15 Novembre 2024 18:13

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15 Novembre 2024 18:13

Emergenza migranti: Imperia, sindacati incontrano Ministro Piantedosi. “Contrari al CPR. Abbiamo chiesto e ottenuto un tavolo di confronto” / Foto e video

Abbiamo manifestato la nostra ferma contrarietà a un CPR perché lo riteniamo uno strumento sbagliato che non può portare un valore aggiunto al territorio. Abbiamo ottenuto un tavolo permanente di confronto che il prefetto attuerà insieme a CGIL CISL UIL per monitorare e seguire la gestione del fenomeno sul territorio“. Questo il resoconto stilato dai rappresentanti delle sigle sindacali attive sul territorio imperiese a seguito dell’incontro avvenuto questa mattina con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente al Palazzo della Prefettura di Imperia in occasione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal Prefetto Valerio Massimo Romeo.

A incontrare il Ministro sono stati i segretari Fulvio Fellegara (Cgil), Milena Speranza (Uil) e Antonella Pistocco (Cisl).

Imperia: Sindacati incontrano Ministro Piantedosi

Com’è andato l’incontro?

“È positivo il fatto che il ministro ci abbia ricevuto, noi avevamo fatto una richiesta di incontro già tanti mesi fa e oggi abbiamo colto l’occasione finalmente di incontrarlo. È chiaro che abbiamo manifestato la ferma contrarietà a un CPR perché lo riteniamo uno strumento sbagliato che non può portare un valore aggiunto al territorio. Le persone qui sono in transito e trattenerle è l’opposto di quello che servirebbe. Lo abbiamo detto al Ministro, poi farà le scelte che ritiene in piena autonomia, ma era giusto che sentisse anche un parere contrario. Abbiamo fatto un confronto proficuo sull’aspetto dell’accoglienza che a nostro avviso è il vero strumento che può rispondere ai cittadini, ai lavoratori, ai frontalieri, agli operatori commerciali turistici di Ventimiglia, prima ancora che ai migranti, perché più persone riesci ad assistere meno te ne trovi sul marciapiede o sotto i ponti a dormire. Il percorso è chiaramente faticoso. Ci hanno annunciato dei nuovi Pad (Punti di accoglienza diffusa, ndr). Il significato dell’incontro, ovvero quello che si è ottenuto oggi, è un tavolo permanente di confronto che il prefetto attuerà anche insieme a CGIL CISL UIL per monitorare e seguire la gestione del fenomeno sul territorio”.

Il Cpr si farà? Che impressione avete avuto dall’incontro?

Il ministro è molto fermo nelle sue decisioni, pensa che questo centro di rimpatrio possa funzionare, dove mettere persone che si sono macchiate di reati o ritenute pericolose. Le nostre perplessità sono due: una è la durata della permanenza di queste persone dentro un centro che praticamente è detentivo e poi la possibilità reale di poter fare i rimpatri verso i paesi perché i migranti non vengono tutti degli stessi paesi in alcuni ci sono situazioni di rischio, quindi bisogna vedere se effettivamente possa funzionare. Noi abbiamo espresso la nostra perplessità anche perché siamo un territorio che vive di turismo, vive di commercio, vive di lavoro frontaliero e quindi mettere una struttura del genere ci rende quanto mai critici sulla cosa”.

Come sindacati avete il ruolo difficile di mettere d’accordo sia le esigenze dei migranti sia quelle di un tessuto economico e sociale di Ventimiglia che è in una situazione di grande difficoltà.

“Assolutamente sì, è quello che abbiamo detto anche al ministro. Ci preoccupiamo di questi migranti che stanno sul territorio così nei giardini, nelle stazioni, creando anche visibilmente un impatto molto importante anche rispetto a chi vuole venire a far turismo nella città di Ventimiglia. Facevamo presente che ad esempio già il turismo francese è crollato rispetto a quello di un tempo. Se noi ci spostiamo nelle vicine cittadine, Sanremo, Taggia, oggi accolgono loro tutto il turismo francese che prima era su Ventimiglia. La gente si sposta e quindi è chiaro che c’è un impatto su quello che è anche l’aspetto economico e che andrà poi a impattare anche su quello che è l’esigenza familiare di chi a Ventimiglia vive o lavora. Abbiamo ottenuto però da parte del prefetto di poter avere un tavolo permanente sul quale incontrarci insieme alle altre associazioni di volontariato, dove potremo tutelare questi migranti e anche i cittadini e il tessuto sociale intero di Ventimiglia”.

La soluzione primaria alternativa qual è?

“Noi riteniamo che non ci possa essere un centro dove mettiamo dentro persone e le lasciamo lì per 18 mesi. Si dice che questo centro debba essere quello che accoglie le persone che hanno commesso qualche reato, ma ci chiediamo come visto che in teoria non hanno un documento, quindi dobbiamo prima appurare se hanno fatto un un reato sul territorio. Per noi servono dei centri dove si accolgono le persone, gli si dia la prima assistenza, perché poi ci sono famiglie, ci sono bambini, ci sono giovani. Servono altri centri perché la gente che arriva da noi vuole spostarsi, non vuole rimanere qui e quindi non ci pare opportuno proprio la costruzione di un CPR”.

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