Sono 10 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione del Centro di Permanenza per il rimpatrio di Torino, nata nel maggio 2021 a seguito del suicidio all’interno della struttura di Moussa Balde, il 23enne guineano che, il 9 maggio 2021, poco prima di essere trasferito in isolamento a Torino, era stato aggredito a Ventimiglia. Per quel pestaggio, il Tribunale di Imperia, lo scorso gennaio, ha condannato a due anni di carcere (pena sospesa) i tre imputati ventimigliesi. Il video della violenza, girato da un testimone, aveva fatto il giro del web, generando grande indignazione in tutta l’Italia.
Contestualmente, la Procura di Torino ha messo nel mirino circa 40 casi di trattamento non idoneo ai danni di stranieri ospitati nel CPR, ipotizzando il reato di sequestro di persona. Nel procedimento sono indagati, a vario titolo, circa 10 tra agenti di polizia e operatori con responsabilità di gestione.
Morte di Moussa Balde al CPR di Torino: 10 indagati
Nel dettaglio, gli accertamenti riguardano un reparto chiamato ‘ospedaletto”, dove gli stranieri venivano messi in isolamento, senza necessità oppure senza la dovuta sorveglianza sanitaria.
Gli episodi presi in esame risalgono al periodo comprendente il 2020 e il 2021. Tra i reati per i quali si procede ci sono l’abbandono di incapace, le lesioni colpose, il falso, il favoreggiamento e, in relazione al caso di Balde, la cooperazione in omicidio colposo.