23 Novembre 2024 23:08

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23 Novembre 2024 23:08

IMPERIA. MEETUP AMICI DI BEPPE GRILLO: “IL PARCO ROJA, QUELLO CHE LA VECCHIA POLITICA NON VI DICE”

In breve: " Gli apparenti padri di famiglia oscurano ai cittadini i veri interessi dell’operazione Parco Roja, che non riguardano la collettività, e celano il presunto danno perpetuato con la promessa di futuri nuovi posti di lavoro"

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Imperia. Anche il Meetup Amici di Beppe Grillo di San Biagio della Cima e della Val Verbone vuole intervenire sull’argomento del Parco Roja.

“Trattandosi di una struttura ferroviaria internazionale merci e passeggeri, tuttora funzionante, che, se fosse stata conservata con la “diligenza del buon padre di famiglia”, avrebbe creato economia e lavoro non solo a Ventimiglia, ma in tutto il comprensorio del Ponente Ligure, senza compromettere l’intera infrastruttura ferroviaria ligure.

Purtroppo i veri padri di famiglia si contano sulle dita di una mano, introvabili tra i vertici liguri; periodicamente si avvicendano politici che sbandierano ai 4 venti la difesa del bene pubblico, mentre rappresentano la causa del presunto danno economico, ambientale ed erariale di dimensioni colossali. Gli apparenti padri di famiglia oscurano ai cittadini i veri interessi dell’operazione Parco Roja, che non riguardano la collettività, e celano il presunto danno perpetuato con la promessa di futuri nuovi posti di lavoro. Dall’Accordo di Programma del Parco Roja emergono previsioni ridicole e imprecise (indicativamente 375 nuove assunzioni), e vengono tralasciate variabili caratterizzanti che dimezzerebbero il numero previsionale delle assunzioni; ad esempio, non sono stimate né la perdita dei posti di lavoro nei punti di vendita del centro cittadino, né la probabile chiusura delle attività commerciali e artigianali: nell’accordo di programma manca un presunto saldo in termini di occupazione settoriale relativo al bacino di utenza considerato, fondamentale per la progettazione di una qualsiasi grande opera.

Ricordiamo che se esistono inefficienze e presunti danni, questi non sono solo attribuibili a Rete Ferroviaria Italiana, ma anche a coloro che hanno permesso di fare ciò, sia a livello nazionale che regionale, poiché la dismissione del Parco Roja riguarda sia la materia della mobilità ferroviaria (di competenza essenzialmente nazionale) che l’urbanistica (di competenza, fondamentalmente, regionale, provinciale e comunale).

Negli atti ufficiali si legge che “si tratta di un Parco realizzato quale area di frontiera antecedentemente all’approvazione del trattato di Maastricht e di conseguenza risultante non più utile allo scopo, o addirittura abbandonato o dismesso”. Affermazioni azzardate, poiché con l’abolizione delle frontiere e dei trattati di Maastricht – Shengen, la commercializzazione dei prodotti era stata completamente semplificata (Operazioni intracomunitarie) e le operazioni di sdoganamento non erano più svolte: queste imponevano ore e ore di verifica nei convogli con i funzionari della Guardia della Finanza e della Dogana. Inoltre, pare che i binari dogana non siano mai esistiti e le operazioni di verifica e sdoganamento della merce presente nei convogli erano effettuate direttamente nei numerosi binari di arrivo e stazionamento dei treni.

Di conseguenza, non essendoci zone specifiche destinate alle operazioni di sdoganamento, è incomprensibile leggere, anche negli atti ufficiali, la giustificazione e addirittura l’identificazione di aree da dismettere e risultanti non più utili allo scopo. Da articoli di stampa (visibili nella relazione allegata), si può notare come solo l’officina impiegasse almeno 500 unità lavorative. Inoltre arrivavano numerose richieste da operatori nazionali e internazionali per terminalizzare le merci: il Parco Roja poteva diventare un Parco intermodale che avrebbe offerto tantissimi posti di lavoro e incrementato l’economia della zona (Ferrohotel, magazzini, imprese di spedizione, ecc.).

Nonostante una struttura funzionante, le merci transitavano spesso sulla linea Modane (Val Susa) anziché su Ventimiglia: per quale motivo ? La linea Modane ha una forte pendenza del tratto ferroviario ed il transito presenta costi superiori: occorreva e occorre, forse, procedere con la saturazione del Parco ferroviario di Modane (Val Susa) per giustificare la linea ad Alta Velocità Torino-Lione ? Tagliando linee e declassificandole, le soppressioni di treni per mancanza di binari liberi erano giornaliere e causavano ritardi ed inefficienze in tutta la struttura regionale. La linea è fondamentale anche per il rifornimento di GPL nel sud della Francia, poiché la linea di Modane è pericolosissima: smantellando quasi tutta la linea, i convogli di gas per le verifiche tecniche obbligatorie, prima di transitare nelle linee ferroviarie francesi, saranno forse stazionati in centro città, nei pressi della stazione centrale? Una bombola di gas di 25 Kg, in caso di scoppio, è in grado di distruggere un palazzo: cosa potrebbe accadere, in caso di scoppio, considerando che una cisterna contiene 45.000 Kg di GPL e un convoglio è formato da almeno 20 cisterne?

L’Accordo di Programma portato avanti in questi ultimi anni è arbitrario dal punto di vista tecnico e, a parere dello scrivente, non è conforme, da più punti di vista, alle disposizioni di legge attualmente in vigore. Tant’è vero che, tra gli enti partecipanti alle Conferenze di Servizi, l’Accordo è stato contestato prevalentemente dalla Soprintendenza. Sembrerebbe che le priorità di questo Accordo siano quelle di renderlo immediatamente operativo, favorendo al massimo il soggetto attuatore, il quale potrà operare direttamente e rapidamente con l’edificazione, avendo soddisfatto a priori le necessità di Legge per quanto riguarda l’individuazione delle aree a standard urbanistici (aree pubbliche). Infatti, per portare a termine un’operazione di queste dimensioni, per ogni mq di edificazione occorrerebbe identificare e realizzare altrettanti spazi pubblici, mancanti, da destinare a servizi per la collettività, quali piazze, parcheggi, aree verdi. Con questo modus-operandi si rischia che il soggetto privato attuatore, vincitore della gara pubblica, inizi l’edificazione nell’area più appetibile e speculativa del Distretto di Trasformazione commerciale-industriale, salvo poi bloccare tutti i lavori nelle aree considerate meno appetibili (zone vincolate dal punto di vista paesaggistico-archeologico) non appena emergerà la prima anfora di epoca romana: una volta edificato chi abbatterà le costruzioni “abusive” poiché carenti degli standard urbanistici?

Il Comma 5 dell’Art. 34 del TU Enti Locali (Dlgs 267/2000) recita “Ove l’accordo comporti variazione degli strumenti urbanistici, l’adesione del sindaco allo stesso deve essere ratificata dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza. ” L’accordo di Programma è stato sottoscritto dagli Enti interessati in data 19/05/2014 e avrebbe dovuto essere ratificato dal Consiglio Comunale, a pena di decadenza, entro il 18/06/2014: ciò non è avvenuto, quindi: l’accordo di programma e tutti gli atti connessi (varianti al puc, varianti al piano commerciale, ecc.) sono nulli !! Si spera che gli Enti preposti possano analizzare attentamente quanto è successo e sta tuttora accadendo nel Parco Roja, a tutela del trasporto ferroviario regionale e affinché tale struttura possa essere una reale risorsa per Ventimiglia e per tutta l’area del Ponente Ligure.

Qui di seguito potete analizzare una relazione dettagliata degli accadimenti riguardanti il Parco Roja http://sanbiagiodellacimavalverbone.blogspot.it/2014/06/declasifficazione-e-depotenziamento.html

L’Organizer. Amici di Beppe Grillo di San Biagio della Cima e della Val Verbone”

C.S.

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