È terminata pochi minuti fa l’assemblea dei soci della Porto di Imperia S.P.A. alla quale hanno partecipato per la prima volta anche il neo sindaco di Imperia Carlo Capacci e l’assessore al bilancio Guido Abbo. All’assemblea erano presenti anche l’amministratore unico Giuseppe Argirò, il suo consulente Antonio Parolini e i rappresentanti di Acquamare srl (società riconducibile a Francesco Bellavista Caltagirone) e all’Imperia Sviluppo spa (società riconducibile a Gianfranco Carli). La società ha chiuso l’esercizio 2011 con un passivo di 5 milioni e 600 mila euro.
L’approvazione del bilancio 2011, assieme alla documentazione relativa alle trattative con le banche, è una delle condizioni indicate dal Tribunale di Imperia per la valutazione del concordato preventivo della società. I soci privati hanno approvato il bilancio 2011 seppur mettendo in evidenza la non continuità aziendale. Il Comune, come previsto da ImperiaPost, si è astenuto.
Il sindaco Carlo Capacci all’uscita dagli uffici della SPA ha così motivato l’astensione del Comune: “Il socio Comune ha deciso di astenersi dalla votazione di oggi per i dubbi espressi in relazione alla continuità aziendale da parte sia dell’amministratore unico che dal collegio sindacale anche in considerazione del poco tempo avuto dalla presente amministrazione e in attesa dell’insediamento del nuovo consiglio comunale che non ha ancora delineato il proprio indirizzo politico circa la questione del porto di Imperia”.
Dunque la vicenda porto di Imperia è destinata a tornare in consiglio comunale prima della decisione del Tribunale sul concordato. Nel frattempo, il Comune, ha deciso di escutere le due fideiussioni da 2 e 6 milioni di euro sottoscritte dalla Porto di Imperia Spa, in accordo con il Comune di Imperia, a garanzia della realizzazione delle opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione nell’ambito della costruzione del porto turistico. In un primo momento si pensava che l’escussione di tali fideiussioni avrebbe portato la società al fallimento in quanto le Assicurazioni Generali si sarebbero rivalse sulla società ma visto il regime concordatario della stessa ciò non dovrebbe accadere.