È stata inaugurata questa mattina, giovedì 11 maggio, presso l’Oliveto Sperimentale della Provincia di Imperia, una serra sperimentale realizzata dal corso di Tecnico Agrario dell’IIS “G. Ruffini” di Imperia. L’area è sede ufficiale della Azienda Agraria Sperimentale “Le Terrazze della Garbella”, azienda agraria dello stesso corso della scuola.
La serra è stata ripristinata con il lavoro del personale dell’IIS “G. Ruffini”, grazie a fondi europei e con il contributo della Fondazione Carige di Imperia.
Presenti il Presidente della Provincia On. Claudio Scajola, il Vice presidente ed assessore all’Agricoltura Alessandro Piana, alunni e docenti delle scuole medie di Imperia e gli alunni del Ruffini.
Durante l’incontro sono stati presentati anche i progetti di collaborazione con ANFFAS e ASL1, legati al sociale che sono programmati presso l’oliveto in questione.
L’inaugurazione con il taglio del nastro
Alessandro Piana – Vicepresidente regione Liguria
“Devo dire che a partire da preside Luca Ronco, ma tutto il corpo docenti e sopratutto i ragazzi hanno fatto un lavoro importantissimo. Si parte sempre dal recupero di ciò che abbiamo di bello sul nostro territorio.
Non è sempre facile riuscire ad ottenere quei finanziamenti, regionali, comunali, o comunque di quei soggetti giuridici anche privati. Sono stati bravi, sono stati bravi anche a portare a termine l’opera.
Oggi la serra sperimentale è a disposizione degli studenti, per poter fare quel tirocinio necessario che aiuti a coadiuvare l’attività didattica”.
Luca Ronco – preside istituto Ruffini
“L’uliveto nasce due anni fa con la volontà di fondare una azienda agraria per far fare ai ragazzi le attività tecniche sul territorio.
Abbiamo preso in gestione l’uliveto sperimentale della provincia. Abbiamo avuto i fondi, abbiamo avuto la collaborazione degli enti del territorio, Fondazione Carige, la regione Liguria e la provincia di Imperia.
Abbiamo realizzato questo uliveto che è un parco a cielo aperto in cui poter fare attività dell’azienda agraria sperimentale e ripristinato la serra, con una dotazione tecnica innovativa per le automazioni sull’irrigazione e sulla coltivazione delle varie cultivar.
Tutto grazie al dott. Enrico Zelioli che è il nostro direttore dell’azienda agraria e che è stata la persona che ha curato nel dettaglio tutte le attività”.
Come funziona la serra inaugurata oggi?
“La nuova serra ha una donazione che è stata acquistata da un finanziamento ministeriale di 100 mila euro. Abbiamo dei banconi che vengono alimentati in maniera idroponica, abbiamo dei fertilizzanti computerizzati per la gestione dei piani agronomici che vengono gestiti dai docenti.
Andremo a realizzare la coltivazione e l’alimentazione di piantine di lavanda, erbe aromatiche, le talee, faremo le analisi chimiche dei terreni e della coque per poter mettere in pratica tutte quelle pratiche che i nostri futuri periti agrari dovranno sapere per il mondo del lavoro”.
Giacomo Raineri – vicepresidente fondazione Carige
“Finanziamento importante per molteplici motivi e finalità per il recupero di questo uliveto sperimentale, cento e oltre piante di ulivo, un patrimonio per la nostra terra. Era completamente abbandonato a se stesso.
Questo uliveto sperimentale, di 14 mila metri, non è un qualcosa di poco conto, situato in una posizione fantastica, fu il mio cruccio non poter intervenire perché le province con la legge Delrio erano state messe in difficoltà e si ventilava anche la possibilità di venderlo.
Mi opposi a questa vendita, perché sapevo e capivo che prima o poi qualcosa sarebbe capitato.
Dopo varie vicende, con il preside Ronco del Ruffini, avevano delle necessità di poter fare teoria a scuola e pratica sul campo.
Fu giocoforza avere la concessione da parte della provincia e logicamente era necessario anche dare una mano con un finanziamento per poter iniziare quei lavori che erano necessari per poter iniziare i lavori, dopo anni di abbandono.
Come fondazione elargimmo un contributo di 60 mila euro suddiviso in tre anni. Tutte queste sinergie hanno fatto si che oggi siamo ad inaugurare questa realtà che è ritornata a vivere”.
A cura di Alessandro Moschi