“La notizia resa nota in queste ore interroga e inquieta la comunità del ponente ligure. Le perquisizioni compiute all’alba qualche giorno fa, nell’abitazione di due attivisti del centro sociale imperiese “La Talpa e l’Orologio” per il sospetto di aver tagliato le reti in frontiera, lungo il passo della morte dove si avventurano quotidianamente decine di disperati, sorprendono per le modalità e le motivazioni – Queste le parole di ATTAC, il movimento di autoeducazione popolare, in merito alla denuncia di due attivisti del centro sociale di Imperia “La Talpa e l’Orologio”.
Attivisti de “La Talpa e l’Orologio” denunciati dalla Polizia, la solidarietà di ATTAC
“Purtroppo si può constatare che in ogni territorio coinvolto nella gestione dei migranti, sia Ventimiglia, Como o il Brennero, si respira sempre più, non solo mediaticamente, un clima di ostilità e diffidenza, per dissuadere dal portare aiuto.
Esprimiamo solidarietà agli amici della Talpa in una logica garantista.
Ciò che preoccupa in questa vicenda è anche l’attenzione spropositata dei provvedimenti, che possono ledere l’integrità e la dignità delle persone. Così come avvenuto e avviene in molte città nei confronti dei giovani attivisti per il clima, dove vengono silenziate e represse le istanze dei movimenti ambientalisti non violenti.
Difficile allora non sospettare le implicazioni politiche sottostanti, per colpire una realtà da sempre esposta nell’aiuto ai migranti, nelle pratiche di umanità, con l’intento di scoraggiare la società civile e soffocare la mobilità dal basso.
La stretta alla ‘resistenza solidale’ si concentra lungo le frontiere, nel tentativo di intimidire tutti coloro che nutrono ancora lo sdegno per l’indifferenza che l’Europa e gli Stati continuano ad esercitare.
A Ventimiglia, dalla sospensione del Trattato di Schengen nel 2015, continuano i flussi di persone disperate per raggiungere il confine e un domani migliore, rischiando la vita inerpicandosi al ‘passo della morte’ o tentando il ‘passaggio’ di un passeur.
Ma soprattutto continua sotto traccia l’attività di decine e decine di persone che non si rassegnano e non restano inermi alla sofferenza, rispondendo con lo spirito di fratellanza dei popoli alla crisi dei valori umanitari e alla criminalizzazione della solidarietà”.