25 Dicembre 2024 06:39

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Crisi idrica e Rivieracqua: Imperia Rinasce replica a Claudio Scajola. “Ci ha accusati di falsità, ma ci siamo limitati a ricostruire quanto accaduto nella gestione dell’acqua pubblica”

In breve: Il consigliere di minoranza Ivan Bracco (Imperia Rinasce), replica alla nota del sindaco Claudio Scajola, in merito alla crisi idrica che sta interessando il territorio imperiese ed andorese e sulla gestione della Rivieracqua.

Il consigliere di minoranza Ivan Bracco (Imperia Rinasce), replica alla nota del sindaco Claudio Scajola, in merito alla crisi idrica che sta interessando il territorio imperiese ed andorese e sulla gestione della Rivieracqua.

Crisi idrica e Rivieracqua: Imperia Rinasce replica a Claudio Scajola

In risposta alla nota diffusa dal sindaco Scajola via social, siamo sinceramente felici di apprendere che il primo cittadino di Imperia ami il confronto di idee e lo consideri il sale della democrazia, -anche perché durante la campagna elettorale c’era parso che si sottraesse al dialogo ma evidentemente avevamo frainteso…- troviamo però ingeneroso il fatto che ci accusi di diffondere “errori grossolani e falsità” in quanto ci siamo limitati a ricostruire quanto accaduto nella gestione dell’acqua pubblica nel Ponente negli ultimi 12 anni.

Ci colpisce molto anche il fatto che Scajola ci accusi di diffondere false informazioni ma ci contesti solo il compenso a lui destinato per il ruolo di Commissario dell’Ato idrico, compenso che non è uscito dalla nostra fantasia ma è stato stabilito dal DPGR 503 del 27/01/23, che testualmente recita: “che al Commissario ad acta, ai sensi dell’articolo 2 comma 4 della l.r. 14/2019, è corrisposto un compenso commisurato proporzionalmente alla durata dell’incarico nel limite massimo dell’80 per cento del trattamento economico spettante ai direttori generali della Giunta regionale, pari quindi ad euro 97.437.67 annui il cui onere complessivo è posto a carico della Provincia di Imperia quale ente di governo dell’ATO Ovest”.

Siamo felici di apprendere che il sindaco non percepisca tale compenso ma in mancanza di comunicazioni ufficiali non eravamo tenuti a saperlo. Riteniamo questo il momento giusto non per parlare della crisi idrica ma per affrontarla e risolverla.

Sono mesi che ad Andora e in molti paesi dell’imperiese manca l’acqua e quella che c’è è salata, sono mesi che i proprietari delle seconde case, i gestori degli alberghi e i turisti si lamentano della situazione, sono anni che le strade del capoluogo vengono devastate da geyser che si aprono persino sotto ai déhor dei bar.

Quando si vuole affrontare questa crisi? Quando i turisti sono scappati tutti? O a privatizzazione ultimata? La politica ha il dovere di essere trasparente e i cittadini hanno il diritto di conoscere nel dettaglio tutta la situazione, passaggio per passaggio, anche per evitare il rischio che il servizio venga privatizzato a spese dello Stato e disattendendo quanto scelto dagli italiani con il referendum del 2011.

Bisogna infine considerare che l’erogazione dell’acqua non è un gentile omaggio ai cittadini che pagano (e anche profumatamente) per avere acqua potabile nelle loro case. Possibile che a fronte di un simile esborso di denaro venga erogato un servizio così scadente? Possibile che non si possa diminuire il costo dell’acqua, magari limitando i tanti sprechi di cui si ha notizia? Chi controlla questi flussi di denaro?”

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