“I confini separano razza, classe e genere. Separano noi stesse da altre e altri, separano il mondo di sotto da quello dei pochi di sopra, ma noi siamo internazionaliste, non ci piacciono i recinti, vogliamo buttare giù reti e confini come stiamo facendo qui, al passo della morte tra Ventimiglia e Mentone”. Queste le parole che accompagnano il video pubblicato dalla pagina Facebook del Centro Sociale Autogestito imperiese “La Talpa e l’Orologio” in cui si vedono attivisti con il volto coperto intenti a tranciare con pinze e tenaglie le reti che segnano il confine tra Ventimiglia e Mentone al passo della Morte, uno dei luoghi tristemente più famosi per via delle numerose persone migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Francia.
I documenti e il video sono rivendicati da Talpa e l’Orologio e altri attivisti/e.
Migranti: attivisti tranciano la rete al confine tra Ventimiglia e Mentone e pubblicano il video
“Chasseurs des alpes, autoblindi, droni, posti di blocco ai caselli, elicotteri camionette della Géndarmerie e della Police national, sentinelle antiterrorismo, cani addestrati, militari “border force”. E ancora: vecchi cpr e nuovi centri di detenzione, accelerazione dei rimpatri e controlli genetici sui “falsi minori”.
Le nazioni – concetto tanto caro alla nostra prima ministra – investono cifre esorbitanti per fortificare i loro confini e reprimere flussi migratori e persone in transito.
Ma le migrazioni dei popoli sono come le migrazioni degli uccelli, sono come il vento, non si possono fermare. Intralciare l’onda migratoria e peggiorare la già precaria esistenza delle persone in viaggio é utile solamente a chi vuole speculare sull’emergenza e sulla pelle di chi vive in condizioni difficili a prescindere da che quella frontiera la debba oltrepassare o meno.
I confini separano razza, classe e genere. Separano noi stesse da altre e altri, separano il mondo di sotto da quello dei pochi di sopra, ma noi siamo internazionaliste, non ci piacciono i recinti, vogliamo buttare giù reti e confini come stiamo facendo qui, al passo della morte tra Ventimiglia e Mentone.
Ogni volta che una tenaglia trancia una rete, ogni qualvolta cade una barriera i popoli fanno un passo in avanti.
Camionette, cacciatori di teste, droni e militari… l’avrete comunque dura, perché ogni confine é una tentazione”.