Un partito che perde il suo capogruppo, Giorgio Montanari, e a distanza di una settimana si presenta a un consiglio comunale di fondamentale importanza come quello sul caso Agnesi senza aver fornito spiegazioni sulle dimissioni del proprio leader in consiglio e senza aver eletto un sostituto, è un partito che non ha le idee chiare, che non ha spina dorsale. Nell’ultimo consiglio comunale il capogruppo pro tempore del Pd era il consigliere più votato, Enrica Chiarini. Non ha aperto bocca. Il Partito Democratico a Imperia sta lentamente perdendo credibilità, succube del Sindaco Carlo Capacci e della sua personalità ingombrante. Stritolato dai conflitti interni, il Pd si è fatto dettare la linea politica su temi fondamentali quali il porto turistico, l’Agnesi, la Tradeco.
Perso tra mille riunioni, il Pd è schiavo del ricorso incondizionato a una democrazia che sembra sia divenuta un alibi. Un alibi per garantirsi sempre la possibilità di non decidere, di non prendere decisioni impopolari, di non prendersi le proprie responsabilità politiche. Vittima di una catena di montaggio politica che non produce nulla. Decine di riunioni a livello regionale, provinciale, comunale e addirittura di quartiere e mai una decisione definitiva. Mai una presa di posizione.
Basti pensare all’ingresso in Giunta di Paolo Strescino. Il Partito Democratico, prima del voto, aveva sottoscritto accordi ben precisi con il Sindaco Capacci. Mai Strescino in Giunta. Detto, fatto. Il Pd non ha fatto una piega, logorandosi lentamente al proprio interno, con un malumore crescente destinato, prima o poi, a esplodere. Come contentino, il Sindaco ha offerto al Pd la poltrona di Sara Serafini, vittima sacrificale sull’altare del compromesso politico. A distanza di oltre un mese il Pd non ha ancora scelto il nome dell’assessore da proporre al Sindaco Capacci. Neanche le dimissioni della Serafini hanno smosso il Pd. Valeria Canetti, Gianfranca Mezzera o Enrica Chiarini? Oppure un assessore esterno? Quale corrente interna accontentare? Barbagallo, Vassallo, De Bonis o Canetti?
Gli imperiesi tutti, non solo gli oltre 3 mila elettori del Pd, non meritano una simile gestione della politica. Il Partito Democratico deve prendersi le proprie responsabilità. Avere il coraggio di prendere decisioni in autonomia dal Sindaco Carlo Capacci, dettando la propria linea politica. L’uomo solo al comando, la storia lo insegna, prima o poi crolla sotto il peso delle responsabilità. Responsabilità che al momento della caduta saranno soprattuto di chi lo ha lasciato fare e disfare senza avere mai il coraggio di dire “no, a me, così, non va”.