Il nostro articolo sulla prossima udienza in Appello per il ricorso sulla presunta ineleggibilità del sindaco di Imperia Claudio Scajola ha finito per provare su Facebook un botta e risposta, a colpi di post, fra il primo cittadino e il consigliere di opposizione Ivan Bracco.
Scajola: “Spero che le spese le paghino i ricorrenti”. Bracco: “E’ Lei che con furbizia ha chiamato in causa il Comune”
Il sindaco Claudio Scajola è intervenuto per indicare una sua precisazione e ha scritto: ” Vorrei precisare: Il 28 febbraio è la data proposta dai ricorrenti. È il presidente della Corte d’Appello ad indicare la data che ad oggi non è stata definita. Tra i firmatari del ricorso in Appello non c’è il consigliere Sardi ma soltanto i consiglieri Bracco e Zarbano. Il ricorso è contro il Comune di Imperia, pertanto è il Comune di Imperia che si difende. Mi auguro, come richiesto dal sottoscritto, che le spese legali vengano fatte pagare ai ricorrenti e non al Comune”.
Pronta la replica di Ivan Bracco capogruppo di Imperia Rinasce, che scrive: “Caro Sindaco, siamo spiacenti di dover rilevare che “precisare” significa esplicitare, chiarire un concetto usando ulteriori dati veritieri. Nel caso in cui si alteri per lo più deliberatamente la realtà dei fatti o un concetto in modo da suscitare un’interpretazione distorta, il termine corretto è “mistificare”.
E lei Signor Sindaco ancora una volta con il suo post mistifica! Infatti la data dell’udienza è fissata dagli attori in appello e solo laddove in quella data la Sezione a cui è stata assegnata la procedura non tenesse udienza, la trattazione slitterebbe alla successiva udienza utile; nessun intervento del Presidente della Corte d’appello e dunque nessun adombrato confronto con le parti.
Il Consigliere Sardi non ha sottoscritto l’appello non per il motivo che Ella vorrebbe insinuare quindi per un allontanamento dalla convinzione della bontà dell’azione, ma per mancanza di forza economica, riferita al partito, dovendo le spese della procedura, al contrario Suo, essere sostenute personalmente.
Il ricorso non è contro il Comune di Imperia, trattandosi di protestata ineleggibilità di un candidato dei tanti. È lei che con la furbizia che dobbiamo riconoscerle ha procurato l’intervento in causa del Comune che, divenendo parte nonostante ne sia stata dichiarato il difetto di legittimazione passiva, ha dovuto necessariamente essere coinvolto in grado di appello. Così facendo ella, come sempre, non ha tirato fuori un centesimo addossando la spesa per la sua difesa ai cittadini di Imperia, abituati a farsi carico delle conseguenze delle Sue idee magnifiche.
Saranno felici anche questa volta di pagare per Lei, ma riteniamo giusto che quelli un po’ meno entusiasti conoscano la verità“.