23 Dicembre 2024 06:26

23 Dicembre 2024 06:26

Imperia: caso Scajola-Bergaminelli, la minoranza si spacca in consiglio. Lauretti, Savioli e Amoretti abbandonano l’aula. “Sono argomenti di competenza della Magistratura”

In breve: Durissima spaccatura interna alla minoranza oggi, 31 luglio, a Imperia, durante il consiglio comunale monotematico sul caso Scajola-Bergaminelli richiesto da una parte della minoranza.

Durissima spaccatura interna alla minoranza oggi, 31 luglio, a Imperia, durante il consiglio comunale monotematico sul caso Scajola-Bergaminelli richiesto da una parte della minoranza (Ivan Bracco, Loredana Modaffari, Daniela Bozzano, Lucio Sardi, Luciano Zarbano, Edoardo Verda e Deborah Bellotti) e convocato dal Prefetto con una diffida al Presidente Simone Vassallo.

Laura Amoretti (Pd), Alessandro Savioli e Enrico Lauretti (Società Aperta) hanno abbandonato l’aula sottolineando di essere in disaccordo con la discussione proposta dai colleghi di minoranza, ritenendola inutile in quanto inerente questioni di competenza della Magistratura e non del consiglio comunale. 

Imperia: caso Scajola Bergaminelli, tre consiglieri di minoranza lasciano l’aula

Laura Amoretti

“La ragione della mia presenza in aula è dettata dal rispetto per le istituzioni, per il consiglio comunale di cui ho l’onore di fare parte, per il rispetto del suo presidente e di sua Eccellenza il Prefetto. Avrei potuto rimanere a casa, addurre impegni, chiamarmi fuori. Ma ritenevo doveroso essere qui e poter quindi esprimere il mio parere. Desidero mettere in chiaro una cosa. Per il ruolo, per i poteri, per i limiti che il consiglio ha ritengo che questa pratica non sia affrontabile. Non ho sottoscritto il documento di richiesta di convocazione del consiglio, ho votato contro la mozione dell’ultima seduta consiliare proprio perché ritengo che l’argomento per cui siamo oggi qui convocati esuli completamente dalle nostre competenze. Proprio per questo voglio richiamarmi al nostro Presidente, Mattarella, che pochi giorni fa in occasione della tradizionale Cerimonia del Ventaglio al Quirinale ha affermato con fermezza e determinazione come sia necessario, testualmente, ‘che debba essere garantito il rispetto del ruolo della Magistratura nel giudicare, perché soltanto alla Magistratura è riservato questo ruolo dalla Costituzione’. ‘E di conseguenza – dice ancora Mattarella – iniziative di inchiesta con cui si intende sovrapporre l’attività del Parlamento ai giudizi della Magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Ribadendo quindi che gli organi politici non si devono sovrapporre alla Magistratura e così viceversa nel rispetto dei ruoli e delle rispettive competenze dettate dalla Costituzione’.

E allora non basta dire di non volersi sovrapporre alla Magistratura se poi si entra nel merito di atti oggetto di indagine da parte di essa e si chieda addirittura di adottare provvedimenti di censura. Se emergeranno profili e azioni da condannare, spetterà al giudice farlo. Noi non siamo un Tribunale e io non voglio essere ne un Pm, ne un avvocato difensore di una o dell’altra parte, ne tantomeno un giudice. Non è il compito che i cittadini mi hanno assegnato votandomi.

Non sto in questo consiglio per discutere su quanto è compito della Magistratura. Considero questa pratica un’invasione di campo da parte del consiglio comunale, contrario al richiamo del nostro presidente della Repubblica. Non è questione di destra, di sinistra, di essere con la maggioranza o con la minoranza, è un argomento su cui tutti noi che siamo seduti in questa sala non abbiamo competenza. Non sono accettabili quindi discussioni o sanzioni. Tutto questo non mi appartienee. Ma ritenevo doveroso esserci, esprimere questa mia decisione, quello che sento doveroso portare avanti. Per chiarire la mia posizione su qualcosa che dovrebbe essere scontato, ma non lo è. Quindi concludo, per coerenza e logica conseguenza non parteciperò alla votazione uscendo dall’aula”.

Enrico Lauretti

“Condivido quanto detto dalla consigliera Amoretti. Penso che se l’autorità giudiziaria agisce su un certo tema gli altri poteri devono fare dieci passi indietro. E bene non parlare di cose di cui non si può parlare. Il procedimento giudiziario è molto delicato, ha delle procedualità, delle ritualità. Prevede una difesa, la presentazione di documenti, di sentire testimonianze. Non si possono fare dei processi, dei discorsi pubblici. Quelli si fanno al bar, a casa e nelle piazza. Ma nella sede del consiglio comunale no.

Per questo noi di Società Aperta ci sottraiamo a questa discussione, perché non è la sede adeguata. L’autorità giudiziaria va rispettata e non va condizionata con nessun discorso fatto in un luogo istituzionale. La Magistratura va lasciata lavorare e va rispettata la persona indagata. Le indagini producono sofferenza nelle persone. Si ha ansia, si è sovraesposti. Bisogna avere un atteggiamento umano e compassionevole. Invitiamo i consiglieri di minoranza a lasciar perdere, a rinunciare e a vederci nel prossimo consiglio in un clima più fiducioso e costruttivo”.

Alessandro Savioli

Un appunto alla collega Modaffari che tutte le volte ci associa alla maggioranza. Abbiamo più volte chiarito che noi di Società Aperta, gruppo di minoranza, valuteremo pratica per pratica. Talvolta favorevolmente se per il bene della città. Se ne faccia una ragione. Sono stili diversi. Rispetti il nostro, a mio parere più costruttivo rispetto al suo sempre troppo viziato dalla parola censura.

Oggi partecipo a questa seduta di consiglio per mero spirito di servizio, per rispetto delle istituzioni. Non ritengo assolutamente necessaria la discussione della pratica odierna. Quello che mi chiedono i miei elettori è discutere in consiglio comunale pratiche nell’interesse della città e dei cittadini, per la crescita di Imperia. E non è questo il caso. Non trovo corretto valutare situazioni su cui non abbiamo elementi certi, se non notizie riportate dai quotidiani e trapelate da altri enti. Per assurdo cosa dovremmo fare? Un consiglio comunale monotematico perché pare che un agente di Polizia Locale abbia tenuto il posto auto al Sindaco per una manifestazione? Un altro perché il Sindaco ha utilizzato l’auto del Comune per accompagnare un cittadino forse in difficoltà? Un altro per il terrazzo di via della Repubblica? Ma cosa stiamo facendo? Mi chieo, devo essere io consigliere a decidere o meno se i comportamenti del Sindaco possono essere un suo limite caratteriale o ingerenze illegittime? Ma cosa ne guadagna la città, i cittadini? Se non allontanarsi sempre più dalla politica e dalle istituzioni.

Detto questo, è importante non sconfinare dai propri compiti. A volte le linee sono sottili, ma i Sindaci devono fare i Sindaci e non i dirigenti o i direttori dei lavori. Non devono intervenire laddove la politica possa influenzare o danneggiare in cattivo modo l’operatività degli uffici competenti. Come per altro dirigenti, direttori dei lavori, Magistratura non dovrebbero interferire con legittime scelte politiche, così come è vero che l’operatività degli uffici pubblici è spesso limitata dalla burocrazia che nella legislazione italiana è incancrenita da molto tempo.  Oggi abbandonderò la seduta al momento della votazione in quanto ritengo che certe valutazioni devono essere fatte dalla Magistratura e dunque non intendo esprimere il mio voto“.

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