La difesa di Caltagirone chiama a deporre l’avvocato Riccardo Maoli di Genova, ex consulente del Comune di Imperia.
“Sino a qualche anno fa ero associato nello studio del prof. Piergiorgio Alberti. Il comune di Imperia si rivolse al nostro studio per la concessione demaniale chiesta dalla Porto di Imperia nel 2003. Ci venne richiesto di collaborare con gli uffici nello svolgimento della procedura di rilascio della concessione. La procedura era complessa perché coinvolgeva competenze di livello urbanistico e demaniale.
La Porto di Imperia spa presentò al comune nei primi mesi del 2003 la richiesta di concessione demaniale. La domanda era stata presentata ai sensi del decreto Burlando. Tutte le procedure vennero condotte sulla base di questo decreto. La domanda doveva essere depositata all’albo pretorio del Comune e fu pubblicato un avviso su quotidiani locali, quasi sicuramente anche sul Secolo XIX.
È stata seguita la procedura in base al decreto Burlando. La prima fase prevede la presentazione di un progetto per permettere la presentazione di offerte concorrenti. Nel caso fossero presentate domande concorrenti si devono mettere a confronto. Non furono, in quel caso, presentate altre domande e si è passati alla fase due, ovvero, il progetto definitivo. Dopo la conferenza dei servizi il progetto venne pubblicato per consentire ai soggetti interessati di presentare le proprie osservazioni. La pubblicazione venne effettuata. Le osservazioni pervenirono dagli operatori portuali e altre società già concessionarie. L’iter è passato numerose volte in consiglio comunale.
La società elaborò il progetto definitivo e venne presentato. L’iter si concluse con una serie di prescrizioni della Regione Liguria e la verifica da parte della conferenza dei servizi nel 2006.
Noi non ci occupammo delle operazioni societarie. Noi sapevamo quale fosse la composizione sociale all’interno della società ma non ci siamo occupati di questi aspetti. È stata seguita la procedura del decreto Burlando e poi noi non fummo più interessati dopo il rilascio della concessione demaniale. La Legge Regionale trasferì le competenze del demanio marittimo ai comuni.
Ricordo che venne sollevato un problema da un esposto dalla minoranza sulla regolarità della procedura che chiese dei chiarimenti all’autorità di vigilanza sui lavori pubblici. L’esposto metteva in dubbio la procedura del decreto Burlando e sosteneva che andava seguita la procedura in materia di lavori pubblici.
La nostra posizione è che la società fosse da considerarsi come società comune commerciale in quanto non è nata per le funzioni istituzionali del Comune. Noi avevamo ritenuto corretta l’impostazione del Comune, gli uffici comunali sostenevano anche loro che la società fosse una società di diritto privato”.