3 Luglio 2024 05:45

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3 Luglio 2024 05:45

Elezioni provinciali Imperia: i partiti allo sbando, l’opposizione tafazziana e l’accordo Scajola-Biancheri

In breve: Al di là del risultato, ampiamente previsto, la vittoria di Claudio Scajola, le ultime consultazioni hanno raccontato qualcosa di importante sull'attuale quadro politico.

Le elezioni provinciali appena terminate hanno visto una vittoria schiacciante di Claudio Scajola, con la lista in appoggio all’ex Ministro, confermatosi ancora una volta politico di grande caratura, capace di conquistare 9 seggi sui 10 disponibili, lasciando a un centrosinistra incerottato solo le briciole. Al di là del risultato, ampiamente previsto, le ultime consultazioni hanno raccontato qualcosa di importante sull’attuale quadro politico.

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L’opposizione e l’alternativa a Scajola che non c’è

Il primo verdetto emerso dalle urne delle elezioni provinciali riguarda l’inconsistenza dell’opposizione, ormai ridotta a livelli tafazziani. Con una lista raffazzonata, costruita in tutta fretta, il centrosinistra ha rimediato una debacle prevedibile. Christian Quesada, segretario provinciale del Partito Democratico, secondo partito politico a livello nazionale, è poco più di una comparsa, sconfitto due volte senza appello in pochi mesi. Prima a Vallecrosia, candidatosi Sindaco e finito terzo, poi in Provincia, incapace di trainare la lista di centrosinistra, all’interno della quale rappresentava il “pezzo da novanta“, a un risultato dignitoso.

Il Partito Democratico è chiamato a una rivoluzione della classe dirigente, da sempre schiava di accordi sottobanco con il centrodestra. Manca un vero e credibile condottiero e l’ipotesi di una virata verso Ivan Bracco (Imperia Rinasce) non può rappresentare un futuro credibile perché comporterebbe uno sbilanciamento troppo pronunciato verso sinistra che un grande partito che aspira a rappresentare una buona fetta di elettorato non può permettersi.

L’opposizione “pro Scajola” a Imperia

E’ un ossimoro politico, ma descrive l’attuale quadro, a Imperia. Dell’opposizione consiliare, solo Ivan Bracco, Daniela Bozzano (che era candidata), Loredana Modaffari, Lucio Sardi e Deborah Bellotti hanno votato la lista del centrosinistra, antagonista di Claudio Scajola. Gli altri, da Luciano Zarbano a Enrico Lauretti (le consigliere del gruppo Misto Silvia Mameli e Laura Amoretti non sembrano più annoverabili tra le fila dell’opposizione, ma semmai della semplice minoranza), hanno votato la lista di Claudio Scajola. Politicamente una scelta imbarazzante, difficile da giustificare davanti ai propri elettori e ancor più difficile da sostenere nel prosieguo del consigliocomunale. Pur senza avere doti da veggenti possiamo immaginare i consiglieri di maggioranza Andrea Landolfi e Giovanni Montanaro, giusto per citare due esempi, alzare la mano, in uno dei prossimi consigli, durante l’intervento di Lauretti o Zarbano, per dire “ma lei da che parte sta, che ha appoggiato Scajola alle scorse provinciali?”.

C’è poi il caso di Edoardo Verda, capogruppo del Pd in consiglio comunale, che non è andato a votare la lista capitanata dal segretario provinciale del Partito Democratico Quesada. Rappresentazione plastica di un partito senza più ne capo ne coda. 

I partiti allo sbando

Alle ultime provinciali, così come alle scorse comunali, a Imperia, i grandi sconfitti sono i partiti, ormai ridotti a ruolo di comprimari, succubi delle strategie politiche, ad oggi vincenti, di Claudio Scajola. Scorrendo gli eletti del prossimo consiglio provinciale tra le fila della maggioranza, la più votata risulta Paola Carli, funzionaria del settore Lavori Pubblici del Comune di Imperia e consigliera a Mendatica, fedelissima dell’ex Ministro, che nulla ha a che fare con i partiti. Lo stessso vale per Armando BiasiMario Conio (totiano di ferro), passando per Marzia Baldassarre e Mario Robaldo, tutti civici. Il primo rappresentante di un partito è Gabriele Amarella, sesto più votato, in quota Forza Italia. A seguire Manuela Sasso, di Fratelli d’Italia, e Eliano Brizio, Lega, questi ultimi due intervallati da Barbara Feltrin, anch’essa civica. Per i partiti una Caporetto, l’ennesima.

L’accordo Scajola-Biancheri e le prossime comunali di Sanremo

Un’ultima importante riflessione riguarda la candidatura (e l’elezione) di Mario Robaldo, ex capogruppo del Partito Democratico in Comune, a Sanremo, manovra politica frutto di un accordo tra il Sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, di cui Robaldo è un fedelissimo, e Claudio Scajola. Accordo che ha portato il centrosinistra moderato a sostegno dell’ex Ministro, affiancato da partiti di destra come Lega e Fratelli d’Italia. Un quadro possibile grazie alla rinuncia, da parte dei partiti, alla propria identità, come già avvenuto alle scorse comunali di Imperia e come ribadito da Scajola nelle interviste post elezioni provinciali.

Era una lista del territorio e quindi comprendeva i territori nelle diverse espresioni. Non era una lista di centrodestra. Con molti esponenti di centrodestraappoggiata da tutto il centrodestra, ma una lista del territorio non contrattata con nessuno”.

L’accordo tra Scajola e Biancheri, passato in pochi anni da acerrimo nemico, politico s’intende, dell’ex Ministro, ad alleato mascherato, potrebbe ora sbarcare a Sanremo. Come? Con la candidatura, in opposizione a quella di Gianni Rolando, già ufficializzata dal centrodestra, dell’avvocato Alessandro Mager. I rumors raccontano di un’operazione “stile Zarbano” a Imperia, con Rolando che rischierebbe in caso di discesa in campo di Mager, appoggiato da Scajola e Biancheri, di vedersi abbandonato dai partiti pronti nuovamente a scodinzolare, senza simbolo, alla corte dell’ex Ministro. Sarà vero?

Mattia Mangraviti

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