Si intitola “Il re del deserto” il racconto che descrive la straordinaria storia del campione imperiese Davide Re, narrata dal suo stesso padre Paolo. Davide Re, atleta imperiese, è il primatista italiano dei 400 metri, primo azzurro a correre sotto la barriera dei 45 secondi nel giro di pista.
Il racconto è stato pubblicato all’interno del libro “Lo sport è vita” (Rudis Edizioni).
“Il re del deserto”: la storia del campione imperiese Davide Re raccontata dal papà Paolo
Davide Re, tra gli altri traguardi, ha partecipato ai Campionati del Mondo a Doha nel 2019, arrivando a un soffio dalla finale, e si è posizionato quinto alla semifinale delle Olimpiadi di Tokyo nel 2020.
Le sue prestazioni lo hanno collocato al nono posto nel mondo, una posizione prestigiosa che testimonia il suo valore e la sua dedizione all’atletica leggera.
Il racconto “Il re del deserto” offre un’opportunità unica per scoprire la storia di Davide Re attraverso gli occhi di suo padre, Paolo.
“Davide cresce con il culto dello sport, del sacrificio e dell’obiettivo – si legge nel racconto – Che sia scolastico o sportivo l‘agonismo è nel suo sangue. Fin da bambino concilia lo sci con l’atletica. Si diploma allo Ski College quasi con il massimo dei voti e contemporaneamente diventa l’allora più giovane maestro di sci in Italia. Nello stesso anno arriva terzo alla Selezione Nazionale del Trofeo Topolino e ottiene a Roma con 35.12 la miglior prestazione italiana cadetti sui 300 metri. A 18 anni decide di puntare sull’atletica. Iniziano i grandi sacrifici, gli infortuni, i pianti e le gioie, in mezzo a tanti “NO”. No feste, No sgarri alimentari, No viaggi spensierati, No leggerezze giovanili… No, No, No.…, perché il faro è uno solo: i Campionati del Mondo, le Olimpiadi. Ogni goccia di sudore, ogni lacrima, ogni sorriso servono a illuminare quel percorso, e non c’è spazio per distrazioni e ripensamenti. Guardarsi indietro non è contemplato”.
Il racconto si concentra in particolare sui momenti pieni di adrenalina e tensione della semifinale mondiale ai Mondiali di Atletica Leggera a Doha, nel settembre 2019.
Ecco come papà Paolo racconta gli attimi dell’arrivo al traguardo:
“È con la testa al cielo che taglia il traguardo senza neanche rendersi conto che ha guadagnato un’altra posizione, è terzo. Si trova esausto accucciato sulle gambe a riprendere coscienza di sé, giusto il tempo per vedere sul tabellone il fantastico tempo di 44.85 secondi. Un risultato eccezionale che nella storia della specialità non ha mai lasciato nessun atleta fuori da una finale mondiale o olimpica. Lo speaker italiano è in delirio, forse l’Italia intera, incollata davanti alla tv, è in delirio.
Purtroppo, incredibilmente e in maniera assolutamente inaspettata, l’imponderabile accade. La terza semifinale sancisce l’esclusione dalla finale. Primo degli esclusi per otto maledetti centesimi.
Voltandosi ancora una volta indietro alza la mano in direzione della folla, mentre versa una lacrima. Un tempo incredibile, nono al mondo, mai nessun italiano così in alto nei 400 metri in una manifestazione iridata. Chissà che in quella lacrima non ci fosse anche un grande orgoglio”.