“Sino ad oggi ho osservato un religioso silenzio, ma considerato che molti ‘insegnanti’ mi chiamano alla cattedra ritengo doveroso rispondere, anche perché non sono un’alunna che non studia”. Queste le prime parole di Silvia Mameli, la consigliera comunale del gruppo Imperia Senza Padroni salita agli onori delle cronache negli ultimi giorni per non aver firmato, a differenza del suo capogruppo, Luciano Zarbano, e di una parte dell’opposizione, la richiesta di consiglio comunale monotematico sul caso Scajola-Bergaminelli-Maiolino.
Parole forti quelle della consigliera di opposizione che sanciscono una spaccatura all’interno del gruppo consiliare Imperia Senza Padroni e, più in generale, nell’intera minoranza.
Imperia: no al consiglio monotematico sul caso Scajola-Bergaminelli, parla la consigliera Mameli
“Essere in minoranza non significa, sposare, giocoforza, qualsiasi iniziativa venga proposta e coloro che cadono nel banalismo, della serie ‘fai parte della maggioranza’, dimostrano uno scarso approccio culturale a quello che secondo il mio modestissimo punto di vista significa fare politica – dichiara la consigliera Mameli – Dopo la tornata elettorale di Maggio, le uniche, e sottolineo le uniche, proposte e/o conseguenti azioni portate avanti dalla minoranza /opposizione, sono sempre state uni direzionali su argomenti attinenti al primo cittadino.
Specifico, onde sgombrare definitivamente il campo da ogni forma di equivoco, che i suddetti temi hanno valenza e sono importanti, vanno portati avanti, ma al di fuori dell’assise comunale. Dedicare consigli, senza mai focalizzare l’attenzione su quanto è stato veicolato con un programma elettorale ampio e articolato significa, questo sì, tradire coloro che hanno espresso una preferenza assegnando un mandato.
Essermi candidata con la lista Imperia Senza Padroni, spiega benissimo quale sia il mio orientamento in tema di scelte. Amministrare localmente non è una questione di destra o di sinistra, non è il portare avanti crociate in sala consiliare, e non nelle sedi opportune, senza affrontare i temi che per due mesi abbiamo sostenuto confrontandoci con i Cittadini. La politica dell’ ascolto deve diventare ora la politica del parlare, quella dei fatti e della realizzazione delle aspettative della Comunità“.