Imperia. Dopo l’articolo pubblicato questa mattina da Imperiapost in merito al trasferimento, nei giorni scorsi, di circa 20 profughi subsahariani, dalla casa di accoglienza di Prelà all’oratorio della Chiesa Nostra Signora dell’Assunta di Piani. I genitori hanno scritto una lettera minacciando di ritirare i bambini da scuola se non si trova entro breve tempo una sistemazione diversa.
E’ arrivata però anche la risposta di Lilli Gladuli, presidente della Cooperativa Goccia che si è occupata della sistemazione dei profughi e che ha sottolineato con forza come i malati siano le persone affette da pregiudizi:
“Qui gli unici malati sono quelli affetti da pregiudizi, che scrivono senza sapere e non si fidano neanche del proprio parroco. Dovrebbero ritirare dal catechismo i loro figli, e magari anche da scuola, se sono questi gli insegnamenti e i valori che insegnano ai loro figli, il nostro futuro è compromesso dalle generazioni attuali e e a quelle future.
Invece di scrivere ai giornali dovrebbero domandare a chi di dovere e a chi può dar loro delle risposte certe. Sono la presidente della cooperativa Goccia citata nell’articolo e sono stufa di parlare attraverso i giornali, nessuno ci ha contatto o fatto domande, neanche ieri che eravamo presenti sul posto.
Voglio solo far presente a chi scrive commenti senza senso che tutti i ragazzi hanno fatto visite mediche ed analisi del sangue e sono perfettamente sani, sono bravi ragazzi, non hanno mai dato un problema, sono volenterosi di aiutare, e speranzosi per un futuro lontano dalla guerra. Meno male che non hanno ancora capito in quale paese razzista, omofobo e ignorante sono arrivati”