“Nell’ultima seduta del consiglio comunale abbiamo assistito a palesi crepe o meglio “rotture” nella maggioranza che sostiene il sindaco Scajola“ – Così in una nota Lucio Sardi, Consigliere Comunale del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, in merito alla seduta del Consiglio Comunale del 27 settembre. Durante la riunione, il sindaco Claudio Scajola aveva dichiarato “Questo potrebbe essere l’ultimo consiglio di questa amministrazione”.
Imperia: ricorso ineleggibilità, le considerazioni del consigliere Lucio Sardi
“La prima “rottura” è stata quella sulla collocazione del centro di riuso dei beni usati previsto in viale Europa, per la quale il consigliere Camiolo ha votato contro la pratica che ne approvava il regolamento contestando l’ubicazione del centro nel quartiere di Castelvecchio.
Si è poi passati alla “rottura” sul lassismo del presidente Vassallo che, a dire dei consiglieri La Monica e Landolfi, sarebbe stato troppo generoso nel consentire alle opposizioni di presentare interpellanze in consiglio comunale.
Ultima in ordine di tempo la “rottura delle sue palle” annunciata da Scajola prima di abbandonare platealmente e anzitempo il consiglio comunale.
Un’esclamazione, quella di Scajola, espressa con uno “stile” consono più che al Marchese del Grillo, al personaggio Gasperino il carbonaio, che nel celebre film era il sosia del marchese ma dal profilo e dai modi non proprio nobili.
Un teatrino preceduto, in apertura del consiglio, dalla dichiarazione del sindaco che preannunciava la decadenza del consiglio comunale ove il ricorso sulla sua ineleggibilità, in discussione il prossimo tre ottobre, fosse accolto. Intervento che dava l’idea di un clima da fine impero e che ha forse ulteriormente alimentato l’evidente tensione che vive la sua maggioranza.
A differenza di Scajola, attendiamo con serenità l’esame del ricorso presentato per la sua ineleggibilità, convinti che, qualunque esito abbia, si affermerà un principio di legge a cui nessuno dovrebbe sottrarsi.
Se i giudici dovessero ritenere fondato il ricorso, le ricadute sull’amministrazione cittadina sarebbero da addebitare esclusivamente a Scajola, per aver sottovalutato un problema oggettivo di conflitto tra funzioni e poteri che l’assunzione del triplo incarico di sindaco, presidente della provincia e commissario dell’Ato idrico ha creato.
Se i giudici riterranno invece che tale sovrapposizione di cariche non sia in contrasto con le norme in materia, Scajola potrà tranquillamente rimanere in carica e completare il suo mandato da sindaco.
In tal caso, per parte nostra, accetteremo tale decisione e, pur mantenendo il nostro giudizio politico di inopportunità su tale concentrazione di cariche, e continueremo a svolgere come prima il nostro ruolo di opposizione.
A nostro avviso infatti, le valutazioni politiche che muovono l’operato di un’opposizione seria e attenta ai problemi della città, devono tenere assieme il principio della legalità e della trasparenza amministrativa, che non sono subordinabili alle “esigenze” di chi ha il ruolo di amministrare e tanto meno a un presunto diritto di supremazia sulle leggi giustificato dal risultato elettorale.
È una questione di profilo istituzionale e democratico che segna una distanza netta dal nostro modo di intendere il ruolo della politica rispetto a quello di un sindaco con un comportamento degno del Marchese del Grillo, o meglio del suo sosia Gasperino, quando dichiara che si è “rotto le palle” di assistere ad una discussione in consiglio comunale”.