali storiche, e poi una è quella dell’Imperia del futuro, ovvero di come la vorrei. Castrarla dal punto di vista industriale e dire che non c’è la possibilità di renderla tale credo che sia limitativo, significa vincolarla all’aspetto turistico. Chi amministra deve aiutare le aziende che vogliono investire sul nostro territorio, soprattutto sull’enogastronomia. Servono incentivi ad assumere le persone, pensare al miglioramento della qualità della vita. Dobbiamo chiederci: che genere di turismo vogliamo? Di qualità alta media o bassa? In medio stat virtus. Oggi c’è un turismo mordi e fuggi, bisogna dare la possibilità ai turisti di arrivare, altrimenti passerebbero metà del viaggio in autostrada. Va incentivata la motivazione affinché i turisti possano arrivare a Imperia. Un altro problema è il lavoro, complice il covid, la guerra e altre circostanze che esulano dalla nostra realtà. Ci sono giovani menti e piccole imprese che lavorano in smartworking, vanno aiutati per offrire un benessere che ora manca”.
Dopo 4 anni in provincia di Imperia i lavoratori sono saliti sopra gli 80 mila (80.904). L’82% delle nuove assunzioni, però, sono di lavoratori precari. C’è un gap di genere significativo, il più alto del nord ovest, il tasso dell’occupazione delle donne in provincia è il più basso della Liguria.
Claudio Scajola
“Viviamo due dati contrastanti. Da una parte c’è quello europeo con l’aumento del tasso di sconto della BCE. Questo creerà dei problemi ma in qualche modo si deve fermare l’inflazione. Noi siamo una piccola cosa in un sistema Italia- Europa-mondo, mai come in questo decennio l’economia è interconnessa. Per quanto riguarda l’occupazione, l’attività amministrativa principale è dare lavoro, per farlo va creata ricchezza. Dare lavoro significa trovare i modi per cui i giovani non vadano fuori, ma questo succede solo se ci sono occupazioni adatte. Come possiamo offrire del lavoro maggiormente qualificato? Grazie alla banda ultralarga possiamo essere collegati a tutto il mondo con una velocità della connessione più veloce del battito di ciglia. Visto che non abbiamo spazi per fare impresa dobbiamo avere le condizioni per qualificare il lavoro in un altro modo. Non ho mai detto che bisogna considerare solo il turismo. Vanno valorizzati mare e montagna per il turismo e per il commercio agroalimentare. La nostra filosofia è collegarsi al mondo, potenziare l’agroalimentare. Nel PUC, se saremo rieletti, sarà inserita la celerità nella risposta a tutte le richieste di intervento che creano lavoro. Il turismo ora è per forza legato alla cultura. Abbiamo 5 mila posti letto a Imperia. Dobbiamo migliorare l’accoglienza perché la gente vuole venire. Bisogna lavorare sulla formazione, non può costare di più della occupazione che crea”.
Ivan Bracco
“Il lavoro è fondamentale in ogni luogo del mondo. Imperia sta patendo la situazione critica della qualità del lavoro e della stabilità del lavoro. Ora vive di poco commercio, poco turismo e del terzo settore, che è delicato e importante. Imperia è una città di anziani, quindi amministrazione e sindacati dovrebbero impegnarsi per creare un percorso formativo per avere figure professionali adatte e tagliare il lavoro nero. È un problema dimenticato, ma reale, si tratta di una fascia di lavoratori sommersi. Il mare finora non è mai stato considerato molto. Bisognerebbe fare una studio approfondito per creare figure adatte per valorizzare il turismo, creare posti di lavoro per le micro attività. Il lavoro edile nei prossimi anni sarà fondamentale perchè ci saranno molti lavori pubblici, ma sono posti saltuari. Gli enti pubblici dovrebbero stipulare convenzioni con le imprese per assumere sul territorio. Il settore agroalimentare è in difficoltà soprattutto a causa del clima. Dobbiamo aiutare le piccole aziende in grossa difficoltà. Bisogna puntare anche sulla banda larga”.
Enrico Lauretti
“Il tema del lavoro è fondamentale, lo è stato in tutta la storia del 900. Il grande problema delle società occidentali capitalistiche è che non sono riuscite a dare piena occupazione. Le crisi sono ricorrenti nel mondo occidentale. È questione di impegno. Possiamo volere che la storia acquisti un senso, solo impegnandoci possiamo far sì che le cose migliorino. Dobbiamo cercare di mantenere e far tornare lavoro a Imperia, il dialogo con il sindacato è importante. Le organizzazioni intermedie sono portatrici degli interessi e delle esigenze delle persone. Cosa può fare il Comune? Semplificare. Artigiani, commercianti e piccole e medie imprese devono trovare sempre la porta aperta in comune”.
Stefano Semeria
“Serve più professionalità a Imperia, il Comune può fare quello che può fare. Servirebbe uno sciopero generale dei sindacati dopo quello che è uscito dal Ministero del Lavoro che incentiva a fare del nero.
La formazione dei miei tempi era di eccellenza, ora invece siamo rimasti indietro. Lo Stato toglie soldi alle scuole ogni anno. Tutti i cittadini e i sindaci dovrebbero essere in piazza tutti i giorni. Più ti specializzi più giustamente vuoi essere pagato e sei costretto ad andare in Piemonte o in Francia. Siamo forse troppo accomodanti? Bisogna essere più uniti non accontentarsi. Il problema grosso è a monte. Anche se formiamo specializzati poi se ne vanno. Serve l’aiuto regionale e nazionale”.
Luciano Zarbano
“Ognuno di noi deve dare senso alla propria vita e si può fare con il lavoro. Il momento di campagna elettorale serve anche per trovare una squadra che possa un giorno sostituirmi e bisogna guardare al futuro. Per quanto riguarda il lavoro precario, ci sono dati che mostrano che abbiamo un’economia traballante. Il Comune deve dare i mezzi, ovvero deve pensare alla formazione. Bisogna aumentare nei giovani la voglia di fare impresa, ma si può fare solo dandogli sicurezza”.
Trasporti e sanità
Claudio Scajola
“Servono collegamenti sia a livello di trasporto ferroviario, per turismo e merci, sia su gomma, con l’Armo Cantarana. Sabato sera verrà a Imperia il presidente del Piemonte che si è impegnato a mettere questo intervento nelle priorità, ma deve essere concomitante con la conclusione della Statale 28, va completato l’esecutivo.
Per quanto riguarda le grandi infrastrutture, abbiamo bisogno dell’Albenga Carcare Predosa, dell’Aurelia Bis, che è stata inserita, con nostra soddisfazione, come opera prioritaria dello Stato.
In merito alla sanità, c’è chi pensa che l’ospedale deve essere sotto casa. Non è così, serve un ospedale di comunità vicino per la degenza. Chi ha bisogno di cure cerca le eccellenze e si sposta. La politica sanitaria da noi si è fermata a 10 anni fa. Io sostengo che l’ospedale debba essere unico e con grandi possibilità scientifiche. Solo in questo modo i primari vengono. Le donne hanno lavoro, ma vanno aiutate. Servono asili nido e siamo felici di annunciare che abbiamo vinto 3 bandi“.
Ivan Bracco
“Il Sindaco ci ha dato delle buone notizie ma lo saranno tra 20 anni. E oggi? Come mai i sindaci del territorio sono silenti sui blocchi autostradali? Inutile parlare di progetti che sono ancora da presentare e finanziare.
Siamo fermi da anni per il raddoppio completo della ferrovia. Nessun sindaco fa pressioni per trovare soluzioni.
Per quanto riguarda la sanità, bisogna aiutare gli ospedali, dare una mano ai pronto soccorsi. Bordighera ha privatizzato, la trovo una scelta folle. Quest’estate subiremo un intasamento. La situazione nel nostro pronto soccorso è gravissima. Chiedo a chi vincerà di fare di questo tema la prima battaglia vera e reale che porti risposte al personale sanitario e ai cittadini. Vanno bene gli ospedali unici ma ci vorranno 10 anni. Abbiamo una sanità che non esiste. L’amministrazione Toti ha dato il colpo di grazia sperando che il privato risolva i problemi, ma il privato risolve i suoi problemi di cassa, non quelli dei cittadini”.
Enrico Lauretti
“Le infrastrutture sono fondamentali, è importante guardare anche a medio lungo termine oltre che al presente.
Il sindaco, anche se non ha competenza diretta, deve seguire le pratiche per far muovere gli enti che hanno un’inerzia molto dura.
L’Albenga Carcare Predosa è fondamentale, si libererebbe dall’intasamento tutta la parte del levante, così come è importante l’Armo Cantarana e la val Roja. L’Aurelia bis è indispensabile.
Il problema dell’acqua è fondamentale. Rivieracqua è una società pubblica, per questo va sostenuta e aiutata. La siccità è tale che acqua va raccolta.
Infine, la sanità. L’ospedale unico è un discorso che va inserito nel più ampio tema della sanità. Vanno rafforzati i medici di base e devono restare i presidi locali”.
Stefano Semeria
“Il Sindaco deve rapportarsi sempre con la Regione per promuovere cause del territorio il più possibile. Sicuramente Armo Cantarana è importante, così come il doppio binario per i treni, ma è un lungo lavoro. Si è persa la figura del cantoniere per la manutenzione della strada. La cementificazione selvaggia non aiuta.
Per quanto riguarda l’Ospedale unico, è un progetto a cui mi opporrò sempre perché è vero che bisogna concentrare le casistiche per attirare i primari, ma per far venire gente ci vuole un ospedale di eccellenza. Al momento il progetto è di un ospedale più piccolo di quelli di Sanremo e Imperia. Un ospedale di eccellenza lo vorremmo tutti”.
Luciano Zarbano
“Il motivo per cui i turisti non vengono è la difficoltà con cui raggiungono. Per questo le infrastrutture sono fondamentali.
In merito alla sanità, bisogna vedere dove si vuole andare a parare, si vuole continuare con la sanità pubblica o con la sanità privata? Avevamo una sanità invidiata da tutto il mondo, il pubblico che si dedicava ai cittadini. Ora questo sta cambiando e si sta andando verso una concezione per cui solo chi ha i soldi si può curare. Un altro argomento é: ospedale unico o no? La struttura morfologica del nostro territorio non è favorevole a un ospedale unico. La popolazione è sempre più anziana, bisogna mantenere i presidi che ci sono. Un altro problema è trovare i medici, ma raggiungerci è difficile. Servirebbero degli incentivi per i medici, di natura economica e di carriera, per offrire un servizio di qualità e un ritorno di immagine etico-sociale. Una sanità meno politicizzata può essere più di aiuto alla cittadinanza”.