Sono stati implementati i controlli della Polizia di Frontiera lungo tutta la fascia confinaria tra la provincia di Imperia ed il Dipartimento delle Alpi Marittime, come disposto dal Prefetto Romeo e dal Questore Peritore, nell’ambito del dispositivo di Ordine e Sicurezza Pubblica.
L’aumento dei controlli e le mirate attività di approfondimento nelle banche dati, declinati attraverso l’impiego di numerose pattuglie della Polizia di Stato, sia nel centro cittadino che ai valichi di frontiera, nell’ultima settimana hanno consentito, alla Polizia di Stato – Settore Frontiera di Ventimiglia, di mettere a segno un duro colpo alla criminalità frontaliera, eseguendo 11 arresti nei confronti di latitanti ricercati per vari reati e per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e falso documentale.
Ventimiglia: raffica di arresti della Polizia al Confine
Particolarmente importante è stato l’arresto di un italiano, fermato mentre tentava la fuga in Francia dopo essere evaso dagli arresti domiciliari a Roma con braccialetto elettronico; M.F. – queste le iniziali di cognome e nome dell’arrestato di anni 26 – coinvolto in una vasta operazione antidroga e vicino agli ambienti della N’drangheta calabrese, il quale ha tentato invano di scappare in Francia, procurandosi dei documenti falsi, dove probabilmente aveva dei complici e fiancheggiatori che lo aspettavano per garantirgli la latitanza all’estero, ma è stato individuato alla frontiera di Ventimiglia e condotto in carcere a Sanremo. Il latitante in questione, che aveva preso il treno per la Francia, al momento del controllo esibiva una carta d’identità che ha destato sospetti sulla validità; gli approfondimenti sul documento ed i rilievi delle impronte digitali lo hanno “tradito” e la sua fuga è terminata grazie agli Agenti della Polizia di Frontiera di Ventimiglia.
Nelle maglie sempre più strette della Polizia di Frontiera, è “caduto” anche il Pakistano di 36 anni A.A. già respinto dalla Francia e condotto presso gli Uffici distaccati di Ponte San Luigi al valico di frontiera.
Nonostante fosse senza alcun documento al seguito, la Polizia lo ha identificato attraverso i rilievi dattiloscopici, dai quali è emersa la sua vera identità, (che non corrispondeva a quella fornita alla polizia francese e con la quale era stato respinto in data 20 ottobre).
Dopo numerose interrogazioni nelle banche dati, soprattutto in quelle investigative, è emerso che il Pakistano fosse ricercato su scala internazionale e latitante da oltre 10 anni per un omicidio commesso in patria, da dove era poi fuggito facendo perdere le proprie tracce, fino a quando, due giorni fa, la Polizia di Frontiera di Ventimiglia non ha scoperto la sua vera identità e per lui sono scattate le manette.
A “corollario ” di questa settimana intensa, nella serata di domenica scorsa, la Polizia di Frontiera denunciava in stato di libertà, due italiani del posto – M.A. di anni 56 e R.A.S. di anni 21 – per porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere e per l’utilizzo di maschere in luogo pubblico.
Nel dettaglio, nel tardo pomeriggio un poliziotto libero dal servizio, notava due individui sospetti, con il volto coperto a bordo di un veicolo, proprio davanti ad un bancomat point; insospettito allertava la sala operativa affinché procedesse al rintraccio e all’identificazione. L’immediato intervento degli Agenti, consentiva di rintracciarli ancora con le maschere sul volto e condurli presso gli Uffici di Piazza della Libertà.
In particolare i due, che non fornivano alcuna valida spiegazione al fatto, oltre alle maschere, erano in possesso di parrucche colorate, catena in metallo con lucchetto e bastone telescopico. Come se non bastasse, il cinquantaseienne risultava già recentemente denunciato dalla Polizia di Stato, perché spacciandosi per poliziotto, aveva intimorito un passante e, a seguito di perquisizione personale, era risultato in possesso di falsi distintivi di Polizia, manette e spray illegale al peperoncino; inoltre il veicolo sul quale viaggiavano i due era sottoposto a fermo amministrativo, pertanto oltre alla denuncia all’Autorità Giudiziaria, venivano elevate le sanzioni amministrative previste e punite dal codice della strada.