22 Dicembre 2024 02:48

22 Dicembre 2024 02:48

Imperia: sanità, il sindacato “ContiamoCi!” punta il dito contro l’uso dei tamponi Covid. Delegato provinciale Alessandro Casano. “Falsi presidi di sicurezza. Si ritardano trattamenti e si allungano i tempi”

In breve: Alessandro Casano, delegato provinciale del sindacato "Di.Co.Si. ContiamoCi!", interviene con una nota stampa indirizzata a tutte le Asl Liguri, per chiedere uno stop all'uso dei tamponi per Sars-Cov-2.

Alessandro Casano, delegato provinciale del sindacato “Di.Co.Si. ContiamoCi!“, interviene con una nota stampa indirizzata a tutte le Asl Liguri, per chiedere uno stop all’uso dei tamponi per Sars-Cov-2.

Stop all’uso del tamponi per Covid: interviene il sindacato ContiamoCi!

“Il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! con questo comunicato inviato a tutte le ASL liguri chiede un incontro con le Direzioni Sanitarie perché si ascoltino le richieste dei tanti lavoratori della sanità, a partire dai medici, che chiedono uno stop all’uso indiscriminato dei tamponi per Sars-Cov-2 che nuovamente tornano a diventare determinanti nel percorso di cura di un paziente.

Nel nome di una falsa sicurezza si rischiano di vedere ritardati trattamenti urgenti e si allungano i percorsi terapeutici.

Di.Co.Si. ContiamoCi! invita sanitari e pazienti ad un’alleanza terapeutica che costringa il decisore politico a smantellare tutti i falsi presidi di sicurezza (mascherine e tamponi) che ancor oggi vengono imposti contro qualsiasi evidenza scientifica”.

Ecco la nota di ContiamoCi! indirizzata a i vertici della sanità ligure

“Desta preoccupazione la recente circolare del Ministero della Salute (n. 27648 del 08/09/2023), immediatamente recepita da ALISA (circolare del 13/09/2023) e da tutte le AASSLL in Liguria così come nel resto d’Italia. Tale circolare ridefinisce, alla luce “dell‘attuale andamento clinico-epidemiologico e considerate le indicazioni contenute nei documenti nazionali e internazionali”, le indicazioni per l’effettuazione dei test diagnostici SARS-CoV-2 per l’accesso al Pronto Soccorso e per i ricoveri ospedalieri.

In particolare è il quarto capoverso del primo punto della circolare ministeriale a destare preoccupazione proprio perché torna ad indicare l’esecuzione del tampone nei soggetti asintomatici “che devono effettuare ricovero o un trasferimento (sia programmato che in urgenza) in setting assistenziali ad alto rischio” richiamando ad esempio reparti con pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette, RSA ecc.

Questo punto, facendo riferimento a situazioni cliniche difficilmente definibili nella pratica clinica come “alto rischio” e “fragile”, apre di fatto la strada all’esecuzione di test diagnostici inutili se non addirittura dannosi sia per l’organizzazione del Sistema Sanitario che per i pazienti.

Basti ricordare le famose aree polispecialistche COVID dove pazienti privi di qualunque sintomo respiratorio rimanevano in attesa di avere un tampone negativo per poter ricevere le cure per le patologie (vere) per cui erano stati ricoverati.

Non si può dimenticare inoltre che il riscontro di un tampone positivo in un soggetto che accede ad un reparto (per esempio chirurgico) per un ricovero programmato, pur essendo asintomatico e a bassissimo rischio di diffusione virale, comporta l’esclusione dal percorso terapeutico magari dopo mesi di lista di attesa, con inevitabili ricadute prognostiche e sconvolgimento dell’organizzazione delle attività istituzionali.

Per quanto riguarda il Pronto Soccorso il riscontro di tampone positivo equivale quasi sempre al rischio di vedere ritardato un trattamento urgente.

Vale la pena ricordare i numerosi casi di decessi o di cure intempestive per riscontro di positività in assenza di manifestazioni cliniche covid-correlate o addirittura in attesa di esito del tampone. Vale la pena inoltre ricordare i seguenti punti:

  • – esistono oggi maggiori evidenze scientifiche sulla scarsa infettività dei soggetti asintomatici;
  • – rimane una grossa incertezza in merito all’affidabilità del tampone come mezzo diagnostico in particolare per i numerosi falsi positivi che producono un aumento fittizio dei casi annoverando come “malati” soggetti che non manifestano alcun sintomo, con notevoli ricadute sull’organizzazione del sistema sanitario e sull’accesso alle cure delle persone risultate positive in assenza di qualunque manifestazione clinica;
  • – le manifestazioni cliniche delle varianti attualmente in circolazione non producono più casi di polmonite severa potendosi assimilare alla comune influenza.

Facciamo appello al buon senso delle Direzioni Sanitarie e le invitiamo a far luce sulla reale entità dei numeri e della gravità dei casi covid-correlati per evitare di creare un clima ingiustificato di emergenza a vantaggio dei soliti noti e a svantaggio dei cittadini. Il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! si rende disponibile ad un confronto approfondito e basato su documentazione scientifica per poter garantire a lavoratori e pazienti ambienti di lavoro e di cura sicuri”.

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