“La lista Alleanza Verdi Sinistra garantisce un voto utile di alternativa a Scajola senza alcuna debolezza o ambiguità. Una sua affermazione, insieme a quella di Ivan Bracco, sarebbe un segnale di novità e di svolta importante per Imperia, un nuovo inizio – Così Carla Nattero, l’ancia un appello al voto per Alleanza Verdi e Sinistra, a sostegno della candidatura a sindaco di Ivan Bracco.
Elezioni Imperia: l’appello al voto di Carla Nattero (Alleanza Verdi Sinistra)
“Siamo ai giorni decisivi, quando l’elettore valuta le opzioni in campo anche alla luce di quel che è successo nelle ultime settimane. Con uno sguardo certamente di parte vorrei sottolineare alcuni aspetti emersi appunto in campagna elettorale.
In primo luogo c’è da dire che la campagna elettorale c’è stata, si è svolto in città un dibattito vero, non formale che si è polarizzato nel confronto Scajola/Bracco.
Il candidato del centrosinistra con molta chiarezza e immediatezza di argomentazioni, ha criticato la politica dell’amministrazione a 360 gradi, puntando molto su alcuni aspetti che balzano agli occhi: la mancata trasparenza amministrativa, la gestione insufficiente dei beni culturali, la realizzazione della ciclabile peggiorata rispetto al progetto iniziale, la speculazione dell’area delle ex Ferriere, il velleitario e non condivisibile completamento del porto, il ripascimento malfatto del Prino, la mancanza di servizi essenziali nelle frazioni.
I temi che qui ho solo parzialmente elencato nascono da due aspetti fondamentali che sono all’origine della cattiva amministrazione di Scajola.
Il primo è programmatico, il secondo è politico. Il primo è in sostanza la visione di città che emerge dalle intenzioni (finora con pochi fatti) di Scajola. Una città a monocultura turistica, di un turismo un po’ d’antan, del tempo in cui l’attuale sindaco era giovane: tanto cemento, un porto turistico-garage, parcheggi e edilizia “bord de mer”, nessuna attenzione alla sostenibilità ambientale (basti vedere come l’Amministrazione sta intervenendo alla Galeazza senza nessun rispetto).
Unica leva di sviluppo contemplata è la contrattazione con i privati per l’utilizzo speculativo delle aree, quindi i servizi sono sempre pagati a carissimo prezzo a causa dell’ipoteca sull’ ambiente che le edificazioni richiedono (vedasi il supermercato alle Ferriere e il progetto, peraltro irrealistico, di finanziare il completamento del porto con l’edilizia residenziale). L’orizzonte di Imperia, insomma, è quello di diventare, fuori tempo massimo, un’imitazione mal riuscita di una cittadina della Costa Azzurra degli anni 80.
Il punto di differenza di fondo tra la destra e il centrosinistra è appunto questo: noi riteniamo la monocultura turistica pericolosa, perché nelle incertezze della crisi, con la guerra e i nuovi blocchi che si formano nel mondo, in una parola nelle attuali dinamiche incontrollate della globalizzazione, è rischioso puntare su un unico volano economico. Basti pensare alle difficoltà vissute dal comparto turistico negli anni della pandemia.
È molto più conveniente per lo sviluppo economico e le prospettive di futuro reale e non di cartapesta della nostra città, lavorare e progettare per la multivocazionalità di Imperia, cioè una valorizzazione, ovviamente in chiave moderna, di tutti gli aspetti che stanno nel paesaggio e nella storia economica e del lavoro della città: quindi il turismo ma anche l’agroalimentare, il commerciale, la pesca, la cantieristica, la crocieristica.
Le città moderne adesso programmano il futuro così, mescolando le funzioni. Da questo punto di vista è essenziale progettare una destinazione corretta delle aree dismesse (ex Italcementi), delle parti ancora libere del bacino portuale, dell’immobile stesso dell’ex fabbrica Agnesi.
E’ evidente che una riconferma di Scajola porterebbe all’utilizzo in una unica chiave turistica delle aree ancora esistenti, dando poche prospettive di lavoro qualificato per i giovani e gettando via definitivamente l’ultima occasione data dalle potenzialità del nostro territorio. È questo il punto chiave su cui i cittadini devono riflettere e su cui c’è una differenza di fondo tra la coalizione di destra di Scajola e la coalizione di centro sinistra di Bracco.
Il secondo punto è politico. Scajola esalta il civismo a parole, in realtà penso che non ci creda nemmeno lui. Se ci credesse, nella presentazione della sua biografia non metterebbe sempre nel massimo rilievo i suoi ruoli partitici nazionali del passato.
Questa sua esaltazione del civismo in realtà completamente strumentale. In primo luogo si tratta di un civismo del tutto artificioso: dai nomi delle liste a quelli dei candidati, indoviniamo facilmente i partiti di riferimento e perfino le loro correnti relative.
In secondo luogo questo camuffamento serve da una parte a nascondere quello che Scajola è effettivamente, cioè il capo locale della stessa coalizione di destra che guida il paese, come hanno detto esplicitamente i dirigenti di Fratelli d’Italia quando hanno deciso di rinunciare al simbolo e appoggiarlo.
Dall’altra parte il camuffamento civico serve a non subire condizionamenti nel suo potere di decisione, sottraendosi a ogni dialettica politica, dentro la sua amministrazione e, ancora più gravemente, nel confronto in Consiglio Comunale.
Questo mascheramento civico, che in realtà mortifica ogni aspetto partecipativo e democratico, riduce l’attività amministrativa a una falsa dialettica tra gli artefici della “politica del fare” (difatti stiamo assistendo a una pre-inaugurazione di lavori in itinere al giorno) e i presunti mugugnoni, quelli a cui per pregiudizio nemmeno politico, caratteriale, non andrebbe mai bene niente.
Siccome la politica se fatta onestamente non è il demonio ma è la sede più propria in cui si discute di grandi scelte e appunto di prospettive, questa frammentazione spinta, travestita da civismo propugnata da Scajola, non facilita l’amministrare in nome degli interessi generali ma fa il contrario: colloca di fatto, al di là di quello che prevede la legge, il capo dell’amministrazione solo al comando, senza un confronto vero né in giunta né tantomeno in Consiglio.
Il risultato è che non c’è un dibattito vero sulle scelte strategiche e nemmeno possono essere condivise eventuali scelte importanti. Per cui, tornando alla visione della città, turistica o multivocazionale, se non c’è politica manca inevitabilmente il confronto sulle due diverse prospettive strategiche e Imperia non è in grado di risollevarsi dal suo declino.
Per cui invito a riflettere, a capire che l’unico modo per aprire una effettiva e libera dinamica politica in città, per sbloccare un sistema di potere incancrenito, per ridare un ruolo al Consiglio Comunale e non considerare ineluttabile la strada già sperimentata nei cinque anni passati, è votare per il candidato sindaco Ivan Bracco, l’unica alternativa concreta a Scajola.
Non è un caso che Bracco unisca progetto civico e politico, presentando il centrosinistra in una forma rinnovata, con una lista civica e due liste direttamente partitiche, una coalizione capace di governare ma anche di proporre una opposizione mai accondiscendente, con una proposta di lungo periodo, solida, non legata esclusivamente a singoli episodi amministrativi ma a una visione complessiva della città.
All’interno della coalizione di Ivan Bracco, invito a votare la lista Alleanza Verdi Sinistra perché anche nel suo programma cittadino sa coniugare giustizia sociale e rispetto ambientale, perché Lucio Sardi, il capolista, e tutti gli altri candidati e candidate con la loro storia e le loro battaglie, danno la garanzia di un posizionamento politico netto di cambiamento, di governo o di opposizione che sia.
La lista Alleanza Verdi Sinistra garantisce un voto utile di alternativa a Scajola senza alcuna debolezza o ambiguità. Una sua affermazione, insieme a quella di Ivan Bracco, sarebbe un segnale di novità e di svolta importante per Imperia, un nuovo inizio”.