Polemiche in Strada Savoia per i lavori di realizzazione di un collettamento con il sistema fognario. Alcuni residenti hanno presentato un esposto, rivolto ai Comuni di Imperia e Diano Marina, a Rivieracqua, alla Provincia, ai Carabinieri Forestali e alla Procura della Repubblica, denunciando una preoccupante “cementificazione selvaggia in una zona vincolata“ e chiedendo una verifica delle autorizzazioni e del rispetto delle normative edilizie e ambientali, provvedendo, incaso di irregolarità, alla sospensione dei lavori.
Imperia: Strada Savoia, residenti sul piede di guerra
In particolare, nell’esposto si fa riferimento al fatto che “la ruspa utilizzata per i lavori ha allargato e alterato il fondo del tratturo“ e che “la pioggia di lunedì 18 settembre ha trasformato in pantano l’intero percorso, segnato da evidenti tracce dell’antico lastrico in pietra tipico del paesaggio e della storia Ligure“.
Tra le problematiche segnalate nell’esposto anche il trascinamento, a seguito delle recenti piogge, in Strada Vicinale Cascine, di “una colata di fango e terra che ha reso il passaggio quanto meno scivoloso e conseguentemente pericoloso”.
Il lungo esposto si sofferma poi sui vincoli.
“Non v’è chi non veda come – si legge – trattandosi di antica mulattiera, storicamente rilevante essendo una delle principali vie che portavano le merci da Oneglia in Piemonte (strada Savoia), con l’ultimo tratto ancora conservato come in origine, debba istituzionalmente essere protetta, mantenuta e preservata insistendo, altresì, in zona di vincolo.
L’ulteriore tutela idro geologica risiede nel fatto che nella zona, versante Diano, sono presenti almeno tre pozzi artesiani, che hanno acqua tutto l’anno. In una zona così arida come Diano Gorleri, ed in periodi di siccità e modifiche climatiche, ‘cementare’ questo sentiero verosimilmente farebbe ‘scivolare‘ le acque piovane inaridendo i suddetti pozzi”.
“Quando si accusa – conclude l’esposto – la cementificazione selvaggia come ‘primum movens’ dei disastri provocati dalle ‘alluvioni’, forse basterebbe prevenire, non consentendo la trasformazione di sentieri, quasi sempre dotati di idonei ancorchè antichi sistemi di drenaggio, in strade cementate. Se il sentiero venisse cementato si trasformerebbe in canale di scolo per tutto il bacino imbrifero sovrastante, o quanto meno per la zona di cresta sottostante il ‘Poggio dei Gorleri'”.