14 Novembre 2024 18:23

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14 Novembre 2024 18:23

Carne sintetica: Governo vieta produzione e commercializzazione, esulta la Coldiretti. “Apripista globali per la difesa del settore enogastronomico e della salute”

In breve: Queste le parole di soddisfazione della Coldiretti, alla luce del nuovo provvedimento del Governo

L’esito della votazione alla Camera non poteva che confermarlo: l’Italia è leader mondiale nella sicurezza e nella qualità alimentare. L’approvazione definitiva della legge per fermare il cibo artificiale ci rende gli apripista globali per la difesa del settore enogastronomico e della salute dei cittadini – Queste le parole di soddisfazione della Coldiretti, alla luce del nuovo provvedimento del Governo che vieta l’uso di nomi come “bistecca” o “salame” per indicare alimenti a base vegetale, ma soprattutto, vieta di produrre, consumare e mettere in commercio cibi e mangimi generati a partire da culture cellulari.

Carne sintetica: Governo ne ha vietato produzione e commercializzazione

Agricoltori e allevatori hanno festeggiato la notizia scendendo in piazza e celebrando la decisione presa dalla Camera, che introduce una legge che vieta di produrre e commercializzare la cosiddetta “carne coltivata”, sia per l’alimentazione umana che poter quella animale. A proposito di semantica, il divieto del governo impone di non poter utilizzare la parola “carne” per i prodotti a base vegetale.

“Siamo molto fieri di questo immenso risultato, spiegano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale. “Il fatto che l’Italia sia il primo paese al mondo ad aver effettivamente agito per contrastare il cibo sintetico dice più degli altri stati che del nostro,” continuano. “La raccolta firme che abbiamo portato avanti a livello nazionale ha dimostrato un’altra volta che sarà l’Unione Europea ad allinearsi.

In effetti, non è la prima volta che l’Italia si fa pioniere del cambiamento comunitario nel settore: “Siamo stati il primo paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti. L’Unione Europa sta finalmente aderendo ai nostri standard di tutela e supervisione di aziende e cittadini, superando dubbi e contestazioni. Siamo fiduciosi che con la battaglia contro il cibo sintetico avvenga la stessa cosa,” aggiungono.

Il paradosso è che l’approccio alla legislazione che utilizza l’Unione Europea in merito è quello di precauzione, che si pone come obiettivo a lungo termine la prevenzione verso potenziali danni.

“E allora perché assumersi un rischio del genere? L’UE ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare.”

Inoltre, non va dimenticato che la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento ha già respinto a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero.

“Abbiamo terreno favorevole anche nell’opinione pubblica europea, che vede l’Italia come un paese all’avanguardia e da cui prendere esempio. Non è un caso, tra le altre cose, che la dieta mediterranea parta da qui. Sempre da qui è partita la battaglia per difenderla. La domanda non è se l’Europa si allineerà, la domanda è quando.”

Il provvedimento verrà adesso pubblicato in Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore alla decorrenza dei 15 giorni. Nel caso in cui la Commissione Europea trovi nella norma un contrasto con il diritto comunitario, si avvierà una procedura di infrazione con il rischio di sanzioni.

È un dato di fatto, tuttavia,” concludono Boeri e Rivarossa, “che per gli ingredienti utilizzati vadano applicate nell’Unione Europea le stesse procedure previste per i medicinali, che necessitano di approfondite prove sperimentali”.

 

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