“Potrebbe essere interpretata come un’inutile cattiveria oppure come la volontà di controllare la cultura e la libertà di espressione“. Queste le parole del consigliere del gruppo Società Aperta Enrico Lauretti nel corso della discussione della pratica relativa all’introduzione di una tariffa per l’utilizzo della sala convegni della Biblioteca Civica Lagorio, finora a disposizione gratuitamente.
La pratica, approvata con 19 voti favorevoli e 11 contrari, è stata fortemente criticata dall’opposizione e ha generato un’accesa discussione, tanto che l’assessore Marcella Roggero ha parzialmente modificato la proposta, prevedendo una tariffa di 50 euro ogni due ore (e non più ogni ora) negli orari di apertura della Biblioteca e di 100 euro all’ora negli orari di chiusura. Una soluzione che non ha comunque convinto l’opposizione.
Assessore alla Cultura Marcella Roggero
“Bisogna considerare diversi aspetti, come l’usura degli strumenti, l’utilizzo del personale, il controllo delle sale ecc. Per questo abbiamo pensato alla tariffa di 50 euro l’ora negli orari di apertura della Biblioteca e di 100 euro l’ora fuori orario.
Non significa che non si faranno più eventi gratuiti. Le librerie del patto per la lettura, iniziative che riguardano il sistema bibliotecario imperiese, le scuole, le forze dell’ordine, gli enti pubblici, gli enti pubblici territoriali, i soggetti che ottengono la compartecipazione (i soggetti possono proporre gli eventi agli assessorati e il comune può concedere la gratuità della sala, diffondendo le attività tramite gli strumenti stessi della biblioteca).
Saranno necessari 20 giorni di anticipo per la richiesta (non più 15). Inoltre, in caso di sforamento viene applicata la tariffa fuori orario.
La biblioteca custodisce il sapere, garantisce il diritto all’informazione e alla documentazione, favorisce la crescita individuale e collettiva, promuove l’integrazione tra le diverse culture e le fasce di età. Continuiamo a vincere bandi per progetti come Nati per leggere, Favolando, abbiamo avviato il patto per la lettura e Mammalingua. Ne siamo orgogliosi e continueremo così”.
Consigliere Laura Amoretti (Gruppo Misto)
“Questa pratica nasconde un problema centrale nella vita della città, ovvero l’accessibilità a un luogo pubblico a tutti i soggetti a prescindere dalla forza economica. La vita democratica, quella dei libri e dei dibattiti, costituisce il vivere civile, ora diventa un costo privato.
A Imperia esiste un’intensa attività culturale spesso invisibile che il Comune dovrebbe aiutare ad emergere. Questa scelta è un brutto segnale. Il nostro voto sarà convintamente contrario. Per noi è una questione di principio, non di prezzo, lo spazio della biblioteca è un luogo della città. Mettere delle tariffe va contro allo spirito che la città dovrebbe avere nei confronti della cultura”.
Consigliere Lucio Sardi (Alleanza Verdi e Sinistra)
“È l’unica sala ad oggi disponibile in città, molto utilizzata proprio perchè l’unico sfogo aperto e fino ad oggi gratuito per tutti i soggetti senza altre finalità, senza dover passare dall’approvazione dell’assessorato. Qual è il senso di questa scelta? Dal punto di vista economica non credo. C’è un certo fastidio? È un luogo pubblico, il personale impegnato è comunque pagato. L’unico motivo è cercare di ridurre l’utilizzo della sala, magari anche per cose che non piacciono tanto”.
Consigliere Enrico Lauretti (Società Aperta)
“Riconosco la capacità di vedere il futuro del Sindaco, penso sia stata un’ottima idea fare la Biblioteca nell’ex Tribunale. Quando ho scoperto che la sala convegni era a disposizione gratuitamente ho pensato che l’amministrazione fosse illuminata, ma sono stato smentito. Sembra un’inutile cattiveria, un dispetto. Non capisco questa iniziativa. Oppure c’è la volontà di controllare la cultura e la libertà di espressione. Fate un passo indietro, rinunciate a quattro soldi e create una situazione di dialogo. Proporrei che attiviate questo meccanismo quando la sala del Polivalente sarà completa”.
Consigliere Loredana Modaffari (Imperia Rinasce)
“È l’unica sala a disposizione del pubblico, dove poter fare incontri, riunioni. Non sembra che ci sia un vantaggio economico quindi è incomprensibile questa decisione”.
Consigliera Deborah Bellotti (Partito Democratico)
“Troviamo ingiusta l’istituzione di questa tariffa per un luogo che è pubblico e dovrebbe essere a disposizione del cittadino e dell’interesse pubblico”.
Replica assessore Marcella Roggero
“La cultura è anche apertura mentale, invece che chiudersi nelle nostre barricate, pur rimanendo nell’idea che sia necessario dare un regolamento anche economico alla biblioteca, propongo la tariffa di 50 euro per due ore anzichè per un’ora. Nessuno vuole lucrare sulle iniziative delle associazioni culturali o sociali, se qualcuno però vuole presentare un libro e vuole venderlo allora è a pagamento”.
Sindaco Claudio Scajola
“Dove è scritto che tutti i luoghi della comunità imperiese devono essere gratuiti? Ci sono quelli che devono essere essere disponibili gratuitamente e saranno individuati nel Polivalente. La Biblioteca non è una sala pubblica per le riunioni. Abbiamo utilizzato la biblioteca nella sua sala importantissima e costosissima per fare delle cose di un certo livello. La mensa del popolo non la devo fare in un salotto del 600. Devo prendere una lezione di democrazia da un massimalista marxista? La Biblioteca deve essere conservata, quella sala di pregio deve essere mantenuta. Serve un minimo costo per pulirla, rinfrescarla, riscaldarla, illuminarla. Noi abbiamo un’associazione, Polis, ci autotassiamo e affittiamo una sala. Avremo un luogo che avrà l’ingresso autonomo e che non ha quel tipo di arredo, ovvero il Polivalente, che sarà pronto a breve, sarà il luogo a disposizione gratuita. Inoltre apriremo il ridotto del Cavour, quella sala non sarà un luogo per fare assemblee pubbliche. Sarà dedicata a cerimonie di un certo livello. Se dai una perla una bella signora la valorizzerà, se la dai a un porco se la mangia”.
Consigliere Edoardo Verda (Partito Democratico)
“La spiegazione per giustificare questa pratica è il costo del mantenimento della sala e il costo del personale. Posso comprenderlo per altri servizi ma non per la cultura. Non si può applicare il concetto che dev’esserci un ritorno sull’investimento fatto. Uno spazio pubblico deve rimanere tale”.