La stagione estiva è iniziata ma sono ancora molte le attività di ristorazione che fanno fatica a trovare camerieri, baristi e personale di sala per assicurare il servizio da mattino a sera. Proprio per questo motivo i titolari del “Baracchino”, il bar in via De Sonnaz aperto pochi mesi fa, sono costretti a chiudere nell’orario pomeridiano poichè non hanno ancora trovato delle figure che possano sostituirli.
Si tratta di un problema molto diffuso non solo a Imperia, bensì in tutta Italia. I lavoratori del settore della ristorazione sembrano essere sempre più rari e chi gestisce un’attività, come ci è stato riferito da più ristoratori, si trova in grande difficoltà per riuscire a coprire tutti i turni.
Ecco cosa ne pensano alcuni titolari di attività imperiesi.
Domenico Fiumara, “Il Baracchino” e “Le 5 Torri”
“Abbiamo aperto da tre mesi questo bar e stiamo facendo fatica a trovare personale da due mesi a questa parte. Abbiamo provato vari ragazzi purtroppo inesperti per quello che serve a noi perchè è un mestiere dove qualcosa devi saper fare. Di giovani ce ne sono tanti che hanno voglia ma purtroppo non si ha il tempo adesso di insegnargli, abbiamo bisogno di qualcuno con un po’ di esperienza. Ora ci ritroviamo in stagione senza nessuno e dobbiamo chiudere al pomeriggio perchè non c’è nessuno che ci possa sostituire.
Le prove che abbiamo fatto finora sono finite per esempio perchè tanti vogliono scegliere il loro orario di lavoro, tanti pretendono uno stipendio alto senza saper far nulla. Penso che prima serva la voglia di imparare, poi si può parlare di prezzo. Tanti dicono ‘magari pagate poco’, ma non è così. Paghiamo più di quello che dobbiamo pagare perchè ci teniamo alla nostra attività. Se noi paghiamo il giusto il ragazzo rende quello che deve rendere, ma non ci sono queste persone. Avessimo più tempo potremmo insegnare il mestiere ai ragazzi, ma in questi casi avremmo bisogno di esperti che purtroppo non ci sono.
I motivi? Sono state molte le cause. Tanti dicono il reddito di cittadinanza, secondo me è un po’ vero e un po’ no. Secondo me il Covid ha fatto sì che i ragazzi abbiano dovuto adattarsi ad altri lavori, perchè la pandemia ha penalizzato molto questo settore e i giovani si sono dovuti adattare a fare altro. Ora dirgli di tornare a lavorare sabato e domenica non tutti hanno questa voglia e magari preferiscono fare un lavoro in settimana. So che c’erano tanti professionisti ma si sono adattati a fare altro.
Abbiamo anche un ristorante a Civezza, Le 5 Torri, e li trovano la scusa del problema per salire su, non hanno il mezzo, tanti non sono neanche patentati e diventa difficoltoso far venire a lavorare le persone. A volte ci capita di scendere a Imperia e portarli su a lavorare per avere qualcuno che ci aiuti.
Anche altri ristoratori hanno lo stesso problema, anche sul porto che è una zona turistica, fanno fatica a trovare dipendenti e camerieri, soprattutto cuochi e pizzaioli, se ne trovano sempre meno”.
Marco Conte, “Besugo”
“Ho avuto timore fino all’ultimo di non riuscire a coprire la stagione estiva. È stato difficile trovare tutto il personale che ci occorreva, ma ce l’abbiamo fatta. Come mai? Di sicuro il settore è cambiato rispetto agli anni 90. Prima di tutto ci sono molte più attività di ristorazione rispetto alla quantità di ‘manodopera’ disponibile.
Un altro aspetto è quello che i giovani adesso accettano di meno i turni della ristorazione. Spesso quando vengono a provare ci chiedono di non lavorare di sera, di avere i weekend liberi o le feste libere. Inoltre, manca la professionalità e chi è alle prime esperienze chiede già stipendi da professionista”.
Osvaldo Martini, “Braccioforte”
“Non ho avuto problemi di reperimento del personale, perchè ho i miei dipendenti fidati e me li tengo stretti. So bene, però, che il problema è generalizzato nel settore in tutta Italia. Da cosa dipende secondo me? Sicuramente i tempi sono cambiati. Una volta chi iniziava la scuola alberghiera aveva addirittura già avuto delle esperienze e intraprendeva questa strada con l’idea di far carriera in questo settore in modo serio e con un progetto di vita ben preciso. Adesso spesso i giovani prendono il diploma alberghiero e poi fanno tutt’altro.
Probabilmente influisce anche il fatto che ci siano casi in cui di titolari di attività non sono corretti nei confronti dei dipendenti, cosa che ha fatto sì che i lavoratori abbiano iniziato a cercare sempre di più impiego in altri settori. Inoltre, ai giorni nostri la qualità della vita ha assunto un valore fondamentale e in molti decidono di non entrare nella ristorazione per via degli orari e dei ritmi serrati che ci sono. I ristoratori potrebbero ovviare al problema assumendo più dipendenti per divedere i turni, ma in molti casi questa è una scelta insostenibile a livello di costi”.