Il Partito Democratico della Liguria è al centro di un vero e proprio terremoto politico al suo interno. Una spaccatura netta che a Genova ha già portato all’abbandono da parte di una trentina di esponenti, anche di spicco, passati nelle fila di Azione, il partito di Carlo Calenda.
Al centro della spaccatura la contrarietà alla linea della nuova segretaria Elly Schelin “troppo spostata a sinistra”
Una spaccatura che deriva dalla contrarietà di molti esponenti del Pd circa la linea intrapresa dalla neosegretaria Elly Schlein e che potrebbe presto ulteriormente diffondersi anche a Ponente.
Fra i nomi più in vista che hanno detto addio al Pd ci sono quelli del consigliere regionale Sergio (Pippo) Rossetti, ex assessore regionale e di Cristina Lodi, consigliera comunale a Genova.
L’intervento di Pippo Rossetti
Il successo alle primarie di Elly Schlein è l’esito di un percorso che via via si è sviluppato dentro e fuori il partito che da partito di Centro Sinistra si è trasformato in un partito senza il centro. Una radicalizzazione della posizione che considero legittima, che è profonda e che non condivido. Spesso il segretario nazionale ha caratterizzato l’identità del partito (Bersani, Renzi, Zingaretti), ora il cambiamento è strutturale e si è affermato con la modifica del Manifesto di Veltroni del 2007.
Anche in Liguria, negli ultimi tre anni, a esclusione del Comune di Savona, il partito ha caratterizzato ogni sua scelta all’insegna della negazione dei processi riformisti e di governo degli anni precedenti, scegliendo alleanze e rappresentanti che hanno rigorosamente confermato questa direzione. Mi sento dunque in una casa diversa da quella che volevamo costruire e nel rispetto della comunità del partito, ma anche dei principi e dei valori che mi hanno spinto a impegnarmi nella pubblica amministrazione e in politica, ho dato le dimissioni dal Partito e dal Gruppo Consiliare del PD – Art. 1.
Insieme ad altri dirigenti genovesi del PD abbiamo aderito – con entusiasmo e coraggio – ad “Azione” di Carlo Calenda, allo scopo di dare un contributo collettivo a questa giovane forza politica che si dichiara antifascista ed è fortemente impegnata a sviluppare una concreta progettualità che unisca tutti i riformismi alternativi al populismo e alle destre e tenga il punto sulle grandi questioni sociali ed economiche del paese.
In Azione continuerò l’opposizione rigorosa e costruttiva al Centro Destra Regionale guidato dal presidente Toti, di cui diamo un giudizio negativo, e come sempre sarò in prima fila nell’affrontare i problemi della maggioranza delle persone, quelli che vivono sulla propria pelle la crisi del mondo del lavoro, che soffrono la crisi della sanità, che vorrebbero una scuola e un sistema formativo più forte, che subiscono la drammatica situazione idrogeologica in cui versa il nostro territorio, che sperano in un processo di sviluppo economico che faccia crescere il benessere delle proprie famiglie salvaguardando l’ambiente e a far tornare le persone a vedere orizzonti migliori per la loro vita.
Nelle prossime settimane apriremo, insieme ai tanti amici e alle tante amiche con cui abbiamo condiviso questa scelta e con chi è già impegnato in Azione, una nuova stagione di ascolto e di accoglienza degli elettori e delle elettrici e dei mondi del sociale, dell’economia e della cultura che non trovano riferimenti e rappresentanza nelle destre e nella sinistra”.
L’intervento di Cristina Lodi
Alla base di questa scelta c’è la mutazione del Partito Democratico rispetto ai valori che ne avevano portato alla costituzione; questa mutazione è il prodotto delle decisioni “pur legittime” della classe dirigente, a livello nazionale e a livello locale, che, secondo il mio punto di vista, hanno fatto abdicare a quelli che erano stati gli obiettivi fondativi, ovvero creare un grande partito riformista, europeista e di sinistra, capace di leggere, interpretare e guidare i mutamenti repentini della società del XXI secolo.
Ringrazierò sempre quelle donne e quegli uomini del PD che in questi anni mi hanno accompagnato nelle battaglie politiche, che mi hanno aiutato a superare momenti difficili e hanno con me condiviso soddisfazioni e riconoscimenti, come l’essere stata la candidata più votata nelle ultime elezioni amministrative del Comune di Genova. Sono assolutamente certa che, in nome di un rispetto reciproco che non verrà mai meno, continueremo a collaborare fattivamente per contrastare questa destra populista e sovranista che, purtroppo, governa sia a livello nazionale sia a livello locale.
Ferma nelle mie convinzioni, oggi più che mai, scelgo, insieme a una comunità di persone, di continuare a lottare ogni giorno affinché si torni a governare in una prospettiva europeista, riformista e solidale.
Oggi entro quindi a far parte della famiglia di Azione, dove il riformismo democratico è solidamente alla base di idee e programmi, certa che per tornare a governare sia necessario creare un’alleanza chiara, credibile e reale nella sostanza. Un’alleanza che abbia a cuore la soluzione dei problemi e non solo la distribuzione delle cariche istituzionali. Faccio questa scelta non da sola ma insieme a un gruppo di persone, perché amo percorrere la mia strada mai da sola; il “fare assieme” fa parte del mio dna, da soli non si è molto utili.
Lo sforzo maggiore sarà proprio quello di lavorare da subito per un progetto che sia inclusivo, che lotti contro ogni discriminazione e ogni ingiustizia sociale e che abbia il faro della Costituzione sempre al centro del suo agire, con proposte concrete e condivise su temi come sanità, scuola e lavoro. Perché non basta la contrapposizione alla destra per costruire una precisa identità politica.
Il rispetto dello Stato di diritto, delle libertà fondamentali e dei diritti umani, nonché l’impegno per la costruzione di una solida crescita economica ed eque relazioni con i paesi extra-UE rappresentano priorità fondamentali per rafforzare l’Unione Europea e la fiducia delle cittadine e dei cittadini nelle istituzioni. E, parlando della Liguria e della nostra amata Genova, abbiamo ancora tanto da fare, da ripensare, da immaginare, da sognare, sempre con l’obiettivo chiaro e primario di tornare al governo della Regione e del Comune.
Al centro di un’alleanza credibile e vincente ci devono essere idee chiare sul ruolo della donna nella società ligure, sul futuro del sistema portuale ligure, su welfare e sanità, sulle misure per contrastare l’invecchiamento e il declino demografico, sulla transizione ecologica, sulla messa in sicurezza del territorio, sul lavoro e la vocazione di un territorio protagonista dell’economia del nord ovest. Per questo servono competenze, idee e strategie perseguibili. Sono fiduciosa che arriverà un importante contributo da tutte le persone che decideranno di sostenerci e di aiutarci a vincere anche questa sfida.
Io sono la Cristina di sempre, e come sempre mi troverete tra di voi nei territori – spesso abbandonati e dimenticati da chi governa Comune e Regione oggi – per dare voce a chi non ne ha e per pensare in grande al futuro della nostra città e della nostra Regione, del nostro Paese e della nostra amata Europa”.