8 Luglio 2024 01:19

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8 Luglio 2024 01:19

IMPERIA. I RETROSCENA DELLA SANZIONE A CLAUDIO SCAJOLA PER LE TELECAMERE A VILLA NININA/ECCO IN ESCLUSIVA IL VERBALE DI CONTESTAZIONE

In breve: Sul provvedimento si può leggere: "Da una ricerca effettuata agli atti degli uffici competenti, non risulta autorizzazione alcuna che l'abbia legittimata a collocare dette telecamere su detti supporti di proprietà comunale"

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Imperiapost ha svelato i retroscena inerenti alla sanzione ricevuta dall’ex Ministro Claudio Scajola a causa delle telecamere di sicurezza installate attorno a Villa Ninina. Le telecamere contestate si trovano su due pali della luce sono due, di cui, uno si trova all’interno della proprietà dell’ex ministro Claudio Scajola e uno invece sulla strada.

Come ha spiegato l’avvocato dell’ex ministro, Marco Mangia, il sistema di videosorveglianza sarebbe stato installato, come da prassi, quando Claudio Scajola era ancora ministro. Ad occuparsi quindi dell’installazione sarebbe stato il Ministero stesso senza bisogno di permesso da parte del Comune di Imperia.

Secondo invece quanto si legge sul verbale della sanzione, la Polizia Postale, che ha portato avanti le indagini avrebbe scoperto che, una volta decaduto il mandato politico, le telecamere di sicurezza sarebbero tornate nelle mani dello Stato, ma l’ex ministro ne avrebbe fatte installare di nuove, sui pali della luce di proprietà del Comune di Imperia senza questa volta chiedere il permesso tanto che, sul verbale si legge “installate per sua committenza”.

Versione però contestata dai legali di Scajola secondo i quali invece non sarebber mai state installate nuove videocamere, ma sarebbero sempre rimaste operative quelle precedentemente installate. Il provvedimento invece prosegue poi dichiarando: “Da una ricerca effettuata agli atti degli uffici competenti, non risulta autorizzazione alcuna che l’abbia legittimata a collocare dette telecamere su detti supporti di proprietà comunale […] Occorre peraltro contestare l’avvenuta installazione di detto impianto di video sorveglianza, in totale mancanza di titolo assentorio ed in particolare della relativa autorizzazione ambientale“.

La segnalazione della Polizia Postale è inoltre pervenuta alla Procura della Repubblica che valuterà se sussistono o meno dei reati di natura penale.

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