23 Novembre 2024 21:00

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23 Novembre 2024 21:00

Imperia: crisi sanità, presidio della CGIL davanti all’ospedale. “Politica scollegata dalla realtà. Si organizzano corsi di rafting, mentre la gente è costretta a rinunciare alle cure”/Foto e Video

In breve: "Sanità pubblica se non la curi non ti cura”, questo il tema della manifestazione a cui hanno aderito diverse associazioni, partiti e movimenti.

Un centinaio di partecipanti questa mattina, lunedì 10 luglio, nel piazzale antistante l’ospedale di Imperia, al presidio organizzato dalla CGIL a sostegno della sanità pubblica.

Sanità pubblica se non la curi non ti cura”, questo il tema della manifestazione a cui hanno aderito diverse associazioni, partiti e movimenti, tra cui il Partito Democratico, Giovani Democratici, Imperia Rinasce e Alleanza Verdi Sinistra.

Nel corso dei propri interventi i rappresentanti della Cgil, in particolare il segretario provinciale, Fulvio Fellegara, e il segretario regionale, Maurizio Calà, hanno chiesto maggiori investimenti nel personale per ridurre i tempi di attesa e i carichi di lavoro. Da Calà sono arrivate critiche anche all’Ospedale Unico e alla privatizzazione dell’Ospedale di Bordighera. Non sono mancati riferimenti polemici al corso di rafting organizzato dall’Asl 1 Imperiese per i dirigenti. 

Imperia: presidio della CGIL davanti all’ospedale

Fulvio Fellegara, segretario provinciale Cgil

Fulvio Fellegara, segretario provinciale della CGIL spiega le motivazioni del presidio di questa mattina: “Noi abbiamo iniziato un lungo percorso di mobilitazione che si è svolto a livello nazionale, regionale e anche qua a Imperia, in difesa della sanità pubblica e in difesa del diritto delle persone di essere curate in tempi decenti.

Sul nostro territorio il pronto soccorso è la punta di un iceberg che ha mille altri problemi, tempi di permanenza esagerati con ore di attesa e un carico di lavoro sugli operatori che è micidiale.

Abbiamo problemi sia per chi lavora, sia per il cittadino. Abbiamo liste di attesa per esami che sono infinite. Anche due anni per una cataratta all’occhio.

Questo comporta una privatizzazione indiretta della sanità che stiamo vivendo. Chi può va dal privato, chi non può permetterselo rinvia le cure o addirittura le sospende.

Così non va bene, serve una campagna di assunzione straordinaria. Questa Asl spende quasi 4 milioni in un anno per i medici a gettone, quattro volte tanto un medico normale, per tappare i buchi e senza dare continuità di assistenza.

Ci sono i fatti di cronaca recente, non siamo contrari alla formazione. È giusto che una Asl la faccia per i propri dirigenti. Ma pensare che in un momento in cui le persone non si curano o fanno fatica a curarsi, qualcuno spenda soldi per fare un corso di rafting denota quanto sia scollegato dalla realtà chi dirige la politica di questo territorio.

Ci sono tempi e modi, c’è il buon gusto e il buon senso. Qui sono venuti a mancare.

Bisogna stare con i piedi per terra , lavorare per mantenere pubblico il sistema sanitario locale”.

Maurizio Calà, segretario regionale della CGIL

La Sanità non è solo un problema di Imperia, un po’ in tutta la regione la politica di Toti è fortemente criticata

“Assolutamente si, ed il dato che questa regione abbia dei problemi strutturali viene dal fatto che siamo la prima regione al nord per mobilità sanitaria. Quindi la Liguria finanzia per 400 milioni di euro le strutture sanitarie delle altre regioni vicino a noi.

Questo significa che i liguri non trovano qui la risposta sanitaria adeguata, ovviamente ci sono province e province: quella di Imperia è una provincia già disastrata di suo, perché qui non abbiamo solo un problema di sanità, abbiamo vari problemi che si sommano, tra cui l’ infrastruttura, ecc.

Ed in questa provincia, purtroppo, il dramma è ancora superiore. Quindi noi abbiamo i dati tremendi sulla lista d’attesa.

Per una visita cardiologica ci vogliono 194 giorni col breve, per fare un Ecodopler 108 giorni. Siamo di fronte ad una condizione per cui la gente non riesce a curarsi.

Questo cosa determina? Determina che le persone vanno al pronto soccorso.

Tant’è che su 220 mila imperiesi, gli ingressi al pronto soccorso sono 81 mila di cui i codici verdi sono 46 mila. Cioè siamo di fronte al fatto che tu non riesci a curarti e vai al Pronto soccorso, ovviamente il pronto soccorso a quel punto si inceppa e ci sono 8, 9, 10 ore di attesa media al pronto soccorso, in una situazione in cui hai gli ospedali che si spartiscono i punti, le eccellenze sanitarie, con la vicenda di Bordighera che è incredibile, dove invece in una provincia come questa dove si dovrebbe rafforzare la sanità.

Quindi, tutto questo non si realizza in un piano socio-sanitario regionale che è assolutamente inadeguato: parla di ospedali nuovi, case di comunità, ma non risolve liste d’attesa e pronto soccorso che sono un problema di oggi e non del domani“.

In provincia di Imperia si è individuato l’ospedale unico come soluzione per i problemi della sanità. Lei cosa ne pensa?

“Quest’ idea di dividere tutto in ospedali unici è una sciocchezza, perché uno dei problemi della pandemia è il fatto di rilevare che ci vogliono dei luoghi in cui si faccia alta specializzazione, ma noi abbiamo bisogno di dare la cura  direttamente sul territorio.

Quindi, ripeto: se ci sono 46 mila codici verdi è perché non c’è la medicina territoriale.

Quindi poi decidere di accorpare ed unificare il sistema degli ospedali significa aggravare ancora di più la condizione che c’è”

La privatizzazione dell’ospedale di Bordighera è stata fortemente contestata

“Ovviamente si, quella è una sciocchezza. Ossia l‘idea di privatizzare la sanità in Italia.

Il prossimo anno ci saranno 3 miliardi e 3 in meno, per la prima volta, quindi piangeremo lacrime e sangue .Altro che fare le assunzioni.

Chiedere la privatizzazione di un luogo come questo è sbagliato perché il privato va dove c’è da guadagnarci, il pubblico, invece, deve garantire la salute.

Nella provincia di Imperia, dove vi è una difficoltà oggettiva a curarsi, nelle infrastrutture, noi rischiamo di dare al privato un pezzo di eccellenza pubblica che non darà quella cura che bisogna dare.

Tant’è che negli ultimi 10 anni, la sanità pubblica ha tagliato 41 miliardi .

Guarda caso, gli italiani hanno speso 41 miliardi in più nella sanità privata.

C’è un nesso che mi pare piuttosto esplicito”.

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