“Non vogliamo far fallire Rivieracqua, dobbiamo salvarla, ma per salvarla ci vuole un piano che preveda, come le norme e le leggi ci dicono, che ci sia la garanzia della sostenibilità“. Queste le parole del Presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola durante il consiglio provinciale di questa mattina. Un consiglio-lampo, durato solamente mezz’ora, che ha però portato all’attenzione dei membri le problematiche relative alla crisi idrica del nostro territorio che verranno approfondite in un prossimo consiglio Provinciale che verrà convocato ad hoc.
Nel dettaglio, il Presidente e anche Commissario dell’Ato idrico Scajola ha informato il consiglio di due emergenze: quella relativa alla “carenza delle fonti di approvvigionamento collegata a una distribuzione su una rete vetusta”e quella relativa alla “società di gestione, Rivieracqua, che non è in grado di svolgere il suo compito”. Scajola ha anche comunicato che il Commissario nazionale all’emergenza idrica ha respinto una richiesta di ulteriore finanziamento di 35 milioni di euro per mettere in sicurezza la rete.
Nel frattempo stamattina il Consiglio ha approvato la variazione di bilancio per il finanziamento di 491 mila euro, grazie al contributo della Regione, per migliorare la funzionalità dei pozzi del fiume Roja.
Claudio Scajola, presidente della Provincia e Commissario Ato idrico
“Gli argomenti sono questi: i lavori finanziati per sistemare l’acquedotto principale come fonte di approvvigionamento, che è il Roja, sono in corso e hanno dato già risultati positivi per le parti finali che hanno permesso di avere disagi in provincia di Imperia e ad Andora ma in provincia di Imperia limitati dal fatto che il lavoro era già ultimato. Tutta questa completezza dell’adduzione arriverà entro aprile e quindi l‘acquedotto del Roya porterà acqua e quindi sollievo fino ad Andora.
Il secondo aspetto è che abbiamo bisogno di altre risorse. Abbiamo fatto un piano complessivo per la rete di distribuzione dell’acqua, per le perdite dei nostri acquedotti, per nuovi invasi, per nuove vasche, che ha un importo intorno ai 35 milioni. Il commissario Nazionale nominato dal governo non ce li
ha approvati, stiamo insistendo anche alla luce dell’ultima crisi che abbiamo subito nelle settimane scorse. É fondamentale riuscire ad avere questi ulteriori 35 milioni.
Poi c’è un’emergenza che va avanti da tempo, che è quella della società di distribuzione Rivieracqua che ha difficoltà ad approvare il proprio bilancio e a presentare il PEF. Stiamo lavorando con i nostri tecnici per vedere se è salvabile questa società. Non la vogliamo far fallire, dobbiamo salvarla, ma per salvarla ci vuole un piano che preveda, come le norme e le leggi ci dicono, che ci sia la garanzia della sostenibilità della possibilità quindi che la società possa gestirsi fino al 2035 che è l’anno di scadenza della concessione. Stiamo lavorando su tutti questi aspetti.
La tariffa unica che deve ancora partire potrebbe però dare una mano. Noi siamo pronti come commissario atto idrico alla tariffa unica che significherà per alcuni che pagheranno di meno e per altri che pagheranno di più. Però omogeneizzerà il costo dell’acqua in tutto il territorio, ma questo è già previsto nel PEF, prevede lo sviluppo, ma nonostante queste previsioni al momento non c’è la sostenibilità. Stiamo lavorando per vedere cosa è possibile ancora fare per garantire un piano finanziario che possa garantire che la società funzioni e faccia il suo compito”.
L’informativa del Presidente Claudio Scajola durante il consiglio provinciale
“Noi abbiamo due emergenze: l’emergenza dovuta alla carenza delle fonti di approvvigionamento collegata a una distribuzione su una rete vetusta e l’emergenza di una società di gestione che non è in grado di svolgere il suo compito.
Per quanto riguarda gli investimenti per aumentare le fonti di approvvigionamento idrico, c’è stato un primo finanziamento importante che sommato a quello della Regione arriva a circa 30 milioni di euro che è in corso di avanzata realizzazione che permetterà la fine dei lavori dell’adduzione principale della condotta del Roja entro il mese di aprile prossimo. Questo ha permesso di affrontare la crisi idrica per mancanza di pioggia in maniera soddisfacente. Alcune realtà hanno sofferto, ma in confronto all’anno scorso si è riusciti a contenere le sofferenze. C’è stata anche una maggiore solidarietà, che era dovuta, e che non è stata corrisposta da tutte le amministrazioni in maniera omogenea. La solidarietà è esistita in questa provincia per 3 anni di fila. I lavori in corso per la sistemazione del Roja 1 nel sanremese e il rinnovo del Roja 2 nella zona Prino-Andora dovrebbe permettere entro il prossimo aprile di avere un’adduzione principale sostanzialmente sana che dovrebbe permetterci di avere l’acqua per rispondere alle esigenze del turismo in tutta la provincia. L’intervento di oggi con un bypass e un grattage ulteriore dovrebbe garantire di migliorare la situazione.
In questo periodo in cui il presidente della Provincia è anche Commissario Ato, almeno fino al 3 ottobre, abbiamo presentato una richiesta di 35 milioni di euro al Commissario Nazionale per l’emergenza idrica per ulteriori necessari e fondamentali interventi. Abbiamo bisogno di tanti altri interventi, vasche, condotte. Il provvedimento ha avuto al momento risposta negativa. Quindi dobbiamo far capire, anche attraverso l’ultima emergenza idrica, che c’è necessità di questo intervento. Volevo informare il consiglio provinciale di tutto questo.
La seconda emergenza, di diretta responsabilità del consiglio provinciale, è quella delle difficoltà che la società di gestione si trova innanzi. La struttura commissariale, soprattuto nella figura del vice commissario della dott.ssa Brescianini, ha approfondito la parte relativa alla tariffa unica che dovrebbe essere l’inizio di un risanamento della società. Anche se parlare è facile, fare è più difficile. La tariffa unica dovrà essere oggetto non della decisione del commissario ma oggetto di discussione in consiglio, di un incontro con i sindaci e con le parti sociali, perchè qualcuno pagherà di meno e qualcuno pagherà di più.
Questo è solo l’inizio per il PEF e per l’approvazione del bilancio della società Riviercaqua. Al momento non ci sono le condizioni per un PEF sostenibile secondo legge e secondo norme. Se il PEF non è sostenibile è impossibile approvare il bilancio di Rivieracqua. Su 9 membri del comitato tecnico se ne sono dimessi 7, credo sia difficile che alla prossima assemblea dei sindaci si possano trovare altri 7 membri di questo comitato che dovrebbe esprimere il parere di positività sul bilancio che al momento ha un buco molto vasto.
I tecnici esamineranno le modifiche possibili ai dati che sono stati presentati. Non si può fare un PEF che non sarebbe mai approvato dalle autorità superiori se non garantisce la sostenibilità della società. Al momento non c’è la sostenibilità della società pur immettendo un’anticipazione ulteriore di 10 milioni di euro. È molto complicato.
Dobbiamo evitare che Rivieracqua fallisca, dobbiamo far sì che Rivieracqua possa andare avanti, ma io non firmerò come Commissario mai nessun atto che non possa essere certamente approvato nel rispetto delle norme e delle leggi. Perchè quando mi sento dire dai consulenti che i bilanci di Rivieracqua non sono conformi da diverso tempo non c’è dubbio che non voglio sottoporre me stesso e a chi sottoporrei l’approvazione di questi atti se non fossero perfettamente a posto.
Questa è l’informativa grave che volevo sottoporre al Consiglio oggi”.