Condannato a 17 anni di carcere. Questa la sentenza pronunciata questa mattina in Tribunale a Imperia dal collegio composto dai giudici Carlo Alberto Indellicati (presidente), Marta Maria Bossi ed Eleonora Billeri (a latere), nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati un 66enne (difeso dagli avvocati Loredana Modaffari e Daniela Abbo) con le accuse di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale ed estorsione ai danni della moglie (costituitasi parte civile e rappresentata dall‘avvocato Giuliana Basso).
Il Pubblico Ministero Veronica Meglio aveva chiesto 10 anni, ma il collegio ha ritenuto di comminare un pena molto più severa, 17 anni.
Imperia: 17 anni di carcere per maltrattamenti e violenze sulla moglie, maxi condanna per un 66enne in Tribunale
Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe posto in essere maltrattamenti ai danni della moglie per anni, a partire dal lontano 2007. In più occasioni, l’avrebbe strattonata, picchiata, schiaffeggiata, minacciandola e insultandola. L’uomo avrebbe imposto alla moglie diverse limitazioni nelle frequentazioni dei famigliari, controllandole anche le spese dei soldi da lei guadagnati.
Negli anni, il marito avrebbe costretto più volte la moglie ad avere rapporti sessuali, nonostante i suoi rifiuti. Inoltre, l’avrebbe obbligata a consegnargli ogni mese la somma della pensione di accompagnamento della figlia, invalida al 100%.
“Attendiamo di studiare le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro 90 giorni – dichiarano gli avvocati della difesa Abbo e Modaffari – e valuteremo il da farsi insieme al nostro assistito che tuttora si professa innocente per tutti i capi di imputazione. Per lui è un duro colpo”.
“La sentenza di condanna è stata un sollievo per la nostra assistita – dichiara l’avvocato della parte civile Giuliana Basso – in considerazione soprattutto di tutti i lunghi anni vissuti in una situazione difficile. Innanzitutto ha avuto la forza di denunciare e poi di proseguire nel processo nonostante le preoccupazioni derivanti dall’essersi esposta.
Il collegio ha condannato l’imputato a risarcire i danni, rinviando alla sede civile per la quantificazione, e nel frattempo ha disposto una provvisionale di 20 mila euro”.