“Nel dibattito in consiglio combunale sulla proposta di istituzione della Commissione comunale Antimafia abbiamo assistito ad uno spettacolo tanto sconcertante quanto avvilente”. Lo scrive, in una nota, Alleanza Verdi Sinistra, partito rappresentato in consiglio da Lucio Sardi.
Imperia: Commissione Antimafia, la posizione di Alleanza Verdi Sinistra
“I tre capigruppo delle liste della maggioranza si sono lanciati a testa bassa contro una proposta che prevedeva che si creasse un luogo istituzionale di analisi e discussione sul tema delle infiltrazioni mafiose (ben note e documentate anche da sentenze penali definitive) oltre che uno sportello informativo da far gestire alle associazioni antimafia.
Per i capigruppo che sostengono Scajola la proposta era da rigettare nettamente perché a loro dire la città di Imperia sarebbe indenne da fenomeni di infiltrazioni mafiose, perché la creazione della commissione infangherebbe il nome della città ed addirittura potrebbe intralciare le indagini degli inquirenti.
Un trittico di scempiaggini che ricordavano l’invettiva del giovane Totò Cuffaro contro una trasmissione sulla mafia di Michele Santoro che a suo dire danneggiava l’immagine della Sicilia (parliamo del Cuffaro divenuto poi presidente della regione Sicilia e successivamente condannato per collusione con la mafia).
Per una provincia storicamente a forte presenza di infiltrazioni mafiose, pensare che la città di Imperia sia in una specie di bolla protetta da tali fenomeni, è privo di ogni logica, così come è assurdo pensare che una commissione istituzionale (peraltro istituita in Regione ed in molti comuni liguri) sia di intralcio e non invece una forma di sostegno all’azione delle istituzioni nel contrasto alle organizzazioni criminali.
Ma evidentemente le ragioni per cui i tre capigruppo di maggioranza si sono lanciati con furore contro la creazione della commissione, finendo poi per inscenare una imbarazzante retromarcia che li ha portati a votare un testo di mozione, modificato nella forma, ma non nella sostanza, sono altre. I tre capigruppo kamikaze, con l’evidente avallo del Sindaco che sulla questione non ha avuto la dignità di dire una parola, erano motivati dall’esigenza di stoppare uno strumento istituzionale di discussione su cui i motivi di imbarazzo di Scajola e non solo, sono noti.
Sono certamente risultate insidiose le motivazioni della mozione ed i passaggi fatti nella presentazione della mozione in cui si evidenziava la scarsa attenzione, se non a volte un certo fastidio, mostrati dal sindaco e da esponenti della maggioranza sulle iniziative antimafia organizzate nel nostro territorio. L’assenza di una rappresentanza del Comune alla presentazione del libro del procuratore antimafia Gratteri a villa Faravelli e del presidente della provincia all’iniziativa sui beni confiscati alle mafie, sono il marchio della ‘incultura antimafia’ di certa politica.
Non sorprende che chi ha questo livello di attenzione al problema finisca poi, come Scajola, per intrattenere contatti e agire in favore di un latitante condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, come emerso nella vicenda Matacena. Lo stesso può dirsi per Alessio Saso, oggi sponsor politico di Scajola, che accettò di incontrare (a suo dire senza rendersi conto di tale ‘dettaglio’) esponenti di rilievo di organizzazioni mafiose che promettevano pacchetti di voti e che hanno contribuito a farlo diventare consigliere regionale.
Ecco perché, per chi si porta dietro questo imbarazzante curriculum, l’istituzione di una commissione antimafia può suonare provocatoria, e perché ha quindi armato a sua difesa i suoi ‘generali’, finiti però in una Caporetto mediatica, non mascherabile con la ritirata tattica su una diversa modalità di istituzione di una commissione consiliare basata sulle stesse premesse e con le stesse funzioni di quella appena prima respinta con sdegno.
Le opposizioni che hanno presentato la mozione per la creazione della commissione hanno preferito accettare la nuova formulazione, proposta sempre da una parte della minoranza, rinunciando alla creazione dello sportello informativo, perché hanno ritenuto comunque prioritario l’obiettivo della nascita della commissione.
Resta ora solo l’esigenza da parte nostra di far si che l’approccio negazionista della maggioranza sul tema delle infiltrazioni mafiose non tenti di impantanare i lavori della commissione trasformandola di fatto in un paravento per coprire una evidente carenza su un tema che dovrebbe essere prioritario per la politica. A tal fine solleciteremo la convocazione congiunta delle due commissioni incaricate a tale ruolo.
Nella seduta di insediamento proporremo di invitare il Presidente della Commissione regionale Antimafia, Roberto Centi perché possa fornire un contributo sulla funzione del nuovo organismo, basato sull’esperienza delle iniziative e degli strumenti adottati dalla Commissione da lui presieduta a livello regionale”.