Come segnalato anche dal Comando provinciale dei carabinieri, si stanno purtroppo verificando diversi tentativi di truffe ai danni di persone anziane, da parte di gente senza scrupoli che, fra l’altro, dimostra di essere bene informata sui familiari dell’anziano preso di mira.
Una donna di Imperia ha voluto contattare la nostra redazione per spiegare quanto avvenuto ai danni di suo padre di 87 anni un paio di giorni fa. una vicenda che, per fortuna, anche se sul filo di lana, si è conclusa con la fuga dei truffatori. Per ovvi motivi di riservatezza non utilizzeremo i nomi veri degli involontari protagonisti di questa storia. Del resto, ciò che conta è capire il meccanismo truffaldino messo in atto.
La telefonata di un finto maresciallo dei carabinieri che annuncia che il figlio è stato fermato e serve del denaro per pagare l’avvocato. Il complice pronto a ritirare i soldi
Spiega Franca: “Due giorni fa mio papà di 87 anni, fra l’altro diabetico ed iperteso, è stato svegliato intorno alle 15 da una telefonata. All’altro capo del telefono un uomo, senza inflessioni dialettali o accenti particolari, che si è qualificato come maresciallo dei carabinieri. Il finto maresciallo dice che mio fratello Mario ha investito una donna vicino al Comune e che ora è in caserma e serve denaro per pagare l’avvocato e la cauzione per lasciarlo libero, altrimenti deve scontare un anno e mezzo di carcere.
Il finto maresciallo avvisa mio padre che io e mio fratello Piero siamo stati avvisati e che io ora sono in caserma perché abbiamo già raccolto 2 mila euro, ma non bastano. Quindi sanno benissimo tutti i nostri nomi.
Mio padre va nel panico e intanto la telefonata continua e il finto maresciallo non gli lascia tregua. Gli dice di prendere il denaro che ha in casa e poi gli fa contare i contanti che ha in mano, seimila uro in tutto, uno per uno per diverse volte. Quindi lo avvisa che sta arrivando un carabiniere a prendere il denaro e intanto gli fa scrivere dei numeri di un conto dove, sempre secondo il finto maresciallo, sarebbe stato depositato il denaro.
In seguito abbiamo scoperto che questo numero in realtà è un Iban ripetuto per cinque volte fatto scrivere molto probabilmente per tenere impegnato mio padre e non dargli tempo di riflettere o di telefonare a qualcuno. La telefonata del finto maresciallo è durata un’ora.
A un certo punto citofona il finto carabiniere complice del finto maresciallo e mio padre approfitta del tempo per andare ad aprire per telefonarmi e chiedermi cosa fosse successo. Io combinazione ero al telefono e non ho risposto, ma per fortuna l’ho subito richiamato. Il finto carabiniere era già entrato in casa e stava girando in cerca dei soldi perché mio padre gli aveva detto che prima voleva parlare con me. A quel punto mi sono messa a urlare dicendogli che erano truffatori e il finto carabiniere è scappato.
Conclude Franca: Ora andremo a fare denuncia dai carabinieri, quelli veri. L’uomo che si è presentato alla porta mio padre lo ha descritto come alto 1,75 con giubbotto scuro e barba scura, italiano e senza inflessioni dialettali.