“Mi sono fidata e ho sbagliato, la situazione è sempre la stessa”. Queste le parole di Lorella Gastaudo, figlia di una degli ospiti alla RSA Le Palme di Arma di Taggia, la struttura che, lo scorso febbraio, è stata oggetto di un blitz della Guardia di Finanza a seguito del quale eseguiti 10 arresti e 14 misure cautelari con l’accusa di maltrattamenti sugli anziani.
Gastaudo, poche settimane dopo il blitz, aveva raccontato ai microfoni di ImperiaPost quanto vissuto dalla anziana madre, da 7 anni nella struttura, vittima di maltrattamenti insieme ad altri ospiti.
Nel dettaglio, le indagini, condotte dal gruppo di Imperia nell’ambito dell’operazione “Praesidium”, avviate nel luglio del 2021, hanno rilevato diverse condotte illecite messe in atto da operatori socio sanitari e infermieri impiegati presso la residenza sanitaria assistenziale “Le Palme” di Taggia, gestita dalla cooperativa genovese C.o.s., per i reati di maltrattamento e abbandono aggravati ai danni di anziani, in gran parte ultraottantenni nonché parzialmente o completamente non autosufficienti.
A distanza di quattro mesi da quel blitz, Gastaudo, difesa dall’avvocato Maria Gioffrè, ha deciso di convocare i media, accompagnata dalla propria legale, per rendere note alcune ombre che avvolgono ancora la vicenda.
“Gli OSS sono cambiati, ma la situazione nella struttura è sempre la stessa – racconta la donna – Continuano a verificarsi episodi in cui gli ospiti sono trattati con scontrosità, continuano a sparire effetti personali, come biancheria e borse. Io ho segnalato un caso riguardante a mia madre e la direzione ha provveduto a riacquistare le canottiere che erano sparite, ma questo non può continuare ad accadere. Sono in contatto anche con altri parenti che lamentano le stesse cose, nonostante abbia detto a tutti di lasciare solo il minimo indispensabile.
A parte questo, c’è il lato umano della questione. Tramite gli altri parenti, so di un’ospite che è stata lasciata nella sua stessa urina nel letto, poi è stata spogliata completamente e portata in bagno da un operatore, sebbene, dato che non cammina, dovrebbe essere portata da due persone, e lasciata da sola, scalza e abbandonata per mezz’ora sul gabinetto. Un altro parente che lavora all’estero non può essere sempre presente e la nonnina viene quasi abbandonata a se stessa. Un’altra Oss, secondo quanto raccontato dai parenti, avrebbe infilato i guanti sporchi nella bocca di un ospite affinchè non brontolasse.
Ho chiesto alla dirigenza attraverso varie email che ci fosse un incontro per sapere con chi ha a che fare mia mamma e quali competenze hanno i nuovi operatori, ma non ho mai ricevuto risposta. Quando avevamo fatto una riunione dopo gli arresti, ci avevano detto che avrebbero fatto un’altra riunione dopo un mese, ma non li abbiamo mai visti né sentiti.
Lo scorso 7 aprile mia mamma ha avuto un’ischemia e ha perso diversi chili. Quando è peggiorata siamo corsi da lei. Un’infermiera ci ha detto che era in coma e che si vedeva dal fatto che il suo naso si era assottigliato. Le avevano dato una fisiologica, perchè non vogliamo l’accanimento terapeutico. Dato che mi fidavo di quello che mi dicevano ho chiesto se potevo spostarla e mi hanno detto di rivolgermi al medico. Sono scesa di un piano e ho chiesto se fosse in coma, ma il dottore ha tergiversato e cambiato argomento. Alla fine, un’altra infermiera ha effettuato degli approfondimenti ed è uscito fuori che i parametri erano normalissimi. Quello che si vedeva non poteva dimostrare che mia mamma fosse in coma, ma era solo disidratata gravemente, quindi non le davano da bere. Infatti, solamente grazie a una fisiologica, mia madre si è ripresa e il giorno dopo ha riconosciuto mia nipote.
Cosa farò ora? Come altri, mi sto informando per spostare mia madre in un’altra RSA al più presto perché non mi fido più di questa struttura. Ci avevano garantito di poter entrare 24 ore su 24, così non è stato. Dopo che sono emersi i maltrattamenti che hanno portato agli arresti mi sono fidata di nuovo e ho sbagliato. Ho chiesto una conferenza stampa proprio perchè voglio rendere noto come vengono trattati questi nonnini. Sono angosciata per quanto sta succedendo”.