Scoppia la rivolta degli operatori portuali, a poche settimane dalla decisione del Comune di avviare il procedimento di decadenza delle concessioni marittime produttive. In una lettera inviata a Comune, Capitaneria, Ufficio Dogane e Ufficio Porti e Demanio, gli operatori chiedono al comune di Imperia che venga urgentemente istituito un tavolo di confronto.
Il caso della decadenza delle concessioni marittime produttive è finito anche in Consiglio regionale della Liguria, grazie ad una interrogazione del consigliere regionale del PD, Enrico ioculano.
Imperia: decadenza concessioni, la rivolta degli operatori
“Imperia oltre a festeggiare i suoi primi 100 anni in questo 2023 potrebbe “festeggiare” anche la fine del suo porto commerciale dopo circa due secoli di vita. E’ notizia di pochi giorni fa che l’amministrazione comunale ha deciso unilateralmente di interrompere i traffici commerciali legati alla banchina Aicardi.
A sette anni dalla chiusura dello storico stabilimento Agnesi un’ altra infrastruttura importante, che ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della nostra città, rischia fortemente di scomparire e alimentare polemiche che purtroppo saranno solo postume.
Questo modo di procedere dell’amministrazione comunale dimostra scarsa conoscenza del problema e indifferenza verso i costi economici e sociali che una tale scelta di indirizzo comporterebbe.
Imperia è ancora alla ricerca della sua vera anima e, nonostante si sia deciso da molti anni di puntare sul turismo, la città fatica ancora a ritagliarsi un suo spazio a causa della scarsità di infrastrutture e progetti per sostenerlo. Si pensa di dare maggiore impulso al settore turistico eliminando i traffici commerciali con risoluzioni violente e repentine, nonostante questi continuino a produrre reddito e a dare lavoro a famiglie ed imprese in un periodo caratterizzato da crisi geopolitiche , economiche e finanziarie.
Compito della politica è quello di mantenere nel giusto equilibrio le diverse vocazioni economiche proprio per la possibilità di giocare più ruoli in un periodo di instabilità e incertezza qual è quello che stiamo vivendo. Ci teniamo a ricordare a tutti i Cittadini che il porto di Oneglia continua ad accogliere Navi, nel solo 2022 sono state 40.
I traffici consolidati sono rappresentati da sbarco di cemento da nave direttamente in Silos, tramite condutture sotterranee e da navi che effettuano imbarchi e sbarchi di yachts. In totale sono state movimentate 39.000 Tonnellate.
Il traffico commerciale delle navi qui sopra menzionate comporta avere una stazione di Pilotaggio attiva, una stazione di Ormeggiatori, una Compagnia Portuale per lo sbarco/imbarco merci, attività di trasporto via terra, Agenzie Marittime e Spedizionieri che si occupano delle pratiche e formalità, oltre agli uffici Doganali e della Capitaneria che esplicano la loro funzione solo perché ad oggi i Porti di Imperia sono riusciti a ben rappresentare la multifunzionalità in ambito marittimo (Turistico, Peschereccio e Commerciate).
Sembra ormai scontato ricordare che la vicina Nizza (da dove peraltro il cemento arriva via mare invece che intasare la nostra già satura autostrada) ospita nel suo bacino portuale, situato in centro città, Traghetti, Navi commerciali, Pescherecci e Yachts di grandi dimensioni.
Ciò che più preoccupa noi operatori è che oggi si voglia con un colpo di spugna cancellare tutto quanto sopra descritto senza avere un progetto pronto a dare nuova linfa al porto e ai suoi traffici.
E’ bene ricordare che molti di noi lavorano in entrambi i settori turistico e commerciale e che proprio per questo siamo convinti che entrambi debbano essere mantenuti sin quando possibile senza che l’uno possa in futuro pregiudicare lo sviluppo dell’altro.
D’ altro canto, alla luce delle vicissitudini che affliggono “il porto più grande del Mediterraneo” e della congiuntura internazionale, che ha portato gli armatori russi lontano dai nostri porti, l’ arresto repentino delle attività commerciali sembra essere I’ ennesimo passo falso in tema di portualità che noi operatori siamo costretti a subire senza avere voce in capitolo. Pertanto avvertiamo l’urgenza e la necessità di conoscere quale siano i progetti da attuarsi nell’ immediato futuro, ovvero dal momento in cui si vorrebbero i silos in Calata Aicardi non più funzionanti.
Ci si chiede cosa andrebbe a sostituire i traffici che verrebbero cancellati e soprattutto per quale motivo questi andrebbero fermati nell’ immediato. Infine si vorrebbero conoscere gli sviluppi previsti per la banchina Aicardi e per il cosiddetto “Avamporto”, va ricordato che quest’ultimo versa nella condizioni attuali sin dai lontani anni 90′.
I suoi spazi sono tutt’ora sterrati e i fondali mai dragati impediscono un qualunque utilizzo se non per l’ormeggio di chiatte e pontoni. Non ci stancheremo di ripetere che il vero sviluppo dovrebbe essere il frutto di scelte e valutazioni condivise che tengano conto anche dell’esperienza e delle competenze di chi con il porto lavora tutti i giorni! ! Alla luce di quanto sopra chiediamo che venga urgentemente istituito un tavolo di confronto e vengano date risposte alle nostre interpellanze”.