La scrittrice imperiese Genevieve Alberti presenta il suo sesto libro, un romanzo dal titolo “La pasta del capitano”, che invita a riflettere sulle sfide affrontate dalle donne nel mondo del lavoro, dal precariato alle molestie sessuali. Il romanzo è reperibile online sia in formato digitale che cartaceo.
La storia di quattro donne e quattro impieghi precari diversi
Spiega Genevieve Alberti: “La Pasta del capitano è un libro che ho scritto dopo una lunga gestazione. Ho cominciato a scriverlo nel 2017, però scrivevo un capitolo e poi la notte non dormivo e quindi lo lasciato sedimentare. ho superato le cause del mio malessere e dopo anni l’ho ripreso e di getto, velocemente, i è uscito tutto quanto.
Il tema è impegnato e impegnativo, perché tratta del precariato delle donne e delle molestie sessuali, sul lavoro e fuori. Argomento tosto, però trattato con leggerezza e con ironia. Devi far riflettere, ma attraverso l’ironia, perché l’argomento di per sé è pesante e se lo tratti con ironia scivola meglio. L’importante è far capire cosa vuol dire essere un precario, essere una precaria, a qualsiasi età. Non puoi comprarti un tostapane a rate, non puoi fare investimenti sul tuo futuro, con le ripercussioni che il precariato ha anche sulla qualità del lavoro che viene prodotto.
Se entriamo nella trama, si parla di quattro donne di età diverse che decidono di convivere perché costrette, con i lavori precari, a dividere le spese. Questa è l’occasione per trattare, attraverso ogni personaggio, quattro tipi di precariato, tra cui anche il giornalismo.
Quello del giornalismo è uno dei precariati maggiormente negativi, perché va a scapito della buona informazione, dell’informazione corretta e soprattutto dell’informazione libera, perché se oggi uno alle prime armi decide di intraprendere questo mestiere non è più come una volta che imparava. Ora ti danno 4 euro ad articolo, non riesci a mantenerti e devi scrivere tanti articoli, a scapito della qualità e non hai alle spalle un giornale, una scuola di redazione e non hai neanche le spalle coperte. Uno così alla prima querela chiude tutto e se ne va. Capita spesso di leggere articoli che sono dei copia e incolla, uno dopo l’altro.
Non parliamo poi del sociale e delle scuole. Una delle protagoniste cerca di entrare nella scuola. Una volta c’era la continuità didattica, con una maestra che ti prendeva in prima elementare e ti portava fino alla quinta. Se io ogni anno cambio non è una cosa positiva. Nel sociale pensiamo alle cooperative, che cambiano personale ogni sei mesi e trattano anche soggetti fragili come anziani e disabili, adolescenti con problemi, tossicodipendenti. E’ negativo l’impatto che ha sulle persone e le ripercussioni che ha sul lavoro stesso.
Pasta del capitano si trova su Amazon, per le persone tecnologiche in versione kindle e per gli amanti della carta in versione cartacea“.