In una nota sottoscritta da Confedilizia, Aigab, Fiaip e Prolocatur, in riferimento al disegno di legge del Ministero del Turismo sugli affitti brevi, si legge: “si tratta di un testo palesemente mirato a contrastare l’ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo, in virtù della previsione di una innumerevole serie di divieti, limitazioni, requisiti e obblighi senza precedenti, alcuni dei quali di pressoché impossibile applicazione”.
Secondo Confedilizia di fatto viene imposto ai proprietari di case di essere imprenditori, con adempimenti inapplicabili e pesanti sanzioni
Prosegue la nota: “Ad esempio viene vietato, nelle città più importanti, l’affitto delle case per una sola notte; vengono imposti ai proprietari di casa gli stessi adempimenti previsti per gli alberghi (estintore, rilevatore monossido di carbonio, segnaletica di sicurezza, ecc.), persino nel caso in cui si affitti per una settimana l’anno la casetta al mare o in montagna; vengono previsti, per la prima volta nella storia, dei requisiti soggettivi per poter affittare una casa; viene imposto di diventare imprenditore, con i mille adempimenti conseguenti, a chi dia in locazione breve più di due appartamenti; vengono introdotte pesanti sanzioni per violazione di meri obblighi formali (es.: fino a ottomila euro per chi dimenticasse di chiedere un codice)”.
Per Paolo Prato Presidente della Federazione Ligure e della Provincia di Imperia della Confedilizia la proposta di legge va nella direzione sbagliata.
Spiega Prato: “Introdurre nuovi adempimenti, nuovi divieti e aggravare le sanzioni non è la via corretta, si dovrebbe semplificare la normativa esistente e ridurre gli adempimenti, utilizzare incentivi per i proprietari anziché imporre sanzioni più gravi.
La Confedilizia chiede un deciso cambio di rotta nell’impostazione di una normativa che, senza sostanziali modifiche, oltre che essere inapplicabile dal punto di vista pratico, porterebbe ad una pericolosa deriva liberticida, rispetto al diritto costituzionalmente garantito di poter affittare liberamente il proprio immobile, acquistato in molti casi con i risparmi accumulati in anni di duro lavoro”.