23 Novembre 2024 09:54

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23 Novembre 2024 09:54

“Dal 2010 sapevo che il Ponte Morandi era a rischio crollo”: in aula le rivelazioni di Gianni Mion, ex dirigente Benetton

In breve: I dubbi sulla tenuta del Ponte Morandi, secondo Mion, sarebbero emersi nel corso di una riunione tenutasi nel 2010, otto anni prima della tragedia, a cui parteciparono l'Ad di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e tecnici e dirigenti di Spea. 

“Il Ponte Morandi aveva un difetto originario di progettazione e era a rischio crollo. Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo mi rispose ‘ce la autocertifichiamo’. Lo ha detto Gianni Mion, ex Ad di Edizione, holding Benetton, ex consigliere di amministrazione di Aspi (Autostrade per L’Italia) e della sua ex controllante, Atlantia, al processo, in corso a Genova, per il crollo del Ponte Morandi in cui morirono 43 persone.

Processo crollo Ponte Morandi: in aula le deposizioni di Gianni Mion e Roberto Tomasi

I dubbi sulla tenuta del Ponte Morandi, secondo Mion, sarebbero emersi nel corso di una riunione tenutasi nel 2010, otto anni prima della tragedia, a cui parteciparono l’Ad di Aspi Giovanni Castellucci, il direttore generale Riccardo Mollo, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e tecnici e dirigenti di Spea.

“Non dissi nulla e mi preoccupai –  ha proseguito Mion – Era semplice, o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”.

La deposizione di Mion è stata interrotta dall’avvocato Giorgio Perroni, avvocato difensore dell’ex direttore del Primo tronco di Autostrade, Riccardo Rigacci, il quale ha chiesto al collegio di sospendere l’esame e di indagareMion. La deposizione è comunque proseguita e i giudici si sono riservati di decidere.

Roberto Tomasi

Nel corso dell’udienza odierna del processo per il crollo del Ponte Morandi ha deposto anche Roberto Tomasi, attuale amministratore delegato di Autostrade.

“Nel 2020 abbiamo visto un incremento dei coefficenti di rischio anche di oltre il 200% rispetto a quelli rilevati da Spea (società controllata da Aspi che si occupava della sorveglianza, ndr), mentre nel 2019 era del 50% […] Il livello di degrado della rete era sostanzialmente peggiore di quanto era emerso da ispezioni di Spea. Nel 2019 si era partiti con la verifica di 33 opere con due società esterne poi si è passati a 66. Ma vedendo la non omogeneità dei punteggi abbiamo esteso i controlli a tutta la rete”.

Dopo aver deciso di affidare le ispezioni sulla sicurezza a società esterne e non più a Spea, Tomasi ha spiegato in aula che sono stati “trovati in tutta la rete 27 mila difetti, con diverse gradazioni di gravità, non segnalati da Spea, 6 mila nelle sole gallerie della Liguria”.

 

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