23 Novembre 2024 21:06

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23 Novembre 2024 21:06

Migranti: 5 mila euro per non finire nei Cpr. L’ultimo decreto del Governo Meloni fa discutere e interessa da vicino l’imperiese

In breve: Un provvedimento destinato a far discutere e che riguarda da vicino l'imperiese visto che il Ministro Piantedosi ha annunciato la volontà del Governo di aprire un Cpr a Ventimiglia.

Cinquemila euro per non finire in un Cpr. E’ la cifra che lo Stato Italiano chiede, quale garanzia finanziaria, ai migranti provenienti da “Paesi sicuri” e destinati a essere rinchiusi nei Centri di permanenza e rimpatrio in attesa del rapido esame della richiesta di asilo. Lo prevede l’ultimo decreto del Governo Meloni sulla gestione delle procedure accelerate di frontiera pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

La garanzia finanziaria deve garantire allo straniero, per il periodo massimo di trattenimento, pari a quattro settimane (ventotto giorni), la disponibilità di un alloggio adeguato, sul territorio nazionale, la somma occorrente al rimpatrio e i mezzi di sussistenza minimi necessari.

Migranti: 5 mila euro per la libertà dai Cpr

Un provvedimento destinato a far discutere e a inasprire ulteriormente il clima politico e sociale intorno alla questione migranti, in particolare al massiccio flusso di arrivi, e che riguarda da vicino l’imperiese visto che il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi solo pochi giorni fa ha annunciato la volontà del Governo di aprire un Cpr a Ventimiglia.

L’individuazione dell’area spetta al Prefetto. Le linee guida sono chiare, le strutture dovranno essere lontane dai centri abitati e facilmente sorvegliabili (l’incarico sarà affidato alle forze di polizia). La capienza fissata tra le 50 e 200 persone.

Con i nuovi Cpr il Governo cerca di dare attuazione al Decreto Cutro (successivo al drammatico naufragio di Cutro in cui persero la vita 94 migranti provenienti dalle coste turche) che prevede procedure accelerate alle frontiere per i migranti che provengono dai “Paesi sicuri”. Invece di essere immessi nel normale circuito dei centri di accoglienza, i migranti provenienti dai “Paesi sicuri” vengono trasferiti nei nuovi Cpr dedicati alle procedure accelerate di frontiera, dove rimangono in regime di detenzione amministrativa in attesa che, entro un mese, prima le commissioni, poi il giudice, in caso di ricorso, esaminino la richiesta di asilo. 

Con il Decreto pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il Governo Meloni stabilisce che sarà possibile, in attesa dell’esame della richiesta di asilo, evitare la detenzione nei Cpr pagando allo Stato circa 5 mila euro (4.938 euro).

“La garanzia finanziaria – si legge nel Decreto – deve essere prestata entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico [….] Nel caso in cui lo straniero si allontani indebitamente, il Prefetto del luogo ove e’ stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa. Le somme derivanti dall’escussione della garanzia in conformita’ del presente decreto sono destinate all’entrata del bilancio dello Stato”.

Come entra regolarmente il cittadino extracomunitario in Italia?

I cittadini stranieri possono entrare in Italia per turismo, studio, ricongiungimento familiare e lavoro. Il cittadino straniero può entrare in Italia se è in grado di documentare il motivo e le condizioni del soggiorno, oltre alla disponibilità di mezzi sia per mantenersi durante il soggiorno sia per rientrare nel Paese di provenienza, tranne i casi di ingresso per motivi di lavoro. Non è ammesso in Italia chi non soddisfa questi requisiti.

Per entrare in modo regolare in Italia è necessario il passaporto o altro documento di viaggio e il visto di ingresso (per visita e/o turismo, per lavoro, per studio e/o ricerca, per famiglia, etc.), che va richiesto all’ambasciata o ai consolati italiani nel Paese d’origine o di residenza stabile del cittadino straniero extracomunitario. L’ingresso in Italia è consentito con visti per soggiorni di breve durata, validi fino a 3 mesi, e per soggiorni di lunga durata che comportano la concessione di un permesso di soggiorno (di lunga durata) con motivazione identica a quella del visto. Per soggiorni inferiori a tre mesi sono considerati validi i visti rilasciati da autorità diplomatiche di altri Stati con i quali l’Italia ha ratificato accordi, o in base a norme comunitarie.

Il mancato rispetto di queste procedure, o una permanenza oltre i 3 mesi o il termine minore indicato eventualmente nel visto, pongono lo straniero nella condizione di irregolare, e ne comportano l’espulsione, salvi i casi di forza maggiore previsti dalla legge.

In pratica, è considerato irregolare:

  • il cittadino extracomunitario che entra in Italia senza documenti (passaporto o documento di riconoscimento e visto);
  • il cittadino extracomunitario che, entrato regolarmente in Italia, ha perso i requisiti necessari per il soggiorno.

Lo straniero che raggiunge in modo irregolare l’Italia viene respinto alla frontiera oppure, se già entrato nel territorio nazionale, viene espulso, a meno che non debba essere trattenuto in uno dei centri per l’immigrazione per accertarne identità e/o nazionalità. Il provvedimento di espulsione è adottato dalla prefettura competente ed eseguito dalla questura.

Cos’è l’asilo politico?

In Italia è possibile richiedere lo status di rifugiato se nel tuo Paese sei stato oggetto di persecuzioni dirette e personali per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a determinati gruppi sociali o per le tue opinioni politiche o se hai fondato e provato motivo di ritenere che potresti essere perseguitato in caso di ritorno in patria”.

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