22 Dicembre 2024 09:06

22 Dicembre 2024 09:06

Sanremo: il Partito Radicale in visita in carcere. “Sovraffollamento di detenuti. Acqua sporca e emergenza caldo affrontata nel peggiore dei modi”

In breve: L'incontro, alla presenza di Stefano Petrella e Luca Robustelli si è svolto lo scorso 23 agosto presso il penitenziario della Valle Armea.

Il Partito Radicale in visita nel carcere di Sanremo. L’incontro, alla presenza di Stefano Petrella e Luca Robustelli si è svolto lo scorso 23 agosto presso il penitenziario della Valle Armea.

Ferragosto in Carcere del Partito Radicale

“Abbiamo visitato mercoledì 23-8 la CASA CIRCONDARIALE di SANREMO  con una delegazione composta da me e Luca Robustelli  per il Ferragosto in Carcere del Partito Radicale; ci eravamo recati insieme ad altri nelle settimane precedenti a La Spezia, Pontedecimo, Marassi, Chiavari e presso la Casa di Reclusione di Massa.  

Assente per ferie la Direttrice, ci hanno ricevuti con la consueta cortesia la Comandante Nadia Giordano, l’ispettore Berruti e l’educatrice Stefania Brucoli.

Sanremo come i recenti episodi testimoniano continua a versare in condizioni critiche.  

L’emergenza caldo che in questi giorni sta raggiungendo il picco viene affrontata nel peggiore dei modi e rigorosamente senza ventilatori: abbiamo visto quelli elettrici (gli unici efficaci) in vendita e presenti nelle celle a Massa e forniti dall’amministrazione a tutti i detenuti a La Spezia, mentre altrove la mancanza delle prese (da modificare e adattare) viene indicata come ragione della loro assenza, in realtà vengono considerati pericolosi e utilizzabili come arma impropria, ma a Massa e Spezia non è accaduto nulla mentre in istituti come Sanremo gli eventi critici si susseguono numerosi e spesso non sono affrontati e prevenuti come potrebbero (si veda quanto accaduto a Sanremo nel Padiglione C un anno e mezzo fa). 

Sono 265 i detenuti sui 220 previsti dalla capienza regolamentare (secondo alcuni leggermente inferiore), ma fino a qualche giorno prima erano una decina in più; 155 gli stranieri (il 58%), in 202 scontano almeno una condanna già definitiva, tra di loro ben 5 ergastolani; 2 i detenuti ritenuti incompatibili con il regime carcerario in lista di attesa per la REMS, uno di loro è prossimo al fine pena e a giorni sarà inviato in una comunità per pazienti psichiatrici .

165 gli agenti effettivamente presenti rispetto ai 201 previsti, sempre grave la carenza di ispettori e sovrintendenti, sono in 4 (sui 5 previsti) gli educatori, ancora assenti i mediatori culturali e linguistici, nonostante sia un carcere pieno di stranieri, manca quasi del tutto (ed è il problema maggiore) l’apporto della comunità esterna, cioè di volontari ed associazioni che entrino in carcere. 

Pochi i miglioramenti rispetto alle ultime visite, tra questi il ritorno (finalmente) di un dentista, il rinnovo della convenzione per lo psichiatra (ma è sempre il Dottor Ardissone richiamato dalla pensione e presente solo 5-6 ore a settimana), l’arrivo di un medico ex-SerT nell’equipe e una maggior presenza di psicologi, in particolare nel Padiglione C, alcuni riusciti progetti di collaborazione con le scuole, ma quello più importante di riapertura della floricultura è rimasto al palo per mancanza di fondi, così restano solo i 5 posti di lavoro offerti della Coop. Art. 27 dei serramenti, una bella realtà, ma davvero troppo pochi per un istituto che di fatto è un penale ed è stato riclassificato a circondariale solo per evitare il collasso del Carcere di Imperia.  

Continua a non essere applicato nei tre piani detentivi il regime di apertura minima delle 8 ore delle celle (per 4-5 stanno fuori, per altre 2-3 possono stare chiusi nelle salette di socialità), l’apertura da mattino a sera è presente solo nella sezione a custodia attenuata, dove però non si accompagna a nessuna attività, e nel problematico Padiglione C (destinato ai protetti), è stata creata da poco tempo una sezione ex-art. 32 (destinata a detenuti che per ragioni di opportunità, disciplinari o su propria richiesta devono essere separati dagli altri), molto infelicemente si è scelto di ubicarla nell’area dei nuovi giunti, uno spazio particolarmente angusto, dotato di poche celle tra le più calde, sporche e inospitali che abbiamo visto a Sanremo; non è previsto e nemmeno opportuno che abbia caratteristiche punitive e quindi andrebbe spostata altrove.

E’ proprio lì che era avvenuto il decesso di Luca Volpe, sul quale non è ancora stata fatta chiarezza, ed è sempre lì che è stato trovato nella sua cella con una frattura al cranio il detenuto rumeno Maxim, ora in coma ricoverato in ospedale .

Tra le emergenze lo sciopero della fame di un detenuto tunisino che dura da oltre un mese; è accusato di favoreggiamento all’immigrazione per avere fornito consigli a una persona che ha passato il confine verso la Francia, protesta per la mancata concessione degli arresti domiciliari (5 istanze respinte) e chiede di poter parlare con il magistrato prima dell’udienza che si terrà tra un mese: ha perso 15 kg e sta su una sedia a rotelle accudito da un altro detenuto, una situazione da seguire con la massima attenzione  per evitare che porti a conseguenze più gravi . 

Sempre numerose le lamentele dei detenuti che riguardano la mancanza di opportunità di lavoro e le domandine per richieste di incontro con la direzione e gli educatori che restano anche per molti mesi senza risposta, decisamente teso anche il rapporto con l’area sanitaria per richieste di esami e interventi che restano a lungo inevase.   

Grave è poi la situazione dell’acqua con cui i detenuti devono lavarsi e cucinare e che bevono, da diverso tempo arriva sporca e rugginosa nelle celle, se ne lamentano in molti e la mettono in relazione con problemi dermatologici (macchie rosse su braccia, gambe, pancia e schiena) che diversi detenuti accusano e ci hanno mostrato; ci viene risposto che l’ASL è stata chiamata tempo fa per un controllo e ha stabilito che l’acqua è potabile, e che vengono ogni tanto fornite bottiglie d’acqua minerale. Ma l’evidenza sembra dire altro e la situazione non può rimanere questa: se c’è un problema alle tubature o alle cisterne va accertato e deve essere affrontato nella maniera opportuna.

Quali i rimedi possibili a tutto questo ?

Sicuramente una maggiore attenzione e presenza della politica locale (quanti deputati e consiglieri regionali del Ponente visitano ogni tanto Valle Armea ?) e delle realtà attive nel sociale e nel volontariato, progetti anche di singoli interessati a portare attività lavorativa fruendo dei benefici della Legge Smuraglia e magari l’istituzione a livello locale della figura di un garante come è stato fatto da pochi mesi e con buoni risultati dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova “.   

Condividi questo articolo: