“Il progetto presentato da Snam, soggetto attuatore del Piano energetico nazionale varato dal governo Draghi e portato avanti dal governo Meloni, non è definitivo e approvato. Nei prossimi mesi dovrà infatti essere accuratamente esaminato da una serie di strutture e soggetti in modo da garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente marino, capisaldi irrinunciabili.
Così il presidente della Regione Liguria e Commissario di governo per il rigassificatore, Giovanni Toti, durante la diretta sui social media in cui ha risposto a diverse domande dei cittadini in merito al posizionamento, nella seconda metà del 2026, nello specchio acqueo antistante Vado Ligure, della nave rigassificatrice Golar Tundra.
Rigassivicatore Vado Ligure: presidente Toti fa chiarezza
Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha parlato di circa un anno di tempo per realizzare questi controlli attraverso la Valutazione di Impatto Ambientale nazionale, cui si aggiunge anche il vaglio della Conferenza dei servizi, cui partecipano 53 enti e soggetti tecnici, tra cui i Vigili del Fuoco, le Asl, la Capitaneria, deputati a rilasciare le indispensabili autorizzazioni.
Solo se tutti i passaggi andranno a buon fine, con tutte le modifiche che i Comuni o altri soggetti potranno chiedere, quel progetto sarà realizzato.
Dobbiamo però tener presente che il gas sarà necessario a questo Paese per molti anni in futuro: si stima che nel 2030 consumeremo 50 miliardi di metri cubi di gas. Il sistema dei gasdotti e dei rigassificatori garantisce a tutti i cittadini di avere il gas a casa propria a prezzi accettabili.
Inoltre la Liguria ospita il primo sistema portuale italiano: abbiamo il dovere di essere a disposizione del sistema Paese, perché questo comporterà investimenti e crescita per la nostra regione. Smettiamola di avere paura del futuro e di andar dietro al ‘popolo dei no’: quel no di oggi potrebbe trasformarsi in un posto di lavoro in meno o in una bolletta che una famiglia o un’impresa non riesce a pagare. E tutto questo non possiamo permettercelo, in un quadro in cui la guerra non è purtroppo finita e pochi mesi fa assistevamo a proteste per il caro energia. Fino a quando non sarà attuato il Piano per la sicurezza energetica non saremo al riparo”.
Tra i temi oggetto delle domande, le ragioni dello spostamento della nave dal porto di Piombino a quello di Vado Ligure; i sistemi di monitoraggio dell’attività dell’impianto una volta operativo; la valutazione dell’impatto ambientale sia della nave, che del collegamento alla rete nazionale del gas naturale; le misure previste per la tutela dell’Area Marina Protetta dell’Isola di Bergeggi; le ricadute sul tessuto socioeconomico locale come l’agricoltura e la pesca. Particolare attenzione anche agli sviluppi turistici dell’area, alla valutazione di investimenti infrastrutturali e sostegni alle categorie produttive.
Circa la presenza della nave a Piombino, il presidente Toti ha spiegato che “era nata come situazione provvisoria in piena emergenza gas, quindi senza le procedure di sicurezza, come la Via nazionale o la Conferenza dei Servizi, che saranno invece realizzate nel caso di Vado Ligure. Oggi Piombino ha diritto a riavere la sua banchina al servizio del porto, per le merci o i passeggeri, senza contare che in Toscana c’è già il rigassificatore al largo di Livorno. Inoltre Vado Ligure risponde meglio alla necessità di individuare un sito quanto più prossimo ai principali centri produttivi e di consumo d’Italia nel nord ovest del Paese. Per questo il governo ha ritenuto più logico e coerente posizionare la nave al largo della costa savonese, a poche decine di chilometri dai grandi utilizzatori di quella fonte di energia: il ricollocamento è legato a ragioni logistiche e di utilizzo degli spazi”.
Circa il monitoraggio ambientale, “tutte le procedure di verifica e autorizzazione saranno pubbliche – ha aggiunto Toti – e il progetto potrà essere oggetto di osservazioni non solo da parte dei Comuni o delle categorie produttive ma anche da parte dei singoli cittadini sia durante la Via nazionale presso il ministero dell’Ambiente sia durante la Conferenza dei Servizi”.
In merito all’area cosiddetta ‘charlie’ in cui è previsto il posizionamento della nave rigassificatrice al largo di Vado Ligure, Toti ha ricordato che “in quella zona in mare già oggi sostano 200 navi all’anno, una o due navi al giorno che portano contenitori, rinfuse liquide e chimiche, petrolio o altre sostanze ben più pericolose del gas naturale liquefatto. Sono 200 navi dai 150 a 400 metri di lunghezza”.
Sul rischio di emissioni in mare “leggo cose false: in primis, tutte le opere, il posizionamento della nave e le tubature, saranno fuori del Sito Rete Natura Fondali Noli-Bergeggi e anche dalla Rete Natura 2000. Inoltre il processo di rigassificazione non utilizza agenti chimici: non c’è quindi alcun motivo per allarmi di natura ambientale. Il rigassificatore immetterà acqua marina, con una minima frazione di ipoclorito di sodio sempre al di sotto dei limiti di legge (0,2 mg per litro), vale a dire pari a 0,2 parti di ipolocrito ogni milione di parti d’acqua, con un effetto che si esaurisce in pochi metri dal punto di rilascio in mare”.
A chi teme possibili effetti negativi sul turismo, il commissario spiega che “escludo ogni danno al turismo, se non quello provocato da assurde polemiche che non hanno ragione di esistere. Questo settore, strategico per la Liguria, si concilia da sempre con i nostri porti e a Panigaglia, nel Golfo della Spezia, c’è dagli anni Settanta un rigassificatore a terra, che non ha mai dato alcun problema e non ha certo impedito lo straordinario sviluppo turistico che stiamo vedendo a Porto Venere, Lerici, Tellaro o alle Cinque Terre”.
Sul rischio esplosioni, il Commissario spiega che “non è mai accaduto nulla del genere fino ad oggi nel mondo. Semmai dovesse accadere, gli studi di sicurezza prevedono un raggio di impatto di circa 400 metri, ben distante dalla terra ferma. Anche perché il GNL non inquina ed è molto volatile, è una sostanza assai meno pericolosa della benzina o del petrolio”.
Verranno anche tutelate le coltivazioni come quella dell’albicocca di Valleggia: “Stiamo lavorando per chiedere che il tracciato delle nuove tubazioni a terra sia compatibile con le aree agricole esistenti”, ha assicurato Toti.
“Snam gestisce 33 milioni di chilometri di tubi del gas in tutto il Paese, che alimentano le nostre case – ha ricordato Toti -. Il rigassificatore di Vado Ligure è un’opera di interesse nazionale come strade, autostrade, reti elettriche e tutto quello che serve ad un Paese per garantire l’energia a prezzi ragionevoli: per questo le comunità locali è giusto che abbiano voce in capitolo ed è prioritario e irrinunciabile che sia garantita la piena sicurezza ma – ha concluso – non si può impedire la realizzazione di un’opera che serve a milioni di italiani”.