Rifondazione Comunista esprime totale e profondo dissenso sulla manovra di bilancio della Regione Liguria e in particolare chiede l’immediato ritiro dell’articolato in materia di gestione del Servizio Sanitario Regionale, che favorisce l’allargamento dell’attività intramoenia in strutture private, anche se solo parzialmente accreditate.
Rifondazione Comunista contesta la Legge di Bilancio della Regione laddove prevede l’allargamento dell’intramoenia alle strutture private accreditate
Scrive Rifondazione in una nota: “Questo articolato non solo è in contrasto con la stessa legge 412/91 che stabilisce il divieto di prestare la propria libera professione in strutture private diverse da quella pubblica in cui si presta servizio, ma è una ulteriore forma del tutto illecita per finanziare il privato in modo occulto, cioè al di fuori di quanto già viene erogato alle strutture private sotto forma di accreditamenti e trasferimenti di prestazioni, quando è evidente che bisognerebbe andare in direzione diametralmente opposta.
L’intramoenia è foriera di una palese violazione al diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto: ha determinato
• l’ingrossamento strutturale delle liste di attesa e spesso addirittura il blocco delle prenotazioni,
• un conflitto d’interesse nell’esercizio professionale
• stabilisce un criterio economico per accedere alle cure in assenza di prestazioni immediate, per il quale se non puoi pagare non ti curi.
Rifondazione Comunista è contraria all’intramoenia e si sta impegnando a livello nazionale per promuoverne il superamento totale. Altro che raddoppiare!
Siamo oramai di fronte ad un baratro senza ritorno, per questa ragione, al di la delle differenze profonde sui criteri e le responsabilità politiche che hanno prodotto l’attuale situazione di privatizzazione del Sistema Sanitario, invitiamo tutte le opposizioni ad una battaglia concreta e determinata, affinché non si consumi con la legge di bilancio regionale quest’ulteriore passo verso la definitiva privatizzazione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.
Chiediamo a tutti un impegno concreto e diretto (anche convocando una mobilitazione generale da parte dei Sindacati) affinché questo scempio sia ritirato e, qualora passasse, siano messe in atto tutte le azioni giuridiche per vincere questa battaglia di civiltà e democrazia“.