“Chi si trova ad affrontare una problematica così delicata non può essere abbandonato a se stesso. Ci sono malati di serie A e di serie B?“. Queste le parole colme di amarezza di C.S., 63enne di San Bartolomeo al Mare, costretta a districarsi tra difficoltà e carenza di servizi per poter avere assistenza per il marito 70enne malato di Alzheimer.
Come riferito dall’Asl 1 Imperiese, con lo scoppio della pandemia da Covid 19, i centri diurni dell’Asl che sorgevano in provincia (in particolare a Sanremo e Ventimiglia) sono stati chiusi e, anche dopo la fine dell’emergenza, non sono stati più riaperti. Una situazione che costringe le famiglie a rivolgersi a centri privati, laddove presenti, che propongono questo servizio, non sempre offerto.
San Bartolomeo al Mare: “Mio marito malato di Alzheimer, tra carenza di servizi e difficoltà”
“Mio marito ha 70 anni – racconta C.S., 63enne di San Bartolomeo al Mare – da cinque anni gli è stata diagnosticata la malattia di Alzheimer e, ultimamente, è peggiorato. Per questo ho iniziato a sentire la necessità di trovare un centro diurno dove mio marito potesse trascorrere il giorno assistito e controllato, perchè, essendo da sola, non potevo occuparmi di tutto.
Da lì è iniziata un’odissea per riuscire a districarmi tra informazioni frammentarie e non organizzate. Non esiste, ad esempio, un’informativa chiara e completa sui servizi presenti in provincia e sulle possibilità che si hanno in questi casi. Ho dovuto fare tantissime chiamate per capire da sola quali servizi ci potessero essere, durante le quali sono stata invitata a chiamare altri numeri e così via. Nessuno sapeva indirizzarmi a un centro diurno che accogliesse persone con la problematica di mio marito, e, per quanto sono riuscita a capire, pare che non ce ne sia in zona, se non a Sanremo.
Fortunatamente, ho trovato una soluzione rivolgendomi al Centro diurno per Anziani Sole d’Autunno di Alassio, a un prezzo accessibile, ma rimaneva da risolvere il problema di raggiungerlo. Il Centro si è reso disponibile ad arrivare con la navetta fino ad Andora, così ho contattato i servizi sociali del Golfo Dianese, con sede a Diano Marina, per poter avere la possibilità di usufruire di una navetta da San Bartolomeo ad Andora, pensando che, per compensare alla carenza di un centro nelle vicinanze, si potesse trovare una soluzione.
Grazie anche all’interessamento dell’assessore ai Servizi Sociali di San Bartolomeo Maria Elena Ardoino, che è stata molto disponibile e mi ha supportata, sono riuscita a confrontarmi con i servizi sociali del Golfo Dianese e ho stipulato un contratto dal costo di 50 euro al mese per il trasporto mattutino, 5 giorni a settimana. Il problema è che non c’è stato verso di avere anche il ritorno, così ogni giorno lo vado a prendere io in macchina ad Andora. Il motivo per cui non è possibile avere il trasporto sta nel fatto che il mezzo preposto in quell’arco temporale è impegnato nel trasporto a casa dei dializzati. Ma cosa succede la volta che sto male o mi si rompe la macchina? Non ho scelto di portare mio marito ad Alassio, è stata una scelta obbligata data l’assenza di servizi nelle zone limitrofe, quindi speravo che ci fosse il modo, a pagamento, di sopperire a questa mancanza.
Ciò che mi chiedo è questo: se esiste questo tipo di trasporto per altre patologie, perchè io per mio marito non ne ho diritto, considerando anche che pagherei per questo servizio? Lancio un appello affinchè vengano affrontati questi problemi e perchè si dia un supporto concreto alle famiglie. Un aiuto come questo cambia la vita di chi è in difficoltà.
Sto rendendo pubblico questo problema non solo per me, ma anche per mettere in evidenza le difficoltà che si incontrano affrontando queste sfide da soli ed evitare che altri debbano farlo in futuro. Spero che la mia esperienza possa contribuire a sensibilizzare le istituzioni su questa problematica, perchè sono loro per prime a dover impegnarsi affinchè sul territorio sorgano centri e strutture che offrano servizi. È già dura dover fare i conti con delle malattie gravi in famiglia, la società dovrebbe fare in modo di rendere più semplice la vita dei più fragili. Io fortunatamente sono ancora in grado di gestire queste incombenze, ma chi è più anziano e solo? Chi non sa giostrarsi in chiamate e siti internet? Come fa?”.
“Purtroppo in provincia di Imperia non ci sono centri diurni di questo tipo – conferma l’assessore ai Servizi Sociali di San Bartolomeo Maria Elena Ardoino – il problema è a monte e non si possono obbligare i centri privati a offrire questi servizi. Abbiamo chiesto la disponibilità a farlo anche in passato ma nessuno finora ha accolto la richiesta.
I servizi sociali del dianese sono disponibili ed efficienti e fanno quello che è nelle loro possibilità. Si cerca di venire incontro alle esigenze delle persone, considerando i limiti che abbiamo. Capisco il grave disagio che vive la signora C.S., sono felice che almeno per il mattino è stata trovata una soluzione. Il trasporto per disabili, dializzati e altri malati che è messo a disposizione per le persone che non hanno altre possibilità non è un servizio obbligatorio, ma è molto importante”.