23 Dicembre 2024 10:30

23 Dicembre 2024 10:30

Imperia: caso Bergaminelli, Claudio Scajola in consiglio. “Sono ingombrante, per questo ce l’avete con me. Io non ho mai minacciato nessuno. Faccio il Sindaco così e lo farò sempre”

In breve: "Provo sofferenza, come Sindaco e come persona. Provo sofferenza perché colgo dall'intervento di alcuni un forte risentimento nei miei confronti". Così il Sindaco di Imperia, Claudio Scajola, ha esordito nel suo lungo intervento.

“Provo sofferenza, come Sindaco e come persona. Provo sofferenza perché colgo dall’intervento di alcuni un forte risentimento nei miei confronti”. Così il Sindaco di Imperia, Claudio Scajola, ha esordito nel suo lungo intervento nel corso del consiglio comunale convocato su richiesta della minoranza, dopo l’intervento del Prefetto, con oggetto l’inchiesta che vede indagato il primo cittadino con l’accusa di minacce all’ex Comandante della Polizia Locale Aldo Bergaminelli.

Imperia: caso Scajola-Bergaminelli, ecco cosa ha detto il Sindaco in consiglio comunale

Nel suo discorso Scajola ha negato di aver mai minacciato Bergaminelli, ma di aver solo esercitato i suoi poteri da Sindaco, previsti dalla legge.

“Lo avevo già verificato in campagna elettorale dove si diceva l’inverosimile. Si prendevano gli spezzoni di alcuni articoli, mirati a screditare la mia immagine. Provo sofferenza dall’insediamento di questo consiglio comunale, dai primi atti. Non si è chiesto questo consiglio perché io spiegassi qualcosa sulla vicenda Bergaminelli.

Lasciando perdere la campagna elettorale, i precedenti sono l’insediamento del consiglio comunale che da quando sono bambino ad oggi è sempre stato un momento di vicinanza tra quelli che avevano terminato una campagna elettorale e si insediavano per il bene della città. Con posizioni molto diverse, in allora anche ideologicamente molto diverse. Su questi banchi sono state sedute persone di notevole capacità, di storie personali significative. Eppure la riunione di insediamento finiva con un brindisi tra tutti perché era il momento più importante della democrazia di una città.  La scelta dei nuovi amministratori.

Come posso pensare che il discorso fosse limitato al caso odierno Bergaminelli. Non posso pensare questo, perché se già alla riunione di insediamento è stato chiesto di non procedere alla convalida dimostrando più ignoranza che dolo, non sapendo che se il consiglio non si fosse insediato sarebbe rimasta paralizzata tutta l’attività amministrativa, compresi gli stipendi. La richiesta era di non convalidare finchè non si fosse chiarito se il Sindaco fosse eleggibile o meno. Era evidente che questo avrebbe avuto tempi lunghi e che nel frattempo sarebbe rimasta bloccata l’attività amministrativa.

Come posso non pensare che già in quel momento era stata decisa la linea di far saltare questo Comune. Lo sapete questa indagine su cos’è? E’ una presunta imputazione per capire se il Sindaco, in una telefonata registrata, non si può prendere solo uno spezzone figli miei, leggetevi tutte le carte, ha minacciato. Ma non c’è minaccia, non c’è, c’è forse una parola volgare. Una parola volgare che esce con una persona che è partita registrando una telefonata, che non sapeva chi era Maiolino, dov’era la sua attività precedentemente, dov’era la rotonda della ciclabile, di che ciclabile parlavamo. Sino a quando c’è stato questo sbotto. Ma la possibile accusa è minacce. Io non ho mai minacciato nessuno in vita mia, non mi appartiene.

Voi avete chiesto un consiglio per questo ed era talmente urgente che bisognava spendere qualche migliaio di euro per farlo prima. Perché se lo avessimo fatto cinque giorni dopo mettendolo insieme anche altre pratiche cascava il mondo. Mi sembra ridicolo. Però c’era il fondo, trasformare questa riunione in una caciara.

Vi parlo con sincerità. Mi sono chiesto tante volte ‘ma perché ce l’hanno con me?‘. Che più o meno sono sempre gli stessi. Cinque anni e mezzo fa mi sono candidato per vedere se era proprio maggioritario questo clima di disprezzo nei miei confronti. E la soddisfazione più grande che ho avuto in questi ultimi anni è stato quello di trovare il consenso della mia gente. Così come ancora adesso mi sono ricandidato, senza cercare scorciatoie, gli appoggi, le sigle. Mi è stato chiesto se nelle mie liste civiche avrei accettato anche altri, ho risposto che le liste civiche sono aperte a tutti. Quando avevano deciso, dopo che l’avevano conosciuto, che Zarbano non poteva essere adatto per fare il candidato Sindaco io ho detto che ero disponibilissmo a metterlo anche nelle mie liste.

Io ho sempre dato un taglio di apertura. Adesso mi chiedo, ‘ma che piedi ho pestato?’ Allora mi dò una risposta. Il problema è che questo Sindaco è ingombrante. E’ verissimo, sono ingombrante. Per la mia storia passata, per il mio carattere. Ma io non faccio il Sindaco perché la mia ambizione era sedermi su questa poltrona. Io mi sono appellato alla popolazione senza aiuti di nessuno con la credibilità di un programma. Ma per fare questo c’è una visione della funzione del Sindaco che è diversa.

Io mi ispiro unicamente a due cose, alla Costituzione che prevede che sono tutti innocenti e stimabili fino a sentenza passata in giudicato. Questa è la civiltà, che mi hanno insegnato a casa, nella mia attività politica e che non permetterò a nessuno di modificare laddove sono presente io. Il secondo faro è il popolo, il consenso del popolo. Il consenso si ottiene con il voto segreto in democrazia. Su questi due fari c’è la visione di quello che hai detto ai cittadini che vuoi fare, che è il programma elettorale. Io dove rispondere a quel programma. Tanto che fanno scegliere al Sindaco gli assessori, che sono i suoi collaboratori, le sue braccia.

Ma i dipendenti comunali e il Comandante dei Vigili sono strumenti dell’amministrazione comunale e nel compito del Sindaco c’è quello di sovrintendere e verificare il lavoro degli uffici e l’esecuzione degli atti. Articolo 50 della legge sui Comuni e sulle Province. Che questo sia chiaro. A meno che non ci sia qualcuno che voglia quesi Sindaci che non fanno niente. E non facendo niente non si corrono rischi.

Mi hanno insegnato anche che se bene ti comporti puoi anche correre rischi che prima o poi vengono fuori le verità. E’ così è sempre stato, sino ad ora, nella mia vita e così continuerò a fare.

Il 3 ottobre ci sarà l’ultima puntata. Ci sarà l’udienza sulla ineleggibilità, perché i signori Zarbano, Bracco e Sardi pensano che io sia ineleggibile. E che quindi devo decadere e bisogna ricominciare da capo. Benissimo è la vostra linea, è un vostro diritto fare ricorso. Ma non venitemi a dire che non far convalidare il consiglio comunale, fare un consiglio per screditare la figura del Sindaco sulla sua moralità e fare un ricorso sulla ineleggibilità sono nell’interesse dei cittadini imperiesi. Questo non lo potete dire, questo vuoldire che cercate la paralisi della città. So che non è per tutti così, ma solo per chi è ancorato a una visione di negatività e di disprezzo per la mia figura. E questo mi dispiace pure.

Per quanto riguarda le presunte minacce al Comandante dei Vigili, è noto a tutti che non può essere mischiato l’ex Comandante dei Vigili con il Comando dei Vigili. E’ molto azzardato dire che quella telefonata del Sindaco al Comandante dei Vigili sia da allargare al Corpo dei Vigili che considero la prima diretta emanazione del Sindaco. Non azzardiamoci. Anche perché sareste smentiti se faceste un confessionale con ogni singolo vigile. E la chiudo lì.

E’ noto che da parte mia c’era forte irritazione che nei cinque anni di amministrazione comunale il Comandante dei Vigili nei giorni festivi e prefestivi non garantiva la sua presenza in mezzo ai suoi uomini. E questo gli ho contestato, facendolo un giorno rientrare anche dalle ferie. Ma questa è una valutazione di chi esercita il ruolo di Sindaco. Può non piacervi, ma io il Sindaco lo faccio così, essendo sul pezzo dalla mattina alla sera, facendo riunioni continue con assessori, consiglieri e verificando quotidianamente come sta andando il lavoro per far crescere Imperia.

Io faccio il Sindaco così e non modificherò mai il mio modo di fare il Sindaco in questo modo perché cosi mi garantiscono il rispetto delle leggi. Il primo dovere è realizzare e mi definisco uomo del fare e non voglio fare chiacchiere. Poi ci sarà una decisione del Pm, del Gip, del Tribunale, dell’Appello, della Cassazione, ci sarà quello che volete, io rispetto. Ma fino a quel momento io faccio il Sindaco. Mi piacerebbe che questo potesse avvenire in un rapporto diverso.

Ho colto che nella stessa opposizione ci sono state delle differenziazioni, spero chc ce ne siano altre, spero che ci siano anche dei ravvedimenti. Io per natura non provo risentimenti, così sono stato abituato. Potete pensare in maniera diversa e convocare il consiglio comunale con sette firme tutte le volte che volete. Però attenzione, noi non abbiamo toccato due temi. Non abbiamo usato il tema che di questi argomenti non si parla e non abbiamo deciso non partecipare alla riunione. Ma siamo rimasti, ascoltiamo fino in fondo tutti. Perché crediamo sia doveroso. Ma questo significa rispetto reciproco che spero ci sia da parte di tutti”.

 

 

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