Il Pubblico Ministero Veronica Meglio ha chiesto e ottenuto una modifica del capo di imputazione nel processo che vede alla sbarra Carla Besta, accusata di peculato nell’ambito della gestione del patrimonio di Barbara Agnesi, figlia del marito Riccardo Agnesi, scomparsa nel 2017 a causa di una malattia degenerativa. A processo in un primo momento figurava anche Riccardo Agnesi, la cui posizione è stata stralciata in quanto l’imputato, a seguito di una perizia psichiatrica, è stato dichiarato incapace di ricordare e di difendersi per un deficit cognitivo.
Imperia: peculato, prosegue il processo a Carla Besta
Nel dettaglio, secondo l’accusa, Riccardo Agnesi, nominato amministratore di sostegno della figlia Barbara nel 2012, e la moglie, Carla Besta, si sarebbero appropriati di circa 212 mila euro. In che modo? Tramite “operazioni di prelievo sfornite di qualsiasi giustificativo di spesa”. In particolare, dal patrimonio di Barbara Agnesi sarebbero scomparsi 136 mila euro nel 2013 e 75 mila euro circa nel 2014.
Il Pubblico Ministero ha chiesto di inserire le parole “almeno”, in relazione alle cifre contestate, e “anche”, in riferimento alle operazioni di prelievo.
L’avvocato difensore, Mario Leone, chiesto e ottenuto il termine a difesa e il collegio, composto dai giudici Carlo Alberto Indellicati, Francesca Minieri e Antonio Romano, ha rinviato l’udienza al prossimo 15 gennaio per le dichiarazioni spontanee di Carla Besta e la discussione.
A far scattare le indagini, affidate dalla Procura alla Guardia di Finanza, Arianna, sorella di Barbara, rappresentata dall’avvocato Angelo Sandrone, costituitasi parte civile.